Dice Tiscali:
Tiscali
"non può che dare una valutazione negativa degli impegni che Telecom
Italia ha recentemente proposto all'Autorità per le Garanzie nelle
comunicazioni" in merito all'apertura della rete.... A giudizio di Rosso, infatti, gli
impegni "non rispettano il set minimo di impegni individuato da Agcom
nella delibera che ha aperto l'attuale fase di consultazione; non
introducono misure regolamentari innovative, anzi risultano, in alcuni
punti, limitare le disposizioni delle delibere già oggi vigenti; non
garantiscono un'effettiva separazione funzionale e misure atte a
realizzare l'equità dell'accesso alle funzionalità di rete; non
introducono obbligazioni in relazione all'accesso alla rete di nuova
generazione, in grado di tutelare gli investimenti degli operatori
alternativi ed evitare ogni rischio di rimonopolizzazione da parte di
Telecom Italia; vanificano l'efficacia dell'organo di vigilanza
(previsto nell'esperienza inglese e auspicato da Agcom) del quale non
garantiscono l'indipendenza necessaria da Telecom Italia e i cui
compiti e poteri non appaiono idonei a garantire un controllo incisivo
sull'effettivo rispetto degli impegni". La ricetta di Tiscali, dunque,
è quella di "realizzare una reale separazione funzionale della rete di
Telecom Italia come strumento di implementazione dell'attuale quadro
regolamentare che è stato finora ampiamente disatteso; quale effettiva
garanzia della parità di accesso alle infrastrutture per tutti gli
operatori inclusa Telecom Italia; quale unica possibilità di
implementare velocemente, ma sotto un preciso controllo del regolatore,
le reti di nuova generazione nel nostro Paese".
In sostanza anche Tiscali concorda con quanto scrivevo sulle pagine di Libero Mercato; d'altro parere Bernabè che, da eccellente oste qual'è, ovviamente dice che il suo vino é buono.
Link: 24 ORE Borsa On Line.
(Il
Sole 24 Ore Radiocor) - Roma, 30 set - "L'attuazione degli 'impegni'
garantira', indistintamente a tutti gli operatori, e Telecom Italia
stessa, la fornitura dei servizi di accesso all'ingrosso in cui Telecom
Italia detiene una posizione di significativo potere di mercato negli
stessi tempi, alle medesime condizioni e attraverso procedure
uniformi". Lo ha detto l'a.d. di Telecom Italia, Franco Bernabe',
affermando quindi in audizione alla Camera a proposito della rete che
"di conseguenza, gli impegni determineranno il superamento dei rischi
competitivi tradizionalmente associati dall'Autorita' all'integrazione
verticale di Telecom Italia, nonche' l'aumento del grado di
concorrenzialita' nei mercati europei".
Non mi soffermerei oltre sul batti e ribatti sugli "impegni"; dopo che sono uscite le prime timide critiche che dicevano che il re e' nudo, oramai e' chiaro a tutti che non sono atti a garantire la concorrenza ma anzi, avvantaggerebbero Telecom Italia stessa.
Giustamente Bernabè osserva la speciale responsabilità che grava in capo a Telecom e rileva che gli interessi di modernizzazione del Paese non si conciliano con quelli a breve termine di una azienda quotata. (se vuoi approfondire)
ROMA
(MF-DJ)--Telecom Italia e' "ben consapevole della rilevante
responsabilita' che grava su di essa" ed e' "pronta ad assumere un
ruolo primario per una crescita del sistema delle telecomunicazioni che
consenta di mantenere il nostro Paese all'avanguardia in questo
settore".
Lo afferma nel corso di un'audizione alla Camera l'a.d. di Telecom
Italia, Franco Bernabe', parlando dello sviluppo delle reti di nuova
generazione. Bernabe' sottolinea piu' volte la necessita' di un quadro
regolatorio che consenta ritorni agli investimenti sulle Ngn, perche'
"lo sviluppo degli investimenti nelle nuove reti avviene in un contesto
di mercato caratterizzato da un deficit della domanda di servizi a
banda larga, che rende piu' elevati i rischi imprenditoriali associati
a questo progetto".
A gravare sulla situazione, come sapete bene il debito di Telecom
Link: Telecom, Bernabè: capacità indebitamento a rischio senza rete | Internet e Technologia | Reuters.
ROMA
(Reuters) - Una legge che imponga a Telecom Italia la forzata
separazione societaria della sua rete fissa metterebbe a rischio la
capacità del gruppo telefonico di trovare nuovo credito sul mercato per
finanziare lo sviluppo.
Lo ha detto Franco Bernabè, amministratore delegato della società, nel
corso di un'audizione alla Camera, sottolineando che comunque la
situazione relativa ai 43 miliardi di debito lordo è "tranquillizzante"
anche nell'attuale situazione critica delle Borse internazionali perché
Telecom ha liquidità per i prossimi 24 mesi senza dover ricorrere al
mercato.
Sollecitato dall'osservazione di un componente della Commissione
Trasporti della Camera che suggeriva un intervento di legge per
separare in una nuova società la rete di Telecom, Bernabé ha voluto
puntualizzare "molto sinceramente" i rischi di una eventuale legge in
proposito.
"Telecom Italia ha oggi, cito dati della semestrale, 43 miliardi di
debito lordo, 37 miliardi di netto e quasi 30 miliardi di bond sul
mercato", ha detto Bernabè.
Nella semestrale mi pare sia stato detto 46,3 miliardi di debito lordo, non credo che Bernabè sbagli sul debito, forse gioca l'andamento dei cambi, la riduzione fatta con i proventi dalla cessione di Alice Francia e qualche riduzione di costi. Debito che, e' stato spiegato in Assemblea, deriva per 30 miliardi dall'OPA Olivetti/Telecom (quella di Colaninno, per intenderci) e il resto quindi probabilmente dalla gestione Tronchetti.
"Ha costantemente necessità di rifinanziamento di questo livello di
debito e quelli che hanno sottoscritto questo debito hanno come
garanzie le infrastrutture e gli investimenti che Telecom ha realizzato
nel passato. Ogni operazione che modifichi strutturalmente Telecom
Italia va verificata con quelli che hanno prestato i soldi a Telecom.
E' chiaro che uno può dire che il Parlamento è sovrano e può
legiferare. Benissimo, legifera dopodiché Telecom Italia non va più sul
mercato a prendere soldi e quindi gli investimenti non si faranno più".
Il problema è quindi la rinegoziazione del debito, dato che ci sono dei Covenants che ne complicano l'attuazione, come rilevavo a marzo:
Giusto un paio di cose: a 6 pagine dalla fine del blocco di carta
che ci è stato consegnato c'e' una frase che dice che il debito di
Telecom Italia non ha
..."financial covenant for
non compliance which require the repayment of the existing loan. They
do provide for the going clauses of negative pledge, related to the
commitment of non-modifying the object of the business or making over
corporate asset unless specific condition."
Suona un
po' ostrogoto, ma pressapoco dice che certa parte del debito prevede
che non si possa cambiare l'attività dell'azienda o cedere asset, a
meno di condizioni specifiche (quali ? mah!) e poi dice che..
"the
above metioned syndacated bank lines discipline the case where a
subject, other than the current relative majority shareholder or other
permitted acquiring shareholders, take the control of Telecom Italia
individually or jointly; in that case a thirty day period is
established during which the parties shall negotiate the terms to
continue the relationship"
che pressapoco dice che
nei contratti per quei prestiti fatti dalle banche, ci sono delle
condizioni che regolano il rapporto se c'e' un cambiamento di controllo
della societa', per cui il rapporto va rinegoziato entro trenta giorni,
a meno che non siano gli attuali azionisti di maggioranza relativa o
qualche altro acquirente che è permesso. (ma probabilmente mi sbaglio)
Se invece capissi bene,mi verrebbe da pensare che... forse anche
agli altri azionisti farebbe piacere sapere il nome degli altri
possibili acquirenti previsti, che sono esentati dalla
ricontrattualizzazione di quella parte di debito.
A questo punto, se capisco bene, sarebbe interessante sapere quanto debito e' soggetto a Covenant e chi sono gli acquirenti previsti. In ogni caso, per rifinanziare il debito di questi tempi, mi sa che sara' probabile un intervento del governo per tranquillizzare i finanziatori
Infatti Valducci non cambia idea:
"Le infrastrutture - rileva - non vanno intese esclusivamente
in senso tradizionale, non sono solo porti, aeroporti, strade, ma,
vista la crescente importanza delle comunicazioni elettroniche vanno
inserite anche le reti di telecomunicazioni stesse.
(e' la "fibra che ride", ndr, con punta di soddisfazione)
Mancano ancora
diversi soggetti da audire, nel mese che resta al termine
dell'indagine, ma appare ormai evidente - conclude Valducci - la
necessita' di aprire la rete ad una pluralita' di soggetti e impegnarsi
per il superamento del digital divide attraverso la costruzione di reti
laddove mancano. Sono convinto che questa indagine rappresenti un
valido supporto del Parlamento alle scelte del Governo".