lunga vita alla baia...
Link: La baia è risorta, lunga vita alla Baia! - Lastknight.com di Matteo Flora.
alcuni tasti sacri, che hanno a che fare con primordiali istinti di libertà, se toccati creano effetti domino poco prevedibili e ancora meno gestibili o monitorabili su vasta scala.
...invece morte a youtube.
Link: Ed una è andata… - Lastknight.com di Matteo Flora.
Veramente la più grande consulenza di parte che abbia mai condotto. E sono discretamente preoccupato. Come al solito c’è sempre il timore di non aver fatto abbastanza.
Non so, c'e' qualcosa che mi sfugge.
Matteo da una parte lavora gratis per far riaprire un servizio che consente di scaricare intere opere, in buona qualita', in violazione del diritto d'autore; un servizio che si fa un vanto di cio'.
Dall'altra lavora a pagamento per fare chiudere un servizio dove c'e' di tutto, grande creatività degli utenti, e, nel caso piu' incisivo, qualche minuto a bassa qualita' in violazione del diritto d'autore; un servizio e che offre ai titolari strumenti per rimuoverli.
Non capisco.
UPDATE:
Link: PI: L'Italia sblocca l'accesso a The Pirate Bay.
il mero accertamento statistico sulle operazioni che vi si svolgono non è sufficiente a ritenere che The Pirate Bay sia un oggetto nato per produrre una violazione ai danni del diritto d'autore...
"Per sequestrare qualcosa - sottolinea a Punto Informatico Francesco Paolo Micozzi - non è necessario accertare le responsabilità penali ma è necessario che esista il minimo fondamento che il reato sia stato commesso".
puo' darsi che ci siano errori procedurali o ch non sia illecito ospitare e rendere accessibili sequenze di hash che individuano file protetti da diritto d'autore in un formato usato da software di download. non sono un avvocato e lascio ad altri toccare questo punto. Vi invito a leggere i commenti a questo post per una discussione dove intervengono Matteo, Daniele, Inchiostro, Vincenzo, ecc.
TPB ha vinto il ricorso ... e chi viene beccato a scaricare ? Se un "utente" finisse nella rete dei controlli a campione la magistratura che "peso" adotterebbe ?
Ora i dns di molti providers di connettività puntano di nuovo al dominio, però resta una perplessità (almeno su quel che mi riguarda) in merito alle "azioni e alle reazioni" che la chiusura di TPB ha suscitato.
Scritto da: vincenzo vicedomini | 27/09/2008 a 10:36
Stefano, a mio avviso non si possono mettere sullo stesso piano le due iniziative, perchè la comparazione ha due difetti alla fonte.
Difetto di natura
Il caso YouTube è "lavorativo" ovvero un'azienda (Mediaset) chiede una consulenza per una SUA denuncia contro Google (via Youtube) e Matteo da buon consulente crede che sia una grande occasione per lui ed accetta (mi sono letto tutto le sue super FAQ sul caso YouTube).
Il caso ThePirateBay è "ludico" ovvero prendo a cuore un caso, che per i miei canoni internettiani pone dei limiti seri alla libertà di navigazione e ci metto del tempo libero per poter fare qualcosa. Matteo ha sempre preso ThePirateBay come caso esemplare per dimostrare come la censura in internet sia dannosa per la nostra privacy. Infatti sia nella presentazione di FoolDNS sia nel video di come spiega come sia facilissimo loggarsi con i propri dati su un sito censurato ha sempre preso come sito thepiratebay.
Difetto Etico
Proprio per il primo difetto si fa di solito confusione con l'etica che io chiamo "sindrome dell'avvocato". Per mettere in difficoltà una persona sul piano "etico" gli si chiede sempre: "tu difenderesti una persona che ha ucciso 10 persone?"
Matteo non ha mai dato giudizi di merito, ovvero non ha detto che è giusto scaricare torrent su ThePirateBay o che YouTube deve essere chiusa.
PS Non sono l'avvocato di Matteo Flora ;)
Scritto da: Inchiostro Simpatico | 27/09/2008 a 11:10
Vedi, Stefano, è che non stai guardando nella giusta direzione.
Non ho mai detto in nessuna parte della rete che ThePirateBay non stia commettendo illeciti o reati, ma solamente sto cercando di garantire ad un cittadino la possibilità di difesa senza censura.
Molti dimenticano che nel caso Mediaset vs. YouTube stavamo vedendo due enormi Corporate che combattevano sul piano delle licenze. Ambedue hanno un unico scopo: fare business.
Nell'altro vediamo una fantomatica associazione che, con motivi che personalmente ritengo pretestuosi ed errati, convince lo stato italiano ad andare contro un privato. Ed oscura un sito web sulla base di un "fumus" inaccettabile.
L'oscuramento di un sito, il bruciare un libro, lo zittire una persona, può anche eventualmente andarmi bene una volta constatate le fattive responsabilità, ma MAI come manovra preventiva sulla base di una ipotesi non suffragata da prove, ma solo da mere statistiche.
Questo comportamento di aggressione da "fumus" che è la base, come dico da anni, di uno status quo che rischia di sconfinare nello "stato di polizia".
Il fatto che ambedue le cause abbiano come soggetto di base la proprietà intellettuale non le mette in antitesi (appartengono evidentemente a due universi differenti), ma semplicemente evidenzia come nel mondo del Web la Proprietà Intellettuale sia _IL_ problema aperto.
In parole povere: nessuna connotazione morale o tecnica. E non ritengo, personalmente, che una Corporate che richiede ad un'altra Corporate di pagare per un prodotto su cui sta lucrando e di chi non ha titolarità sia CENSURA.
Perchè sia CENSURA c'è bisogno della decisione di uno STATO.
Come in ThePirateBay.
E così, personalmente, non mi va bene. E se non sono d'accordo sono abituato a dare una mano nel ripristinare delle condizioni che sono, a mio avviso, quello che dovrebbe essere lo "status" di un paese civile.
Scritto da: Matteo G.P. Flora | 27/09/2008 a 12:20
Senza offesa (ma ad ognuno il proprio mestiere...), i due casi sono molto diversi dal punto di vista giuridico. E Mediaset non ha chiesto la chiusura di YouTube (se, poi mi si dicesse che la richiesta di Mediaset sarebbe in grado di piegare Gooogle...).
Sull'etica non discuto. Al parte il fatto che ognuno ha la sua, sarò cinico (e forse anche un po' fuori moda), ma sono discorsi nei quali non ho mai creduto.
Scritto da: Daniele Minotti | 27/09/2008 a 13:01
Sono d'accordo. Tempo fa avevo parlato del fatto che l'affare YouTube-Flora aveva il pregio di porre in essere una questione importante ma degenerata sull'attacco personale: l'etica.
Ogni professionista dovrebbe averne una secondo me, il parametro che orienta la risposta ad un problema piuttosto che ad un altro, non può essere la semplice volontà tutelata dalla considerazione "faccio quello che voglio sono fati miei". Sono fatti personali è vero, ma senza etica i fatti personali sono un'accozzaglia di scelte a convenienza.
Insomma il problema è complesso, ma abbastanza importante, e il caso di Matteo è utile per riflettere in generale su quello che un blogger è, che va oltre il mero fatto di scrivere su un blog.
Scritto da: Mushin | 27/09/2008 a 13:17
Ho cercato di raggogliere le risposte:
http://www.lastknight.com/2008/09/27/mediaset-vs-thepiratebay/
Scritto da: Matteo G.P. Flora | 27/09/2008 a 13:46
Grazie per i commenti.
speravo che ne arrivassero.
non ribattero' punto per punto, non e' il pelo che mi interessa ma il senso complessivo
mi pare che la discussione possa essere portata su rte livelli
a un primo livello, mi pare, ci sono delle leggi e delle procedure. Non ne so abbastanza, lascio a daniele e al resto degli amici legali approfondire se leggi e procedure sono state rispettate.
ad un secondo livello, da cittadino, posso criticare o giustificare i principi cui le leggi si ispirano. personalmente ritengo che le leggi odierne mal si adattino al nuovo mondo e siano troppo tutelanti per alcuni soggetti e poco per altri soggetti. credo che smaterializzazione, digitalizzazione e interoperabilita' abbiano ridefinito il mondo e siano necessari nuovi equilibri su cui basare revisioni delle norme. e su questo cerco di impegnarmi, come sapete bene.
ad un terzo livello mi pare ci sia il tema dell'etica personale
alla domanda "difenderesti uno che ha ucciso 10 persone ?" la risposta e' assolutamente NO.
non lo difenderei. la mia sentenza sarebbe gia' emessa.
ma qui il presupposto e' che io sia sicuro che ha ucciso 10 persone. lascerei ad altri, che non ne sono sicuri, il compito di difenderlo, cosi' come invece difenderei una persona che -si dice- potrebbe avere ucciso 10 persone.
che si tratti di privati o aziende, non mi pare cambi molto. le aziende sono fatte da persone e se qualcuno danneggia un'azienda danneggia anche le persone che persone che ci lavorano (chiedere alle hostess :-). sia che lo faccia con dolo o speculando, sia che lo faccia per imperizia gestendo.
McLuhan diceva che il mezzo e' il messaggio, ma in un certo senso e fino ad un certo punto.
Non confondiamo uno strumento con un messaggio.
Va bene difendere fino alla morte il diritto di qualcuno a *dire* qualcosa (messaggio), come disse la Hall, ma non difendere fino alla morte un diritto a *fare* qualcosa (strumento).
estremizzo per illustrare cio' che intendo: personalmente non ritengo di dover aspettare a vedere bambini mutilati per ritenere assassini chi produce mine-giocattolo.
ma forse la differenza e' proprio alla base. tu matteo ritieni che ci sia un "fumus" nei confronti di TPB mentre io sono certo che TPB e' uno strumento finalizzato a far commettere atti illeciti.
ciascuno giudica come crede e si comporta di conseguenza. ma permettimi di continuare a non capire la tua differenza di atteggiamento nei due casi.
Scritto da: Stefano Quintarelli | 27/09/2008 a 15:40
Giustamente non posso che essere daccordo con Stefano, anche se a volte la differenza è veramente minima, quasi come la tela di un ragno... Lo stato non ha chiuso/censurato TPB perchè credeva che si potessero eventualmente compiere illeciti ma proprio perchè tali violazioni erano state accertate. All'età della ragione : 6 anni, anche un bambino capisce che TPB vuole permettere ai cittadini del globo di scambiare qualsiasi cosa... Puo' uno stato democratico permetterlo? Puo' un esperto di sicurezza difendere il principio e non l'uomo/azienda? Secondo me ha sbagliato il caso... L'ideale era valido, l'esperienza pratica meno. (poi non voglio entrare nella vicenda Mediaset perchè bisognerebbe scrivere un dossier di 500pagine e sarebbe un mix tra etica/lavoro/arrivismo e libertà)
Scritto da: Marcello | 27/09/2008 a 16:15
Francamente trovo agghiacciante l'idea che si debbano applicare etiche diverse a seconda che si parli di lavoro o di attività ludiche dando a queste ultime attenuanti tali da considerarle impunibili.
Ricordate alla sapienza quando pare per giocare con un'arma hanno fatto fuori una studentessa.... attività ludica.
Per il resto quinta mi ha tolto le parole di bocca!
bob
Scritto da: Roberto Dadda | 27/09/2008 a 16:45
Quindi Stefano, estremizzando, anche la posta elettronica e' uno "strumento finalizzato a far commettere atti illeciti" (ti ho appena mandato in allegato l'ultimo mp3 di Pupo di cui mi dicevi ;).
saluti
Scritto da: massimo mantellini | 27/09/2008 a 16:46
Secondo me stiamo scemando... Un conto è il mezzo, un conto l applicazione generica (sito web), un conto un applicazione che ha un nome e uno scopo dichiarato (sito TPB). E' come se attraverso l'etere un canale trasmette h24 giardinaggio e l'altro invece invoca al suicidio o forma terroristi. Non mi sogno di criticare la TV, o le trasmissioni in genere. Critico il canale X o Y. S esono uno stato invece non critico, applico la legge.
Scritto da: Marcello | 27/09/2008 a 16:57
Il problema non è ThePirateBay in quanto tale (per le legge internazionali dovrebbe chiudere, per quelle svedesi è legale) ma il procedimento legale che è stato attuato (su questo sono con Matteo).
Non ho ben capito se c'è stata una denuncia formale, una soffiata o cosa per bloccare i DNS (e da cittadino mi preoccupa molto).
Censurare DNS in Italia non è più un vezzo ma uno strumento di stato per limitare la libertà di navigazione. Ricordate la censura del gambling online andando contro leggi europee che tutt'ora persiste? I siti che sono scesi a compromessi, hanno pagato la tangente di stato per essere visibili (vedi BetAndWin) gli altri sono ancora oscurati ed intanto vengono fuori i primi siti di gioco online "legali" ovvero approvati dallo stato, buffo no?
La mia paura è che dopo TPB si censurino/sequestrino siti che dicono cose un pò scomode rendendo il web un luogo più simile ad un palinsesto tv e meno ad un mare sconfinato con le sue meraviglie e le sue mostruosità. Quando la censura prende piede si auto alimenta diventando grottesca e terribilmente fastidiosa.
@Roberto Dadda
Ho solo analizzato le due situazioni ed a mio avviso sono diverse tutto qui. Tirare fuori fatti di sangue è fuori luogo e di cattivo gusto ;)
Scritto da: Inchiostro Simpatico | 27/09/2008 a 17:36
@inchiostro simpatico Non capisco cosa centri il cattivo gusto, la domanda diventa quale è il limite, un atto illegale, ma ludico è scusabile fino a quando?
Se rubo in un suppemercato per gioco vado punito meno che se rubo per rivendere in un negozio? Si cade nel relativismo assoluto e inaccettabile.
@mantellini Estremizzando si esce da ogni logica, ma quale sarebbe l'uso "legale" di TPB? Esiste un uso legale? In coscienza qualcuno può dire di essere convinto che se ne faccia un uso legale?
bob
Scritto da: roberto dadda | 27/09/2008 a 18:22
@mante: ho "il meglio di Pupo" in Stereo8...
lo ho duplicato e te lo ho spedito per raccomandata..
Scritto da: Stefano Quintarelli | 27/09/2008 a 18:40
@Stefano Quintarelli
paragonare thepiratebay alle mine giocattolo mi sembra un tantino esagerato. E' un pò troppo facile alcune volte estremizzare dicendo che si estremizza.
@Roberto Dadda
e chi decide quando qualcosa può essere dichiarato illegale a priori ? Ovvero cosa può essere "ovviamente" illegale senza che venga fatto un processo ?
Scritto da: michele | 27/09/2008 a 19:41
Michele, hai ragione, e' che non mi sono venute in mente in fretta altri esempi in cui qualcuno fa qualcosa esplicitamente per danneggiare un altro (e in piu' se ne vanta e lo sfotte)
a te ne vengono in mente altri ?
pero' credo di essere riuscito a far passare il messaggio lo stesso con questa iperbole.
una cosa e' illecita a prescindere che lo stabilisca un giudice.
faccio un'altra iperbole. se io uccido, faccio una cosa ovviamente illegale. un processo lo stabilisce, ma l'illegalita' ovviamente c'e' anche se non mi beccano.
qui ho al volo un'analogia meno iperbolica. se parcheggi in divieto di sosta fai ovviamente una violazione, anche se un vigile non lo stabilisce dandoti la multa. (si dice per l'appunto che viene accertata l'infrazione; la violazione esiste a prescindere dall'accertamento).
Scritto da: Stefano Quintarelli | 27/09/2008 a 19:59
Beh, intanto cominciamo col dire che chi vuole criticare l'etica di queste cose non capisce un tubo di diritto (sorry), perche' uno dei presupposti e' che le due cause siano assimilabili. E non e' cosi'.
Cominciamo da questo prima di fare i preti laici che opinano l'etica altrui? Vogliamo discuterne?
Scritto da: Daniele Minotti | 27/09/2008 a 20:48
Daniele, non metto in dubbio che siano cose molto differenti da un punto di vista giuridico e non parlo di quello.
cosa succedera' se non si potranno controllare gli estremi di una conunicazione in casi palesi ? che si spingera' per controllare il payload delle comunicazioni.
certe decisioni vengono prese tagliando con l'accetta. puo' non piacere, ma e' cosi'. IMHO
Scritto da: Stefano Quintarelli | 27/09/2008 a 22:54
Se si tiene tanto a creare un caso Flora, ho poco da dire. Ma, francamente, ho altro da fare.
Comunque, non sono stato io a porre alla base di questo processo etico un presupposto falso, vale a dire la presunta specularita' delle due cause.
E se il presupposto e' falso...
Scritto da: Daniele Minotti | 28/09/2008 a 03:31
Mi stupisce che qualcuno possa pensare che l'etica sia una cosa da preti, io faccio parte della vecchia scuola che pensa che sia una cosa di tutti.
Francamente non ho gli strumenti per dire se da un punto di vista strettamente legale le due causa siano speculari o assimilabili (termini che tra l'altro non capisco a fondo nel contesto per mia ignoranza), ma non c'è dubbio che una delle questioni va nella direzione della difesa del diritto d'autore l'altra nella direzione della difesa di chi mette a disposizione strumenti per violarlo: stare sui due fonti contemporaneamente pare, all'uomo della strada, un poco strano, vantarsene paradossale.
Sarebbe bello che qualcuno, senza tirare in ballo cose palesemente assurde come il professionale e il ludico o lo stato o il privato, spiegasse all'uomo della strada perché le due posizioni sono conciliabili.
Io credo che matteo, che si è dimenticato di specificare se è CTU o CTP, si stia un pochino arrampicando sui vetri insaponati quando per esempio ci dice che il consulente deve sempre cercare la verità perché a meno che non viva nel mondo delle favole sa benissimo che il consulente di parte è pagato, in denaro fama o soddisfazione, per tirare l'acqua al mulino della parte.
Io credo che la discussione nasca non tanto dal fatto che matteo abbia seguito le due cause, quelli sono affari suoi, ma dal fatto che a distanza di tre post sul suo blog se ne vanti come se nulla fosse, senza considerare che all'uomo della strada la cosa sembra incoerente e senza dare una convincente spiegazione, se esiste, della coerenza salvo dire che in una causa lui andrebbe con il "primo che lo chiama"....
O no?
bob
Scritto da: roberto dadda | 28/09/2008 a 11:11
**@Dadda**
A volte non capisco se non capisci o NON VUOI capire. Non che sia importnate, eh, solo curiosità personale :)
A parte la ridicola domanda se io sia CTU o CTP (ancora una volta pretestuosi cavilli su un termine che conosci, si evince, marginalmente): in un caso ho presentato la perizia _insieme alla parte offesa_ Mediaset, nell'altro ho lavorato _con gli avvvocati_ della difesa. Cosa pensi possa essere? :)
Per i resto è veramente tanto semplice, sai?
* Mediaset vs. Youtube va nella direzione della difesa del Diritto d'autore.
* FIMI vs. ThePirateBay va nella direzione del Giusto Processo e del Diritto alla Difesa.
Che c'è, ancora, da spiegare?
Mah... :D
Scritto da: Matteo G.P. Flora | 28/09/2008 a 11:48
Dai Matteo, dillo che volevi far polemica. :P Scherzi a parte.
A me sembra che in questa discussione non si capisca molto e non si arrivi a conclusioni probabilmente perchè porta ad un vicolo cieco. Fatemi capire: allora emule istiga alla pornografia ed alla violenza perchè contiene filmati di ragazzi che si costruiscono le pistole (è lo stesso per YouTube)? E se domani si sveglia la Warner Bros e vuol far chiudere il sito di eMule?
Cioè: vi siete mai chiesti perchè http://www.emule-project.net è ancora UP in Italia e non c'è stato mai nessun provvedimento?
Magari son domande più utile invece che menarla sull'etica e sul cercare similitudini nel confronto.
Scritto da: Dario Salvelli | 28/09/2008 a 12:13
In tutta onestà, di tutto il discorso, personalmente non comprendo il perchè nel caso di TPB si parli di censura. E' questo che mi sfugge. Per il sequestro del sito ? Facciamo un passo indietro e ricordiamoci che l'oscuramento "preventivo" di TPB nasce dall'indagine e dalla chiusura del tracker torrent italiano Colombo-BT su cui c'è stata/c'è un'inchiesta e ci sono delle persone denunciate. Da questa inchiesta si è visto che >presumibilmente< colombo-bt commetteva illeciti appoggiandosi al tracker TPB che in sostanza forniva loro "il materiale" per commettere l'illecito.
Ora, farò un esempio terra terra e spero non estremo. Immaginiamo di vendere merce di dubbia provenienza e di subire un'incursione dei NAS (sì sono proprio incursioni) i NAS accertano l'illecito e sequestrano la nostra attività e la nostra merce. Poi cercano l'origine della mia merce e beccano il mio fornitore che a sua volta subirà il sequestro di attività e merce se è in Italia altrimenti sarà segnalato alle dogane se si trova a Singapore o in capo al mondo.
Posso dire di essere stato censurato ? Se vanno prima dal mio fornitore e lo chiudono, posso mai protestare io che commetto un illecito prendendo la merce da lui.
TPB non mi pare produca contenuti propri tali da poter parlare di censura di opinione o di qualsiasi altro tipo. Tanto per fare un esempio estremo, se chiudessero il repository di Debian.it (Marco mi pare sia intervenuto qui in passato) state certi che sarei il primo a parlare di censura o di boicottaggio e mi attiverei per quel che mi è possibile. Ma nel caso di TPB tutto posso dire meno che sia stato "censurato" anzi, personalmente trovo l'azione intrapresa "in linea" coi modi in cui normalmente si opera il altri campi (*è questo il vero difetto*) . Magari sarebbe, sempre dal mio personale punto di vista, più interessante capire le cause che hanno portato al "dissequestro" del sito.
Scritto da: vincenzo vicedomini | 28/09/2008 a 12:25
@matteo Credo a questo punto dai l'impressione di essere in malafede!
Consulente tecnico di ufficio è il consulente del giudice al quale vengono posti quesiti ai quali si impegna di rispondere secondo scienza e coscienza in modo da stabilire quale sia la verità tecnica sulla base della quale il giudice formulerà il proprio giudizio.
Il consulente di parte è impegnato a portare ogni argomentazione che permetta alla sua parte di vincere.
Credo che non ti sfugga la abissale differenza!
Io ho rivestito in alcuni casi una parte, in alcuni casi l'altra e no, non è una differenza irrilevante.
bob
Scritto da: roberto dadda | 28/09/2008 a 14:05
Dimenticavo scusate:
La differenza sostanziale tra CTU e CTP è ulteriormente dimostrata dal fatto che il codice di procedura prevede che il CTU giuri "di bene e fedelmente adempiere le funzioni affidategli al solo scopo di far conoscere al giudice la verità", mentre il CTP non giura ed è tenuto solo a una molto vaga aderenza ai principi deontologici della sua professione a alla moralità.
bob
Scritto da: roberto dadda | 28/09/2008 a 14:20
Stefano, personalmente (ma sono solo un "neofita dell'etica") non credo ci sia un gran problema nel prendere parte a entrambe le cause.
Quello che mi infastidisce un po', invece, è la confusione che nasce quando si parla del "perché" Matteo abbia preso parte a questa vicenda.
Dal post sul suo blog, Matteo sembra ergersi a difensore dello stato di diritto. Il messaggio che arriva è che, in maniera del tutto disinteressata, si è schierato a favore di TPB per amore della verità e null'altro.
Eppure, questa vicenda ha, potenzialmente, un forte ritorno di immagine sul suo business (parlo di FoolDNS, naturalmente). Quale servizio più affidabile, per un utente in cerca di privacy, se non quello offerto da chi, in maniera disinteressata, difende i diritti di noi naviganti?
Matteo ha sicuramente considerato tutto questo quando ha deciso di entrare nella causa TPB. Probabilmente non c'è niente di male, il marketing è fatto così.
È l'estremo enfatizzare del ruolo di paladino dei diritti civili che stona un po'.
Scritto da: alezzandro | 28/09/2008 a 14:40
@Dadda
No, non e' l'etica che e' roba da preti. E' il fatto di voler a tutti i costi giudicare.
Scritto da: Daniele Minotti | 28/09/2008 a 16:47
Purtroppo il caso dimostra come la dicotomia tra il legittimo e il ragionevole sia quella terra di nessuno dove ognuno può nascondersi quando vuole sostenere l'una o l'altra parte. La confusione che ne scaturisce non porta a risultati apprezzabili.
Chi sostiene che un consulente svolga il suo lavoro e sia legittimato a farlo, sostiene il vero, dal punto di vista della legittimità, ovvero del rispetto delle regole sociali (le leggi), che rappresentano il limite minimo invalicabile sotto al quale non si può scendere senza macchiarsi di un fatto che mina la convivenza civile pacifica.
Ciononostante su quello stesso limite minimo non è detto che tutti ci si debba schiacciare. Anzi, tra quello e la santità c'è tutta una zona su cui ci si riposiziona a seconda delle proprie aspirazioni ai valori del buon senso, del rispetto e della coerenza, valori che elevano e nobilitano la natura umana.
Chi si vuole trincerare dietro l'essere "a posto" con le regole, usa li limite inferiore. Chi coglie e si misura con una realtà superiore, vede l'incoerenza di un'atteggiamento che toglie dalle sue premesse, dai suoi assunti, il desiderio continuo di aspirare a un comportamento superiore sul piano "umano", quello che cioè si intende per "etica".
Non tutti condividono questa aspirazione, e dunque non c'è terreno di intesa tra le due visioni della cosa, ovvero tra chi si accontenta della superficie delle leggi, e chi vorrebbe edificare un castello di "leggi proprie" più stringenti dal punto di vista morale.
Per i primi, ThePirateBay non ha nulla di illegale in quanto è un mero servizio di sharing, di cui l'utente può fare un uso più che legittimo. Per i secondi risulta estremamente evidente, nonchè anche cosa di buon senso, che già dal nome il servizio contiene in sè un'istanza di rivendicazione della libertà dei contenuti digitali attualmente protetti da diritto d'autore.
Lo stesso dicasi del caso del ragazzo finlandese che prende una pistola, spara in direzione della telecamera e dice "il prossimo sarai tu". Si possono fare le stesse identiche considerazioni tra i due livelli di interpretazione.
Io personalmente ritengo che una forma di etica vada applicata in ogni contesto, perchè l'uomo dovrebbe perseguire il fine superiore di raffinare le proprie aspirazioni morali in una direzione migliorativa.
Ma c'è chi si accontenta, ...e le leggi sono lì apposta per tutelarlo, dunque è legittimato a farlo.
Claudio
Scritto da: Claudio Messora | 28/09/2008 a 18:47
A me sta storia dell'etica non piace molto, perchè è troppo aleatoria e dipende molto dalla cultura di ogni paese ed applicarla ad internet può essere controproducente.
TPB è feccia, per molti, e quindi se io scaricassi un file legale dalla baia (ce ne saranno pochi ma ci sono) eticamente sarei nel torto perchè utilizzo uno strumento illegale, ma allora anche Google indicizza molte schifezze ma nessuno dice che la grande G è illegale.
Le leggi italiane sono lacunose e di solito la poltica arriva 20 anni dopo la tecnologia ed indubbiamente il copyright è da riformare e preferisco poter accedere liberamente anche a dei siti scomodi che sottostare a qualche lista di "corretta navigabilità" di chissà quale ente di stato.
Si sa dove si inizia non si sa dove si finisce.
Scritto da: Inchiostro Simpatico | 28/09/2008 a 19:22
Gia', per esempio.
Scritto da: Daniele Minotti | 28/09/2008 a 20:52
@vincenzo vicedomini. TPB e Colombo-bt sono legati esclusivamente dal fatto che a contestare qualcosa a loro sia stato lo stesso gip. per il resto non hanno niente a che fare. Tanto è vero che colombo-bt aveva un proprio tracker (gioia e dolori dello stesso sito). qualsiasi release veniva poi esportata su tutti i piu famosi indexer... definire l'oscuramento di TPB giusto perchè probabilmente coinvolto nelle indagini su colombo-bt è dire una sciocchezza non vera e non supportata da nessuna prova o fatto oggettivo.
tanto per fare chiarezza su questo punto.
Scritto da: matteo | 28/09/2008 a 21:54
ops, scusare. ovviamente il messaggio qui sopra è mio, ma nn vogilo che possa essere confuso con flora. siamo ovviamente due persone differnti.. non avevo pensato al fatto che il mio nome potesse generare equivoci. scusate ancora
Scritto da: MAtteo | 28/09/2008 a 21:55
Dietro tutto questo c'è l'assunto di una relazione biunivoca tra due insiemi: TPB->scarico roba illecita roba illecita->TPB.
Non è (sempre) così: su TPB esistono torrent di materiale prodotto da utenti di tutti i tipi, nonché mp3 diffusi liberamente dagli artisti stessi, nonché programmi freeware.
Per carità, non nego che la maggior parte del materiale sia illecito. Ma non tutto. Il diavolo è sempre meno brutto di quello che lo si dipinge ;).
TPB svolge anche un servizio lecito...diffidate dalle crociate. Invece di chiudere il servizio assumendo che tutto il contenuto sia illecito, per quale motivo non ci si limita a togliere quello illecito? Meditate, gente, meditate...
Scritto da: mestesso | 29/09/2008 a 11:06
Io mi pongo alcune domande. Il numero di Goedel di un'opera protetta dal copyright è protetto dal copyright? Se io metto online una lista di numeri di Goedel di opere protette (e non), commetto un illecito? Se in realtà la lista non la gestisco io, ma la faccio gestire ai miei utenti, io commetto un illecito? E in che misura posso esser ritenuto responsabile di quello che fanno i miei utenti?
Scritto da: FDG | 30/09/2008 a 00:41
Nota: l'ironia e l'irriverenza non mi pare siano un reato.
Scritto da: FDG | 30/09/2008 a 00:44
Non ho tempo per leggere tutto... quindi procedo per semplice simmetria:
"Tu sei preoccupato delle questioni di privacy legate a Google, pero' minimizzi le questioni di privacy legate all'uso degli RFID (che produci con la tua Eximia)."
(non credo serva che ti linki i tuoi post passati in cui sostieni queste due posizioni; o forse si? Ho il tuo blog mirrorato... non fare il furbetto come accaduto altrove...)
Stai facendo il discorso del "tornaconto barcamp" che faceva Giovy (barcampitalia) 18-24 mesi fa. Forse da buon cattolico tendi a dimenticare cosa sia la liberta' di coscienza? O forse tale liberta', come le altre, e' valida solo per se stessi e non per gli altri? O forse e' valida solo quando fa comodo come e' capitato di dire a Minotti a proposito degli art. 21 e 24 della Costituzione?
(Te lo ricordi Vinton Cerf a proposito della "ivory tower"?)
Scritto da: mfp | 02/10/2008 a 06:10