Post lungo ma denso di informazioni. 7 minuti per leggerlo... Se volete leggere la parte specifica sulle tariffe e le posizioni doinanti degli operatori mobili e l'Antitrust, basta che facciate "pagina in giu" e leggiate le parti sottolineate (1 minuto)
Disclaimer: Carlo Alberto è un caro amico, che per un periodo è stato anche il mio rappresentante nel CdA di Eximia, quando io ero ancora nel CdA di I.NET.
Link: Telcoeye: Calabro' e il favore a Bernabe' e Bertoluzzo.
Libero Mercato intervista il prof. Carnevale Maffe' (SDA Bocconi) sulla decisione Agcom relativa alle tariffe di terminazione del mercato mobile:
"L'Autorità sta tutelando gli interessi di Telecom e Vodafone a danno degli altri".
"Contesto il metodo. Non c'è stato dibattito pubblico. Nessuno che abbia detto: signori ci siamo sbagliati. Il modello del 1998 ha prodotto attori troppo fragili. Ora si cambia.. Il mercato si deve concentrare attorno a pochi operatori. Il resto deve sparire».
Ma l'Antitrust non dice niente? Per il momento è evidente che si marcia verso un oligopolio fatto da Vodafone e Telecom».
Vuol dire che le tariffe saliranno? «Quando scende il livello della concorrenza sale quello dei prezzi. Per su questo punto essere molto chiaro per non sembrare talebani della concorrenza».
In che senso? «Nel senso che il processo di concentrazione è inevitabile. L'introduzione di tecnologie standard, l'ampliamento del mercato e il livello degli investimenti provocano inevitabilmente la scomparsa degli operatori marginali».
Vuoi dire che l'Agcom ha ragione? "Voglio dire solamente che il mercato marcia in quella direzione. Il compito dell'Autorità è quello di impedire gli abusi di posizione dominante, Serve un grande sforzo di trasparenza"...
«Spero che l'Agcom non sia stata oggetto di pressioni. Da Roma, ma anche da Bruxelles che lavora per la nascita dei campioni europei. Qualche messaggio è arrivato, penso, da Londra, da Milano o da Trieste. Non è un caso che il titolo Telecom sia salito e Paolo Bertoluzzo, ad di Vodafone Italia abbia applaudito. Il tacchino per Natale festeggia solo se il cuoco cucina pesce».
Wind e 3 Italia che fine faranno? «Credo che dovranno essere vendute. Così come Tiscali». E in Europa che cosa succederà? «Sopravviveranno Vodafone, Telefonica, Bt sicuramente. Telecom Italia dovrà faticare. Deutsche Telekom e France Telecom devono uscire dall'orbita statale per restare poli aggreganti».
Sono completamente d'accordo a metà con Carlo Alberto.
Pero' attenzione, non e' che aumentare le tariffe di terminazione verso H3G e Wind risolva il problema.
Due aspetti:
- c'e' sempre qualcuno più piccolo. perchè preoccuparsi per Wind e H3G e non per uno qualunque dei 60 associati di AIIP ? La gestione delle tariffe di terminazione in un mondo prevalentemente telefonico può significare la vita o la morte (vedi articolo su punto informatico), mentre la LEGGE non pone distinzioni tra operatori di serie A ed operatori di serie B. Chi ha detto che solo le catene di fastfood debbano sopravvivere e non le trattorie ? Gestire la sopravvivenza sul mercato spostando la manetta delle tariffe di terminazione può determinare arbitrarietà. Se esistono posizioni dominanti, per favorire il mercato, si introducono regole asimmetriche a favore dei più piccoli. Certo, la frittata la ha fatta l'Antitrust quando ha deciso che non esiste dominanza collettiva tra Operatori Mobili stralciando la posizione di Vodafone in cambio della promessa di fare nascere gli MVNO, di cui, ad oggi, non ne esiste ancora uno che sia uno.
- Il mercato marcia nella direzione imposta dall'applicazione delle norme. Se guardiamo l'aspetto dell'investimento in infrastruttura a livello nazionale, è necessario One Network perchè è troppo capital intensive e perchè i benefici per il paese sono maggiori della remuenrabilità dell'infrastruttura. Se guardiamo all'aspetto della fornitura di accesso, non è un business capital intensive ma knowledge intensive.
Illuminante il rapporto di OFCOM di cui scrivevo qui: Gli ISP stanno morendo ? Lunga vita agli ISP - Riproposto.
The UK niche ISP market is made up of approximately 686 service providing businesses, of which:
* 390 provide ‘Hosting, Connections and other services’
* 224 provide ‘Hosting and other services’
* 72 provide ‘Connections and other services'Per "un mercato destinato a consolidarsi, ...
the estimated value of turnover is £1.15 billion per annum. The actual proportion of their turnover relating to Internet connections (i.e. connections via broadband / dial up and hosting services excluding all other services) is approximately £740m
Cioe', con 740M£ (pari a 1,140MEuro) di connettività, questi operatori fanno 1,150M£ (pari a 1,746MEuro) di fatturato
Detto con altre parole, ... in UK aggiungono ai 1,140Meur di connettività ben 606Meur di valore aggiunto, ovvero aggiungono un valore pari al 53%....
In terms of the total market, Niche ISPs (irrespective of the type of services provided) serve approximately 30% of the total enterprises in the UK
Quello che scrive Carlo Alberto non è un "naturale trend del mercato" perchè tal "trend" dipende dall'applicazione delle regole.
Torniamo a parlare di terminazione e di operatori mobili.
Forse non tutti sanno che... (Antitrust)
Link: PROVVEDIMENTO N. 14045.
76. Per le ragioni sopra esposte, stante la riscontrata posizione di dominanza congiunta dei tre gestori nel mercato dell’accesso alle reti mobili, le condotte sopra descritte potrebbero integrare un abuso di posizione dominante collettiva da parte di TIM, VODAFONE e WIND nel medesimo mercato, volto ad impedire l’ingresso di nuovi operatori nel mercato al dettaglio dei servizi di comunicazione mobile, con grave danno per la concorrenza e, in ultima analisi, per i consumatori finali.
77. Inoltre, i descritti comportamenti di diniego di negoziare qualsiasi forma di contratto per l’accesso e l’uso delle reti mobili, posti in essere omogeneamente da TIM, VODAFONE e WIND nei confronti di tutte le imprese richiedenti, potrebbero integrare una violazione del divieto di intese restrittive della concorrenza, nella forma di accordo o pratica concordata.
78. La suddetta intesa godrebbe del requisito della consistenza, considerando che i tre gestori sono gli unici soggetti in grado di offrire i servizi di accesso richiesti, e sarebbe particolarmente grave nei suoi effetti, introducendo una barriera assoluta all’ingresso di nuovi operatori sul mercato dei servizi finali, a detrimento dei consumatori.
Link: PROVVEDIMENTO N. 17131....
121. In data 10 novembre 2006, VODAFONE presentava un impegno ai sensi dell’articolo 14-ter della legge n. 287/90. Con delibera del 24 maggio 2007, l’Autorità ha ritenuto l’impegno idoneo a far venire meno entrambi i profili anticoncorrenziali oggetto dell’istruttoria nei confronti di VODAFONE sia con riferimento al mercato dell’accesso, sia con riferimento al mercato della terminazione sulla propria rete. Per tale ragione, la posizione di VODAFONE è stralciata dal presente procedimento....
262. Come emerge dalla documentazione agli atti (supra, sez. VIII, 1 e 2), TIM e WIND hanno posto in essere condotte volte ad escludere i propri concorrenti sia dai mercati all’ingrosso dei servizi di terminazione, sia dal connesso mercato al dettaglio dei servizi di fonia F-M per la clientela business. Più precisamente, tali comportamenti dei due gestori mobili, titolari anche di licenza per operare servizi di telefonia su rete fissa, sono consistiti nell’applicazione di condizioni economiche per la terminazione F-M delle chiamate su numerazioni mobili on net e intercom più favorevoli alle proprie divisioni commerciali rispetto ai corrispondenti prezzi di terminazione (tariffe regolamentate, per TIM, e prezzi liberamente fissati per WIND fino al settembre 2005, quando anche questa società è stata notificata, con provvedimento cautelare, come operatore con SMP nel mercato della terminazione sulla propria rete, cfr. supra, sez. V, 3) praticati ai propri concorrenti, anche attraverso l’impiego di particolari soluzioni tecniche, tra cui connessioni PABX-MSC e/o apparati GSM Box, in assenza di una corrispondente offerta wholesale per i propri concorrenti.
263. I comportamenti descritti sono stati rafforzati dalla risoluzione da parte dei due MNO dei contratti business - o da un innalzamento repentino e sproporzionato dei prezzi tale da indurre le controparti a recedere dagli stessi
264. In merito alle condotte discriminatorie sopra descritte, vale preliminarmente ricordare il principio c.d. della pari opportunità, da tempo consolidato a livello di giurisprudenza comunitaria e nazionale, in virtù del quale un regime di libera concorrenza si fonda sulla circostanza che le imprese potenziali concorrenti possano agire a parità di condizioni, senza evidenti vantaggi acquisiti abusivamente [Cfr. in particolare, la sentenza della Corte di Giustizia, del 13 dicembre 1991, causa n. 18/88, RTT/SABAM ("GB Inno BM"); a livello nazionale, il provvedimento n. 1532, Sistema Telefonia Cellulare GSM, del 28 ottobre 1993, in Boll. n. 32/1993, il provvedimento n. 6698, Consorzio Risposta/Ente Poste Italiane, del 17 dicembre 1998, in Boll. n. 51/98, nonché il provv. 8065, Cesare Fremura-Assologistica/Ferrovie dello Stato, del 24 febbraio 2000, in in Boll. n. 8/2000.]. In particolare, in virtù della speciale responsabilità che incombe sull’impresa in posizione dominante - nel caso di specie, su TIM e WIND, dominanti ciascuno nel mercato della terminazione sulla propria rete - è fatto divieto alla predetta impresa di discriminare a favore delle proprie divisioni commerciali nell’offerta di servizi intermedi necessari ai propri concorrenti per competere nei servizi finali [Cfr. da ultimo, la decisione del Consiglio di Stato n. 1271/06, più volte cit., e il relativo provv. 13033 dell’Autorità, Comportamenti abusivi di Telecom Italia, in Boll. 13/2004.]. Tale divieto è rafforzato dalla circostanza che i due MNO sono notificati quali operatori con notevole forza di mercato: TIM dal settembre 1999 e WIND dal settembre 2005.
367. In conclusione, la complessiva analisi del mercato all’ingrosso dell’accesso alle infrastrutture di rete, unitamente a quella del contiguo mercato retail dei servizi di comunicazione mobile, non consente di confermare l’ipotesi, prospettata in sede di avvio di istruttoria, della sussistenza di una posizione dominante collettiva degli MNO nel mercato dell’accesso.
Questa è la frittata. TIM, Vodafone e Wind avrebbero fatto tutti e tre comportamenti analoghi agli stessi clienti, con finalità escludenti, ma Vodafone è stata stralciata per gli impegni a fare degli MVNO e per gli altri è stato detto che non c'era una dominanza collettiva; il fatto che facessero ciò agli stessi clienti era pura coincidenza..
391. Ai sensi dell’articolo 15 della legge n. 287/90, nei casi di infrazioni gravi, l’Autorità dispone l’applicazione di una sanzione amministrativa pecuniaria. Pertanto, l’obiettiva gravità degli abusi accertati, per loro stessa natura e per la posizione detenuta dai gestori mobili TIM e WIND nei rispettivi mercati in cui le condotte sono state poste in essere, comporta la loro sanzionabilità
Credo non occorrano commenti... A questo punto TIM e WIND hanno detto "perchè solo a noi ? anche Vodafone e l'antitrust ha risposto che...
Diversamente da quanto sostenuto dalle Parti, si rileva che la gravità e conseguente sanzionabilità degli abusi realizzati da TIM e WIND è pienamente compatibile con la decisione di accoglimento degli impegni proposti da VODAFONE, stante il fatto che ai sensi dell’articolo 14 ter della legge n. 287/90 - conformemente agli orientamenti espressi dalla Commissione [Memo 04/217 Commitment decisions del 17 settembre 2004.] ed alla prassi dell’Autorità - l’unico limite di opportunità può essere rappresentato dai cartelli segreti hardcore.
393. In particolare, le condotte contestate a TIM e WIND:
- hanno ostacolato la rivendita di terminazione a livello wholesale, eliminando qualsiasi forma alternativa di approvvigionamento di terminazione all’ingrosso per i propri concorrenti (cfr. sez. VIII, 2, punti: a, i, per TIM, e b, i, per WIND);
- hanno impedito agli operatori alternativi di formulare offerte retail F-M alla clientela aziendale in concorrenza con quelle dei due gestori. Le condotte abusive di TELECOM appaiono più gravi di quelle di WIND in quanto poste in essere da un operatore dominante a livello di gruppo non solo nel mercato a monte dell’offerta di servizi di terminazione sulla propria rete, ma anche nel mercato a valle dell’offerta di servizi fisso-mobile all’utenza aziendale, che ha sfruttato questa sua peculiare caratteristica per preservare e/o rafforzare la propria posizione di dominanza. Inoltre, le condotte appaiono avere avuto efficacia piena per tale operatore, la cui quota di mercato, in termini di gruppo, si è mantenuta alta e stabile nel corso del tempo (cfr. sez. VI, 4).
394. In merito alla durata degli abusi di posizione dominante individuale di TIM e WIND nei mercati della terminazione sulle rispettive reti mobili, si ritiene che le condotte di TIM possano essere imputate quale abuso a partire almeno dalla metà del 1999, anno a cui risalgono le offerte contenenti gravi discriminazioni in termini di condizioni tecniche e/o economiche per i servizi di terminazione F-M (cfr. in particolare, doc. 4.3, supra in sez. VIII, 2, a, i); per WIND, a partire dalla fine del 2001, quando sono state commercializzate offerte contenenti analoghe discriminazioni (cfr., inter alia, tab 21, supra in sez. VIII, 2, c, ii). Entrambi gli abusi risultano tuttora in corso.
397. In merito all’affermazione di TIM secondo la quale le condotte abusive sarebbero terminate nel 2005 con la sostituzione dei contratti di CS “1038” e “Nonsolomobile” con i contratti “Selection TIM” e “PABX Direct Link”, si evidenzia che:
i) l’abuso ha riguardato non solo tali contratti bensì un’ampia gamma di contratti standard e personalizzati;
ii) TIM si è limitata ad osservare che non sono state più fatte nuove attivazioni con riferimento alle due sole tipologie di contratti in CS citate, mentre non ha fornito alcuna prova che tutte le altre tipologie di contratto, standard o personalizzate, per le quali è stato rilevato il comportamento discriminatorio, non siano più in vigore. Inoltre, documentazione depositata agli atti, anche dopo l’invio della comunicazione delle risultanze istruttorie, attesta che le offerte tuttora formulate da TIM e WIND, quanto meno alla grande clientela, presentano prezzi ben inferiori alle tariffe regolamentari della sola interconnessione di terminazione (cfr. sez. VIII, 2, d)
Ovvero, le violazioni contestate erano pratiche che TIM e WIND avrebbero continuato a fare anche durante il processo svolto dall'Antitrust!
DELIBERA
1) che le condotte poste in essere da TELECOM Italia S.p.A. (già TIM S.p.A. e TIM Italia S.p.A.) e WIND Telecomunicazioni S.p.A., configurabili come pratiche discriminatorie nei rispettivi mercati all’ingrosso dei servizi di terminazione sulle proprie reti, e consistenti nell’applicazione alle proprie divisioni commerciali di condizioni tecniche e/o economiche per la terminazione delle chiamate fisso-mobili sulle proprie reti più favorevoli rispetto a quelle praticate ai propri concorrenti, costituiscono distinti abusi di posizione dominante, in violazione dell’articolo 82 del Trattato CE;
Amen.
"... e io pago...."
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