Corriere della Sera
Il management di Telecom Italia ha
fatto finora tutto ciò che doveva per cercare di rimettere il gruppo in
carreggiata. Ma, a detta di Corrado Passera, questo non basta. Secondo
l’amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, azionista con il 10,6% di
Telco, la cassaforte del gruppo telefonico, per arrivare alla svolta
«c’è ancora parecchio lavoro da fare». Finora, ha spiegato Passera a
margine della presentazione della stagione 2009-2010 del Teatro alla
Scala, quello che ha fatto Franco Bernabè era «un lavoro assolutamente
necessario». Il taglio dei costi, la ristrutturazione e la nuova
organizzazione erano, insomma, scelte obbligate. Ma adesso l’attenzione
è rivolta alle prossime mosse.
Egr. Dott. Passera (o meglio, suoi collaboratori), posso
indicare qualche approfondito studio, molto specifico, "unbiased", che
illustra il quadro italiano (situazione e prospettive) che, come vado ripetendo, e'
strutturale.
Asca
Il ministro del welfare, Maurizio
Sacconi, invita Telecom Italia ad una ''moratoria dei licenziamenti'' e
fa presente che sono a disposizioni ammortizzatori sociali che
consentono di superare la fase di diffolta' senza iterrompere il
rapporto di lavoro
Se c'era qualche dubbio che "il Governo" non ha ancora maturato una
posizione analizzando la situazione, questa e' la controprova. On.
Sacconi (o suoi collaboratori), c'e' una minima situzione congiunturale, ma il problema e'
strutturale, dettato dall'evoluzione dell'elettronica. Tra le tante affermazioni possibili, questa non centra il punto. ("misses the point").
E senza un ruolo del governo, la matassa non si puo' districare.
Finanza e Mercati
Quanto alle indiscrezioni su un eventuale scioglimento del patto di sindacato (che tiene legati in Telco i soci Telefonica, Generali, Mediobanca, Intesa Sanpaolo e Sintonia), a gettare acqua sul fuoco è stato il vicepresidente di Piazzetta Cuccia Marco Tronchetti Provera, precisando che in Mediobanca non è mai stato affrontato il tema dello scioglimento. «L’argomento - ha detto - non è stato mai all’ordine del giorno».
mi sembra naturale, manca qualche mese ai termini..
Ma che attorno a Telecom, o meglio attorno al patto che tiene uniti i soci di Telco, ci sia fermento, è ormai indubbio. Lo scioglimento del patto potrebbe essere una soluzione per chi teme una fusione con Telefonica (grazie alla creazione di un nuovo patto di sindacato con la Findim di Marco Fossati al posto dei soci spagnoli) o per chi, come i Benetton, non ha mai nascosto la propria insoddisfazione per le performance del titolo. Secondo Il Messaggero di ieri, inoltre, l’ipotesi di uno scioglimento dell’accordo parasociale ha destato preoccupazione tra i soci spagnoli, che pochi giorni fa avrebbero riunito un vertice per discutere della questione.
anche questo e' naturale che accada; la finestra si avvicina, bisogna iniziare a pensare cosa fare, e poi discuterne con gli altri
MF
Parisi si è spinto anche oltre commentando il rapporto Caio sulla infrastruttura di rete, che ha definito «molto importante. Ma non so quale parte del rapporto sarà fatta proprio dal governo», aggiungendo poi una considerazione che non sarà piaciuta a Bernabè. «La soluzione migliore è quella più ambiziosa», ha ribadito Parisi, «ovvero quella che permette la copertura del 50% della popolazione al 2012. Il collo di bottiglia è il debito di Telecom» specificando infine che quindi «le decisioni spettano a Telecom».
lo aveva gia' detto...
Altra stoccata alla società ex monopolista è arrivata da Paolo Bertoluzzo, numero uno di Vodafone Italia, che in un passaggio del suo intervento sulla rete ha sottolineato come «tutti devono accettare che Telecom Italia sia un'azienda privata ma proprio per questo, come non si può parlare di scorporo o di espropri, non si può parlare di soldi dello stato in aiuto a Telecom» riferendosi probabilmente alle prime due ipotesi del piano Caio che riguardano l'utilizzo della rete Telecom o la creazione di una società di rete con il contributo di Infratel e la partecipazione di fondi.
... o la partecipazione di altri operatori; imho il timore di Paolo Bertoluzzo e' che si usi l'idea della NGN per dare aiuti di stato a TI. resta da capire come mai durante la precdente gestione, quando infratel sostanzialmente collegava le centrali Telecom, nessuno abbia sollevato la questione.
Per l'ad di 3 Italia, Vincenzo Novari «lo schema 2/2/2 (2 megabyte per tutti in 2 anni al costo di 2 miliardi) è di gran lunga quello preferibile per soddisfare il fabbisogno di banda larga nel nostro Paese. Perché è il più realistico nell'attuale situazione di credit crunch e perché si adatta alla struttura produttiva italiana, fatta di piccole e medie imprese».
...e operatori 3G con difficolta' di cassa...
APCOM
a Corte d'Appello Nazionale del contenzioso amministrativo federale di Buenos Aires ha deciso di vietare a Telecom Italia l'esercizio dell'opzione di acquisto sulle azioni del gruppo argentino Werthein in Sofora, la holding che controlla Telecom Argentina.
Brutta cosa...
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