Bell'articolo dell'International Herald Tribune (l'ho appreso da Dario) che mi stimola una riflessione...
Link: A European diffusion of Silicon Valley .
A European diffusion of Silicon Valley Technology start-ups use the Web to spin business
MUNICH: A technology and media conference held here this week provided ample evidence that Silicon Valley's dominance of Internet-style technology innovation was waning.
The gathering, Digital Life Design, has become a showcase for a range of European entrepreneurs who have taken the start-up culture pioneered in Silicon Valley as a template and are successfully transplanting it here.
Nelle TLC esistono sostanzialmente due modelli competitivi:
- competizione basata sulle infrastrutture
- competizione basata sui servizi
La prima e' concentrata nel trasporto; prevede che si scavi (muratori, ecc.), si mettano cavi, si duplichino apparati (che per quanto concerne l'italia si comprano tutti all'estero) e va a generare sovracapacita' attraverso la duplicazione di investimenti e si remunera sul traffico dati il cui valore tende a 0. E' locale, nel senso che i cavi sotterrati a Brescia non possono essere usati (e pagati) da un parigino. Richiede tempi lunghi di realizzazione, alte complessita' burocratiche, ecc. L'asset fondamentale necessario e' il capitale, cosa che restringe il numero di potenziali operatori del mercato, operatori che puntano a chiudere le reti per garantirsi un ricavo da intermediazione.
La seconda e' concentrata sulle applicazioni, prevede che si sviluppino nuove applicazioni e servizi, che possono essere fatti in italia da persone italiane (e magari usando F/OSS non si paghi proprieta' intellettuale all'estero) porta ad un maggiore sfruttamento delle infrastrutture esistenti, puo' essere esteso su scala globale in pochissimi mesi, ha pochi ostacoli burocratici (per non dire nessuno), non occorrono ingenti capitali quindi la partecipazione puo' essere diffusa, il numero di operatori alti, gli asset necessari sono fantasia e buon gusto, sottende la disintermediazione contribuendo all'efficientamento del sistema.
la prima difende il vecchio
la seconda promuove il nuovo.
Domanda... In europa, quale modalita' competitiva viene promossa ?
Posso capire che la strategia sia giusta per i paesi che hanno Marconi, Alcatel, Siemens, Ericsson, Nokia, per cui vendere molto HW e' cosa buona e giusta..
Ma in Italia ?
Compriamo quell'hardware, non promuoviamo i servizi e con i proventi dell'hardware il loro ecosistema promuove i servizi.
Fantastico.
BTW, oltre all'hardware, quanto paghiamo come paese tra copyright, brevetti, licenze ecc.? qualcuno lo sa ?
Non vi pare che ci sia qualcosa che non va ?
E se un russo comprasse Telecom ? smetteremmo di nasconderci dietro a un dito ... IMHO
In Europa da alcuni anni sta' crescendo il "nuovo" soprattutto in termini di applicazioni open source che come dici tu sfruttano le infrastrutture esistenti e non pagano royalties. Sono community che sfruttano il peer to peer e il bisogno di social networking pilastri su cui da sempre poggia la rete. Solo che oggi possono sfruttare una rete a banda larga ormai molto diffusa e a prezzi +/- ragionevoli.
Forse sara' anche per la maggior apertura di quei mercati telecom ma non penso che FT, DT e Telefonica siano poi incumbent cosi' diversi da TI aperte per il debito di chi le controlla.
C'e' invece da chiedersi cosa c'e' di cosi' fertile nell'ecosistema di quei Paese che promuove e sostiene un rinnovato dinamismo imprenditoriale nel mondo telecom/Internet/ media. Ormai sono diverse le imprese innovative in Europa tra cui solo per nominarle alcune Skype in UK, FON in Spagna, Netvibes, WiKio, VPOD in Francia, Technorati, in Germania. In Italia poco e nulla come dimostra la sola presenza italiana al DLD: Lapo Elkann.
Scritto da: luigi | 25/01/2007 a 15:06