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30/01/2007

Commenti

luigi orsi carbone

Perche' non incominciare a far rispettare le regole che ci sono in modo tempestivo (punire qualcuno nel 2007 per fatti commessi nel 2001 consente di perpetuare il reato nel frattempo) o introdurne delle nuove per correggere ed aprire davvero i segmenti ancora in monopolio (accesso, fisso-mobile,...), definendo poi sanzioni davvero disincentivanti di possibili comportamenti anticompetitivi(es. 600Mio e non E60Mio avrebbero davvero un'impatto sul bilancio di TI) e rafforzando infine le autority con personalita' davvero indipendenti e sopra partes e non nominati/di riferimento di questo o quello?
Ho la sensazione che sperarare in un esproprio pubblico di un asset(la rete di telecom) di proprieta' della piu' grande impresa italiana privata quotata in borsa (e ceduta anni fa' ai privati cosi' strutturata tramite procedura competitiva) sia un po' eccessivo considerato che il muro di Berlino e' crollato e non mi sembra ci siano altri esempi simili nel mondo. Va be che siamo in Italia dove tutto quanto puo' essere rimesso in discussione ....
Non vorrei che questa bella discussione che va avanti ormai da qualche anno favorisca solo Telecom che nello status quo puo' continua a fare cio' che vuole: ovvero a riguadagnare quote e margini.
Il fatto che in Italia non ci siano 650 ISP come in UK ma solo 7/8 non e' dovuto al fatto che Telecom controlla la rete...ma che le regole a sostegno della liberalizzazione e la loro (parziale) attuazione si sono dimostrate totalmente inefficaci nel promuovere e sostenere una concorrenza profittevole. Infatti oltre 200 operatori/ISP sono entrati sul mercato dal 1998 ma altrettanti sono poi usciti (o sono oggi in procinto di farlo) perche' il mercato non si rilevato profittevole per tutti in quanto Telecom e' stata lasciata libera di fare dumping di prezzo sui mercati in concorrenza (es. long distance, Internet access) mentre ha potuto proteggere di fatto i propri margini su segmenti in monopolio/oligopolio (es. accesso, fisso-mobile, roaming cellulare, etc..)
Ho la sensazione che sia meno una questione di proprieta' della rete e piu' di volonta' delle autorita' di controllo (Agicom, Antitrust,...) di rendere i mercati tlc (tutti) aperti e concorrenziali.

Stefano Quintarelli

Hai ragione, se ci fosse solo un problema di concorrenza sarebbe solo una questione di regole e di loro applicazione.

Ma questo non e' l'unico problema.

la rete tende a non essere piu' remunerabile (esce tra poco un mio articolo al riguardo) e l'unico modo per ammodernare l'infrastruttura e' considerare l'ambiente della competizione dal quale dipendono **tutti** gli operatori come un ambiende da curare e far evolvere.

Chi ha parlato di esproprio ?

Casomai parlerei di soccorso, nel senso che in TI e in via Negri sanno benissimo che il problema e' la remunerabilita' della rete.

E poi, nella mia mente, non c'e' lo stato proprietario, ma gli operatori, fondi e altri che possiedono infrastrutture necessarie all'evoluzione della rete.

Poi, a spingere un po' oltre il ragionamento, secondo me la rete e' un bene pubblico ed e' stato sbagliato privatizzarlo.

E' un bene pubblico come le strade. Non c'e' un proprietario delle strade, ma un concessionario per la manutenzione, lo sviluppo, ecc.

si si si, troppo facile dire che e' l'anas e' un pozzo senza fondo ecc ecc (pero' le nostre strade sono buone, e facilitano lo sviluppo e tu che viaggi molto, sai come sono in altri paesi (diciamo nei 50 che ci stanno davanti nelle classifiche di sviluppo, apertura, democraticita', ecc.)). ma comunque non sto parlando di quello..

sto dicendo che le strade non hanno un proprietario. sono beni demaniali.

ma tant'e'.

la rete e' stata privatizzata e mo' e' dei privati. e se un "salvataggio della rete" ci deve essere (e secondo me ci dovra' essere), tutti gli operatori devono parteciparvi.

e BTW, risolvi anche il problema concorrenza, in buona misura, e con sanzioni forti per chi sgarra..

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