The listed software company, Global Gaming Factory X AB (publ) (GGF) acquires The Pirate Bay website, http://www.thepiratebay.org,
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The listed software company, Global Gaming Factory X AB (publ) (GGF) acquires The Pirate Bay website, http://www.thepiratebay.org,
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Un mese fa ho scritto questo post sull'egemonia culturale di Google, prendendo spunto da un post su GigaOM (il mio tema era la critica a Google, non Wave...). (Rispondero' qui ai due commenti sul blog di Vittorio Zambardino che ho visto troppo tardi..)
Sembra un post premonitore. Infatti adesso arriva questo articolo del New York Times su Google che cerca di spiegare che "no, non sono troppo grande"...
Google Makes a Case That It Isn’t So Big - NYTimes.com.
"La concorrenza è a distanza di un clic". Non sono d'accordo. Lo era quando il mercato era aperto e in crescita. oggi la crescita di Internet e' quasi flat, la gente e' gia' stata raggiunta e il brand e' costruito. Non e' come prima, quando gli utenti erano il 10% di quelli attuali. Inoltre, in Google, come scrivevo, "ci sono menti molto fini e brillanti e un grado di comprensione del mondo online che noi umani non riusciamo a intuire". Film gia' visto. Davanti agli analisti ed agli investitori devi spiegare che sei fortissimo, che nessuno ti puo' far male, davanti al pubblico devi dire "non siamo poi cosi' rilevanti"..
Ah, ecco. (Simonite, re. il tuo commento su Zetavu: infatti. IBM ha avuto molte decine di azioni antitrust)
Nessuno ha mirato al cuore, ancora.
Non e' vero che AT&T e' stata smembrata per pratiche anticompetitive.
Nel 1984 AT&T si e' smembrata come effetto di una causa antitrust non per abuso ma perche' era troppo grossa, in ragione del principio alla base dello Sherman Act:
"Se non facciamo perdurare un re come potere politico, non dovremmo fa perdurare un re sulla produzione, trasporto e vendita di alcuna delle necessità della vita" e nel 1982 e' stato ritenuto che la telefonia era una delle necessità della vita.
Google cerca di dissipare l'idea che ha un controllo sul suo mercato.. "si descrivono come se fossero in una fiaba", dice il direttore del centro per la democrazia digitale. "Google e' obbligatorio per ogni marketer del mondo". Achillefer, re. il tuo commento a Zetavu, tu forse "potresti" (molto in teoria) usare Altavista o Yahoo o uno degli altri 10 motori di ricerca, ma chi vuole fare una inserzione, no. Il Lockin viene da li. Puoi guardare Telecarpi, ma i blockbuster stanno da chi ha soldi. Puoi usare newsearch.nz ma non andra' da nessuna parte, perche' non ha gli inserzionisti. Si chiama Superiorita' Economico Finanziaria. (costruita su una Superiorita' di Prodotto, e adesso supportata da Superiorita' di Presenza Industriale).
"il costante flusso di notizie circa investigazioni dell'antitrust potrebbe danneggiare l'immagine di Google nei consumatori che vedono ancora l'azienda in luce positiva grazie alla lunga lista di servizi gratuiti ed innovativi."
Io scrivevo "offre cioccolata gratuita, spesso di buona qualità, agli utenti." e anche che fa bene, "non gli deve interessare monetizzare, ma colonizzare."
Google deve essere preparata e paranoica; il successo porta a un maggiore scrutinio delle sue azioni.
io scrivevo "Se ho ragione, questa e' una reazione che vedremo aumentare. Una prossima sfida per Google potrebbe essere, per mantenere la sua egemonia cultura e limitare reazioni avverse, trovare un modo di allargare e condividere il proprio successo con una base piu' ampia di persone, non comprando ogni tanto qualche startup e alimentando il principale business model di oggi: farsi comprare da Google."...
Curiosamente, il NYT ha messo i link ad AT&T, Intel, IBM e Microsoft ma non ha messo i link al Centro per la Democrazia Digitale e di Consumer Watchdog. (paranoia@work ?) Poco male, l'ho fatto io. E questa sotto e' la presentazione incriminata.
Anonymous Analysis of Google Charm Offensive
Eric E. Schmidt, Google’s chief executive, campaigned for Mr. Obama, advised the transition team and now sits on the president’s council of advisers on science and technology. Some former Google employees have taken influential posts in the administration.
Those ties have not helped Google with regulators, at least not so far. Yet they provide another source of concern for Google’s critics, who fear that the company may gain undue influence over important policy areas like online privacy regulation.
Mr. Wagner says that some of Google’s rivals, like Microsoft or AT&T, are not only much larger than Google but also spend far more on lobbying than it does.
l'AD di Google ha fatto campagna per Obama, l'advisor nel team di transizione ed ora e' consigliere del presidente ma per adesso non e' cambiato molto nell'atteggiamento dei regolatori e i competitor hanno paura che questa presenza influenzi il futuro delle regole in materia di privacy. Wagner nota che altri spendono piu' dollari in Lobbying.
...Mr. Wagner said he was gratified by Google’s success. “We know we have a lot of people doing searches and we are very proud of that,” he says. “We are not asking for sympathy.”
Wagner e' gratificato dal successo della sua azienda "c'e' tanta gente che fa ricerche e noi siamo molto orgogliosi. non chiediamo di essere simpatici".
Con questa battuta sta raggiungendo lo scopo.
Scritto alle 10:56 | Permalink | Commenti (1) | TrackBack (0)
A un mese di distanza dal Regno Unito, adesso anche in Francia. A Scott Jovane (AD di Microsoft Italia) ho chiesto quando sarebbe successo anche in Italia ed ha glissato, dicendo che i film ci sono e lasciando intendere che del calcio non se ne parlava.
Canal+ live & on-demand TV comes to French Xbox 360s.
.. the French will be free to party up and watch more than 3,000 movies and TV shows, catch-up TV, French Ligue 1 soccer games
Scritto alle 09:55 | Permalink | Commenti (1) | TrackBack (0)
The most popular Chinese online credits are "QQ coins" issued by Tencent. com, which has at least 220 million registered users. In a media statement Saturday, the company said it "resolutely" supported the new rule.
Scritto alle 09:25 | Permalink | Commenti (0) | TrackBack (0)
La suddivisione nativi/immigranti digitali mi e' sempre sembrata riduttiva. Mi sono divertito cosi' a fare delle ipotesi e alcune classificazioni.
L'inizio dell'epoca va piazzato, a mio avviso, tra il 2000 e il 2001, anno in cui sono apparsi l'ADSL e l'iPod, di fatto staccando l'informazione definitivamente dal supporto e innescando la rivoluzione digitale.
In prima approssimazione, i nativi digitali sono quindi quelli che, quando questo e' avvenuto, potevano goderne, ergo, avevano una decina di anni o piu' nel 2000.
Poi ci sono quelli che si, usavano la rete, perche' all'universita' te la facevano usare, perche'serviva, ma non e' che fosse proprio che ci sguazzavi dentro, che la usavi come complemento di vita.
Dopo ci sono quelli che la digitalizzazione e la rete hai dovuto beccartele, volente o nolente, perche' servivano in ufficio.
Ovviamente ci sono anche i troppo piccoli e quelli piu' anziani. Ed ecco cosi' ho definito alcune categorie:
A questo punto ho preso le tabelle demografiche dell'Italia e gli studi Istat sull'utilizzo di Internet ed ho incrociato i dati.
I "Digitalizzati" sono cosi' quelli che, per volontà o loro malgrado, sono stati costretti ad usare la tecnologia. In larga misura, gli immigranti lavorativi usano si' la rete, ma non è il loro mezzo, il loro acquario in cui sguazzare. Tornano a casa e spengono il computer. Non aspettarti di vederli twitterare in autobus. La rete non e' parte di tutta la loro vita, ma solo di quella lavorativa. Il loro non e' un Digital lifestyle.
Io ? mi ritengo nella media del pollo, come "immigrato scolastico"
Scritto alle 16:27 | Permalink | Commenti (5) | TrackBack (0)
dell'81% in tre anni, in USA.
Americans greatly increasing time spent online - Research - BizReport.
Ciò che potra' essere reso digitale, lo sarà
Ciò che potrà essere standardizzato, lo sarà
Ciò che potrà interoperare, lo farà
IMHO è inevitabile.
e il driver è la gratificazione istantanea.
IMHO
Scritto alle 14:40 | Permalink | Commenti (3) | TrackBack (0)
scrivere a : stefano (at) quintarelli.it
Scritto alle 11:17 | Permalink | Commenti (0) | TrackBack (0)
Le nuove tecniche di gestione delle reti rendono possibile la prioritarizzazione del traffico. Gli operatori possono usare questi strumenti per ottimizzare il traffico e garantire una buona qualità del servizio in un momento di domanda in aumento e nella crescente congestione della rete in orari di punta. C'è però il rischio che la gestione del traffico possa portare a pratiche anti-competitive come la prioritarizzazione ingiusta di un certo tipo di traffico, oppure il suo rallentamento e, in casi estremi, il suo blocco. Credo fermamente nella necessità di tenere internet aperto alla concorrenza, all'innovazione e alla scelta del consumatore evitando che gli utenti vengano vincolati a certi servizi o prodotti.
...
Fin dal principio dell'intera discussione sulla proposta francese Hadopi, nel 2008, il cosiddetto metodo dei "tre ammonimenti e sei fuori", mi sono rifiutata di promuovere un tale sistema a livello europeo. Dobbiamo trovare il giusto equilibrio tra la protezione dei diritti di proprietà intellettuale e della creatività artistica da una parte e il ruolo di internet nel promuovere importanti diritti fondamentali come la libertà di espressione e di informazione - diritti fondamentali che già si ritrovano in ognuno dei sistemi legali nazionali degli Stati Membri. E io credo che la legge Hadopi non sia riuscita a trovare questo equilibrio.
Scritto alle 08:34 | Permalink | Commenti (1) | TrackBack (0)
Finalmente e' stato pubblicato il Comunicato Stampa, avvallato da ABB
RFID Italia - Soluzione Rfid per Abb Italia.
Il tasso di errore e' passato dal 4‰ allo 0% (se ci sono errori di lettura vengono riprocessati). Almeno questo e' il dato ad alcuni mesi dall'avviamento.
Il ritorno dell'investimento, eliminando le eccezioni da gestire, reinvii,ecc, senza considerare la soddisfazione, e' calcolato in meno di 4 mesi 4.
Fantastico. Un complimentone grosso ai coleghi di Eximia che hanno fatto un vero capolavoro!
(update typo: corretto 4% in 4‰)
Scritto alle 15:36 | Permalink | Commenti (8) | TrackBack (0)
Lexington: The underworked American | The Economist.
American children have it easier than most other children in the world, including the supposedly lazy Europeans.
They have one of the shortest school years anywhere, a mere 180 days compared with an average of 195 for OECD countries and more than 200 for East Asian countries. German children spend 20 more days in school than American ones, and South Koreans over a month more. Over 12 years, a 15-day deficit means American children lose out on 180 days of school, equivalent to an entire year.
American children also have one of the shortest school days, six-and-a-half hours, adding up to 32 hours a week. By contrast, the school week is 37 hours in Luxembourg, 44 in Belgium, 53 in Denmark and 60 in Sweden. On top of that, American children do only about an hour’s-worth of homework a day, a figure that stuns the Japanese and Chinese.
Scritto alle 02:46 | Permalink | Commenti (0) | TrackBack (0)