Authority Europea delle TLC ? NO GRAZIE
Faccio una critica ragionata ad un articolo uscito oggi su Il Sole 24 Ore
«Serve un'Authority europea delle tlc»
Perché ?
Più vicina la creazione di un garante europeo per le comunicazioni, chiamato a coordinare le attività delle diverse Autorità nazionali.
Oggi é la DG INFSO a coordinare queste attività
Il commissario europeo per la Società dell'informazione, Viviane Reding, sollecita un cambiamento dirotta per rafforzare un sistema di regolazione che in diversi casi ha già mostrato la corda.
la parola chiave e' "rafforzare". Quanti massacri ci sono stati in nome della liberta' ? io non mi fido delle parole, voglio vedere le regole.
Clamoroso il caso tedesco, con la politica che ha di fatto scavalcato l'Authority con un provvedimento del Governo che salva Deutsche Telekom dall'obbligo di aprire ai concorrenti la sua rete ultraveloce a banda larga.
Cosa per la quale Bruxelles ha minacciato la Germania di aprire una Procedura di Infrazione (una mega multa, per capirci), come dire che le regole sanzionatorie esistono gia'.
Solo un esempio, fa capire la Reding in una lettera inviata all'inglese Ofcom (presidente uscente dell'Erg, il gruppo dei regolatori europei) e all'Autorità italiana (che subentrerà alla guida nel 2007). Le maglie sono ancora troppo larghe e l'attuale quadro regolamentare basato sulle analisi di 18 mercati rilevanti ha forse deluso le attese,
Peccato che l'attuale quadro regolamentare non sia ancora entrato in vigore, ovvero, le regole stanno cambiando e le analisi dei mercati sono state concluse a fine di quest'anno, come dire, abbiamo appena scritto le norme contro il fumo, non sono ancora entrate in vigore, ma gia' diciamo che non funzionano.
mostrandosi incapace di rispondere all'evoluzione dell'industria delle tlc verso un modello paneuropeo, con operatori che investono al di fuori dei propri confini e con acquisizioni internazionali.
Il fatto che il modello competitivo e' sbagliato e che gli investimenti per duplicare reti sono troppo ingenti, che si porta ad una misallocazione degli investimenti, non c'entra nulla ?
Nel 2000 tutti stavano andando a fare concorrenza nel giardino degli altri, poi tutti si sono ritirati a casa propria, salvo piccole operazioncine perlopiu' di facciata ma non significative dal punto di vista finanziario.
Guardate l'italia, erano venuti Telefonica (Spagna) , France Telecom, Deutsche Telekom, Telia, Swisscom, British Telecom, .. Tutti monopolisti di fatto nei loro paesi.
BT e' l'operatore che, nel proprio paese, ha le minori quote di mercato, la Gran Bretagna e' il paese dove c'e' piu' concorrenza. E BT e' l'unico operatore che non si e' rintanato nei confini domestici. L'unico che resta in Italia.
Sembrebbe che i colossi non si vogliano dar fastidio: ciascun o a casa propria. Tutti a parte BT che non ha nulla da perdere essendo gia' in un mercato competitivo.
Nel solo 2005,in Europa, le operazioni di fusione e acquisizione nelle tlc hanno movimentato 70 miliardi di euro. La spagnola Telefonica ha conquistato l'inglese O2, un operatore del peso di British Telecom ha investito sull'Italia salendo al 100% di Albacom,
e queste sono operazioni fatte in UK
e la Telecom di Guido Rossi prosegue nel suo piano per la banda larga in Francia e Germania
che nei primi nove mesi dell'anno (ultima relazione trimestrale approvata), hanno fatturato 662M su 23104M di tutta Telecom (il 2,87%). A me pare che non si possa definire una grande cosa, a piu' di 10 anni di distanza dalla liberalizzazione del mercato TLC in Europa, ma forse mi sbaglio.
proprio mentre si alternano le voci sull'interesse di grandi ex monopolisti europei per un ingresso, anche con una quota di minoranza, nel gruppo italiano.
Secondo il piano della Reding, l'Autorità sovranazionale potrebbe avere competenze anche sulla gestione dello spettro delle radiofrequenze e sui contenuti trasmessi su tv e nuovi media.
Gia'. Glielo spiega lei ai Francesi, a Mediaset, alla RAI, BBC, ZDF, ecc..
Il modello che sembra prevalere è il rafforzamento dell'Erg, che da "consulente" con scarsi poteri diventerebbe un regolatore in grado di tener testa con maggiore incisività agli ex monopolisti e soprattutto a eventuali ingerenze di natura politica. Un regolatore paragonabile alla Bce,secondo un modello federato che non intaccherebbe l'indipendenza delle singole Authority.
Un regolatore europeo forte ma che non intacca l'indipendenza delle autorita' dei singoli paesi. So che questa non e' un traslitterazione di Carmine (l'autore dell'articolo), ma e' proprio una affermazione da Bruxelles.
fa il paio con la liberta forzata o le convergenze parallele.
Chiedetelo alla Banca d'Italia se la sua indipendenza non e' stata intaccata dalla BCE. (certo, la Banca d'Italia conia le monete fino ai 2 euro..)
È, tra parentesi, l'ipotesi caldeggiata anche dal presidente dell'Autorità italiana Corrado Calabrò a Viviane Reding nel loro ultimo incontro, che si è svolto a Roma lo scorso ottobre.
Come dire, vuoi fare la Autorita' europea ? fai, basta che ci lasci in pace ("indipendenza delle singole Authority").
Cambiare tutto per non cambiare nulla (e nel frattempo chi puo' e ci ha interesse, ci puo' sguazzare)
L'Agcom, come la maggior parte dei regolatori europei, è invece contraria a un altro tipo di rafforzamento che è nei progetti della Reding. Il commissario, in alternativa, pensa infatti di introdurre un potere di veto della Commissione sulle attività di selezione degli obblighi regolamentari da parte delle Autorità nazionali.
INFSO ha gia' dei poteri di veto, finche' non ci si spiega nel dettaglio, si frigge l'aria, IMHO.
Di certo, nell'uno o nell'altro caso,Bruxelles ha preso atto delle carenze di un sistema troppo frammentato e in cui spesso le Autorità si sono mosse in ordine sparso, anche su temi cruciali per il settore come il Voip (telefonia via internet), il wimax o la tv mobile.
Il sistema non e' troppo frammentato perche' le autorita' sono frammentate ma perche' il sistema e' frammentato alla partenza. Non ci sono due paesi europei (ad eccezione forse dei "nordics") con lo stesso profilo di utenza, demografico, tecnologie usate, situazione di mercato, frequenze utilizzate per alti scopi, spending, reddito, composizione delle famiglie, tecnologie di rete fissa, sistema scolastico, cucina, ecc..
Le differenze reali non si appianano per decreto costituendo una nuova Autorita' Europea ma con un percorso di avvicinamento.
Il mercato si fa definendo le regole e facendole applicare. (in UK sono stati piu' incisivi, pare..)
Meglio sarebbe, a mio avviso,
- un po' piu' di interventismo da parte di INFSO con i poteri che gia' ha, cosa che e' avvenuta troppo poco
- o anche dalla DG Concorrenza, a ben vedere
- un rafforzamento di AGCOM (piu' soldi, piu' personale, siamo in coda nel rapporto dimensioni_del_mercato/risorse_per_la_regolamentazione)
- ed una riorganizzazione con piu' tecnici (economisti, persone di tlc, avvocati)
Cosa ne pensate ?