Link: Programmi Rai online: un dovere dopo l'aumento del canone - La Nostra Voce - Altroconsumo
Il tam tam sulla rete è iniziato. Un sostegno senza precedenti alla libera circolazione in Italia dei contenuti multimediali online arriva anche dai consumatori. L'occasione è quella dei contenuti prodotti dalla Rai che, secondo il nuovo contratto di servizio, dovrebbero essere messi liberamente a disposizione degli utenti attraverso i portali di Rai.it.
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Altroconsumo coglie l'occasione per ribadire la propria netta contrarietà al recente aumento del canone Rai, aumento giustamente mal sopportato dai consumatori e che potrebbe però essere meglio digerito se almeno venisse dato seguito a tutti gli impegni contenuti nell'articolo 6 del nuovo contratto di servizio. Come avevamo già chiesto in una lettera al ministro Gentiloni , auspichiamo che questa volta non venga persa l'occasione di rendere finalmente disponibili sul web tutti i contenuti radiotelevisivi prodotti dalla Rai e pagati dai cittadini con il canone.
Mi sembra rilevante e lo posto..
ehm, non per fare il solito disfattista, ma nel contratto di servizio rai, che tu stesso hai riportato nel post precedente, non si parla di "liberamente".
Riporto per precisione:
"rendere disponibili sul portale RAI.IT tutti i contenuti radiotelevisivi prodotti dalla RAI a tutti gli utenti che si collegano ad Internet dal territorio nazionale, avendo cura di rendere disponibile i contenuti trasmessi dalla televisione e dalla radio non appena termina la trasmissione di tali contenuti;"
Da nessuna parte c'e' scritto ne LIBERAMENTE, ne GRATUITAMENTE. E conoscendo la fame di soldi di certi ambienti, questo a mio parere significa solamente che il povero navigatore di internet avrà un altro mezzo per vedere gli "splendidi" programmi RAI, però con un ULTERIORE AGGIUNTIVO "misero" contributo spese. E poi cosa significa "...a tutti gli utenti che si collegano ad Internet DAL TERRITORIO NAZIONALE...", ma ancora non l'hanno capito che un navigatore non sta in Italia, sta "in Internet"?
Del resto anche via satellite è possibile vedere qualsiasi programma RAI anche criptato, basta abbonarsi a SKY!
Se il tempo mi smentirà sono pronto a cospargermi il capo di cenere, ma se la indovino per favore non chiedetemi i numeri del superenalotto.
Scritto da: Felter Roberto | 20/12/2006 a 22:37
beh, al comma c) ed e) dello stesso articolo citato da ROberto si dice:
"negoziare l’acquisizione dei diritti per la diffusione sul web di tutti i contenuti trasmessi nell’ambito dell’offerta radiotelevisiva."
e
"offrire all’utenza, nell’ambito della licenza nome come Creative Commons, la possibilità di scaricare via Internet tutti i contenuti radio-televisivi prodotti dalla RAI mediante proventi dei canoni di abbonamento;"
questo può far pensare che l'intenzione sia di concedere lo scaricamento libero dei programmi prodotti dalla Rai (per esempio i Telegiornali), mentre quelli acquistati da terze parti (i film?) potrebbero essere a pagamento?
Se così fosse, non mi parrebbe del tutto insensato.
Per quanto riguarda "il territorio nazionale", anche qui una logica c'è. Non la condivido, ma c'è: i programmi Rai sono finanziati dagli italiani, e quindi la loro fruizione gratuita su internet deve essere riservata agli italiani stessi. Se non erro anche la BBc sta pensando a simili limitazioni per il proprio futuro archivio online.
Scritto da: Leonaltro | 21/12/2006 a 18:57
a mio parere ci sono troppi punti "non chiari" che danno spazio a qualsiasi interpretazione.
1) come controllano che tu sia sul territorio nazionale? il sistema più semplice è un abbonamento legato alla residenza. Altrimenti si fa dura.
2) la licenza CC vale solo per i contenuti "radio-televisivi prodotti dalla RAI mediante proventi dei canoni di abbonamento". Chi e come stabilisce quale trasmissione e fatta con i soldi del canone e quale no? e esclusivamente con i proventi o anche in parte? per esempio "la prova del cuoco" è chiaramente un programma rai, però all'inizio c'e' "il programma è presentato da ..." che quindi ci mette dei soldi. Quello lo licenziamo in internet o no? alla fine ci saranno solo i telegiornali?
3) a questo punto sarà una buona scusa per motivare il canone applicato anche ai possessori dei computer, ma si creerebbe il paradosso che chi già c'e' in internet deve pagare per avere un servizio mentre altri fornitori (vedi Alice) devono investire per poterci rimanere.
Ora mi fermo perchè inizio ad essere più contorto del solito.
Alla prossima...
Scritto da: Felter Roberto | 21/12/2006 a 21:32
Giusto, ci sono punti non chiari.
meglio cassare l'articolo.
ovviamente e' una provocazione...
l'obbligo di pagare il canone, ovviamente esiste gia' per i computer da anni.
l'idea di CC e' che i contenuti che sono gia' stati pagati col canone non vengano fatti ripagare ai cittadini. ovviamente ci sono contenuti i cui diritti costano in quanto non gia' pagati dal canone (dovuti a terzi) e questi
a) potrebbero non concederli
b) se li concedono vogliono essere pagati
c) potrebbero avere delle politiche di pricing per cui impongono il prezzo
per citare l'esempio, la prova del cuoco e' evidentemente un programma fatto pagando con il canone, il fatto che ci sia uno sponsor pubblicitario non cambia nulla. sostanzialmente la libreria e' quella che raitrade commercializza.
per quanto riguarda la geografia, ci sono sistemi abbastanza affidabili (non perfetti, ma statisticamente molto elevati) che si basano su gli IP address usati. (come fa la BBC in UK)
la ragione, come scrivevo nei commenti all'altro post, e' una intricata situazione giuridica . diciamo che e non fosse previsto cosi, sarebbe attaccabile per la ragione oposta (il canone pagato da un italiano finanzia l'intrattenimento gratuito del mondo).
ovvio che siamo in un periodo (lustro ?) di transizione...
per quanto riguarda il satellite, non vengono vendute le smartcard che consentono di accedere ai programmi italiani, fuori dall'italia. tu dirai "uno la compr ain italia", OK, e' vero, e' un effetto di bordo che al 99,9% non fa cambiare il risultato.
Scritto da: Stefano Quintarelli | 22/12/2006 a 07:23