Su Borsa e finanza, passaggio sulla rete di TLC
Se si vuole che le tlc tornino a essere un fattore trainante del Pil, occorre muoversi in fretta: pretendere da Telecom Italia un business plan coraggioso, finalmente centrato sulle imprese e sulle collettività; coinvolgere i grandi soggetti, pubblici e privati, in un grande progetto a banda larga che con massicci investimenti anche in quei servizi, dalla sanità a domicilio al telelavoro (possibile in Francia alla Renault), che rendono di più di una qualsiasi rottamazione. Di qui non si scappa: o c’è questo colpo di reni, oppure si continuerà a parlare, all’infinito, di un Paese che vivacchia e non decolla.
E un altro pezzo con parecchi punti interessanti
TELECOM Management al bivio tra convergenza e contenuti.
Silenzio, stiamo lavorando per voi. Così, in sostanza, si risponde di questi tempi in Telecom Italia. ... Ma a complicare le cose, dicono i più critici, sta il fatto che alcuni dei target annunciati in passato (tipo una crescita media del mol del 3-4% all’anno, che nel 2006 salirà solo dell’1%) non sono stati centrati, anche per il continuo cambio di perimetro del gruppo.
L’8 marzo il management della società dovrà quindi recuperare sul fronte della fiducia del mercato che lamenta incertezza sul fronte delle strategie: nel 2005 Telecom ha puntato sulla convergenza fisso mobile, poi ha investito sui contenuti con la 7, Mtv e sul digitale. Ad oggi TiMedia non ha ancora prodotto un centesimo di utile e solo nel 2008 (forse) il gruppo raggiungerà un mol positivo.
mol = margine operativo lordo, ovvero cio' che incassa meno i costi che sostiene, ma senza considerare gli investimenti (quindi considerando costi correnti quali affitti, personale, energia, ecc.)
L’idea di diventare una media company è sbiadita sei giorni dopo la presentazione del piano di «societarizzazione» che risale all’11 settembre. Certo, l’incertezza è in buona parte inevitabile, in un orizzonte tecnologico in costante evoluzione. Nel frattempo, però, le principali tlc europee hanno ingranato la quinta mentre il gruppo italiano è rimasto al palo in Borsa, anche perché le aspettative risultano migliori per diversi competitor europei e lo stesso, purtroppo, non può dirsi per Telecom Italia.
Quanto ai conti 2006 le attese sono alquanto tiepide ...Di contro, la società si è impegnata a mantenere stabile il dividendo 2006...
Questa me la ero proprio persa. Qualcuno ha qualche altra fonte ?
Per chiarire, quello che resta degli incassi, dopo avere pagato i costi, puo' essere tenuto in cassa, usato per fare investimenti, o dato agli azionisti. In genere si fa un po' e un po'. La percentuale degli utili che si distribuisce in dividendo agli azionisti e' il "payout".
Mi raccontava Chirichigno (ex Amministratore delegato di SIP e "fondatore" di Telecom) che quando c'era lui non ha mai distribuito un dividendo all'azionista (Ministero del tesoro, all'epoca), ma che aveva reinvestito tutto.
Pertanto il pay out 2006 dovrebbe salire al valore record dei 96,9 per cento. E così tutti gli analisti hanno giudizi neutrali, perfino Deutsche Bank - da sempre uno dei broker più positivi - in settimana ha tagliato il target price da 2,4 a 2,25 euro confermando il giudizio di hold. Ci sono poi broker pessimisti come Goldman Sachs (sell con target a 2,01) e altri ottimisti come Morgan Stanley e Merrill Lynch che fissano un obiettivo di 2,5 euro (+6%).