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29/11/2009

Commenti

Maurizio Gotta

Il cybersquatting a fini di lucro (raccolta pubblicitaria) non mi sembra una forma di libera espressione.

Stefano Quintarelli

eccoti li'
;-)

e' vero, e' un buon motivo.

ma penso che chiunque fa una querela ritiene di avere un buon motivo (si espone a dover pagare le spese processuali e a controquerele!)

per questo ci sono i giudici, a meno di non aver gia' pre-deciso (senza essere giudice) chi ha ragione e chi no...

p.s. vai su www.archive.org a vedere il sito in questione...

Maurizio Gotta

Il fatto è che non conosciamo le comunicazioni precedenti intercorse tra loro.
Io di solito prima di litigare in giudizio cerco un accordo, suppongo e spero che anche in questo caso si sia proceduto in questo modo.
Mentre nei casi della censura della libertà di espressione, nella stragrande maggioranza dei casi i vari parlamentari/ministri/celebrità a vario titolo si limitano a far partire automaticamente la querela, spesso sbagliando anche il destinatario (vedi i vari casi che coinvolgono Wikipedia).
Il sito in questione ce l'ho presente, pubblicava link ai video del canale youtube di Beppe Grillo e li circondava di Google Ads. Quindi una chiara violazione della licenza CC non commerciale.
Inoltre, cosa secondo me ancora più grave, invitava gli utenti a scrivere a Beppe Grillo, legittimando in tal modo l'idea che il sito fosse un'emanazione diretta di Beppe o del suo staff.
Da buon difensore della neutralità della rete e dell'anonimato protetto sai meglio di me che un reato (o un comportamento illecito) restano tali, che siano commessi a mezzo stampa, tv o internet.
Per come la vedo il post di Beppe sulla querela alla rete tratta di tutt'altro argomento, ovvero il come chiudere agevolmente la bocca ai dissidenti facendo leva sulle lungaggini della giustizia e sul potere economico.
E nel sito beppegrillo.tv non era presente una sola parola di critica sulla persona di Beppe Grillo, solo materiale che poteva essere usato da terzi per fare soldi.

vincenzo vicedomini

...non mi esprimo, ma se fossi un suo omonimo e registrassi un dominio col mio cognome in cui facessi satira, critica o semplicemente esprimessi una mia opinione penso che comunque avrebbe avuto da ridire ...
Quanto al sito in questione non vedo ads prendendo il link da archive.org.

vincenzo vicedomini

mi sovviene or ora una cosa :
perchè no se la prende pure con YouTube ?

Maurizio Gotta

Rispetto alla pagina salvata su www.archive.org gli ads di google sulle versioni più recenti occupavano molto più spazio, ma secondo te titoli come Trova Lavoro, Amore, Soldi nella navbar di beppegrillo.tv a cosa puntavano? Poi clicca su una qualsiasi pagina interna e vedrai i google ads che ultimamente avevi anche onnipresenti sulla home page.
A me sfugge perché dovrebbe prendersela con il repository dei suoi video....
Ma non mi esprimo ;)

vincenzo vicedomini

Vero, il sito si presta ad essere farcito di ads e sicuramente ne aveva.
@Maurizio: però è comodo invocare violazione della licenza Creative Common per poi usare, per propria convenienza economica, un servizio che viola tale licenza in maniera palese.
Conosco persone che rilasciano le loro opere (disegni e vignette) sotto licenza CC e pagano di tasca propria il server che le ospita. Certo rispetto ad un video le risorse consumate e quindi pagate sono inferiori di diversi ordini di grandezza. Ma il concetto però resta.
Un peso due misure ?

Stefano Quintarelli

No, scusate, stiamo entrando nel merito del singlo caso. chissenefrega se c'era o non c'era pubblicita'. non e' questo il punto.

il punto e' questo:

da una parte si dice, generalizzando, "le querele sono cosa sbagliata al servizio dei potenti"

dall'altra si fa, nello specifico, una querela per tutelare un proprio interesse (e non entro nel merito).

se la querela che ha fatto Beppe e' giusta, significa che esistono querele giuste

quindi e' giusto che esista una norma che consente di tutelarsi

se ci sono querele sbagliate, un giudice decide, e se da' torto al querelante, questi e' esposto a controquerela e relativi oneri.

IMHO non e' coerente dire "lo strumento Querela e' sbagliato", quando usato da altri, e poi usare lo stesso strumento per tutelare se' stessi.

se ci sono querele sbagliate, lo decide il giudice, e ci sono 3 gradi di giudizio.

Maurizio Gotta

Il nocciolo secondo me è:
In questo caso la querela è stata usata per tacitare opinioni altrui (fondate o meno che siano)?
A me pare che in questo caso la querela sia stata fatta per una questione di "utilizzo improprio del brand".

Stefano Quintarelli

parliamo di due cose diverse, su due piani diversi

tu parli del merito di questa querela circa l'uso dei video bla bla bla; a me non interessa. fatti di Beppe. (forse ha ragione, credo sia probabile, lo decidera' un giudice).

io INVECE parlo delle critiche che Beppe fa all'"istituto querela", salvo poi avvalersene, dimostrando che le sue critiche sono infondate.

ci vuole, forse, un filo in piu' di temperanza...

Maurizio Gotta

Sulla temperanza sfondi una porta aperta.
Però credo che la discussione nasca da un equivoco linguistico.
Querela:
Azione per mezzo della quale una persona che si ritiene offesa o danneggiata da reati non perseguibili d'ufficio chiede agli organi giudiziari di procedere contro il colpevole. (Sabatini-Coletti)
La querela non è solo quella per diffamazione, come si crede comunemente.
Suppongo che tu ti riferisca alla querela per diffamazione, mentre la news su Beppe parlava di altri illeciti.

Stefano Quintarelli

ocio, leggi bene...

querela a carico di ignoti, chiedendo l'immediato oscuramento del sito e ipotizzando i reati di plagio e **diffamazione**

fra1027

A mio parere in Italia si abusa troppo della querela credo sia questo anche il senso di quello che dice beppe grillo.. oramai sta diventando quasi un modo di minacciare una persona/ditta/azienda a te non gradita.

fra1027

Però questo ovviamente non vuol dire che ci siano solo querele non giuste.

Lorenzo

Stefano, a mio parere la strada più semplice era quella di una letterina al Wipo. Pochi mesi e al 99,9999% beppegrillo.tv sarebbe andato al vero Beppe Grillo senza tanto clamore e con poca spesa.

Si anche evitato un effetto Streisand.

Poi possiamo discutere della necessità, se sei beppegrillo.it, di spendere 200 euro l'anno per tenerti strette anche altre estensioni di dominio (.com, net, org, etc) che adesso sono sfruttate da altri.

Lorenzo

Nel commento precedente si è perso per strada ovviamente un "sarebbe".

vincenzo vicedomini

i querelati sono ignoti con un dominio registrato ?(...bha)
non sa usare il whois oppure quello che riporta il servizio non gli è piaciuto ?
@stefano : capisco a cosa ti riferisci e ricordo quando gli dedicasti spazio, ma è tipico del soggetto. sembra che ogni tanto abbia bisogno di una spinta mediatica un po' più forte...
(nulla toglie o aggiunge ai torti e alle ragioni del caso in essere però)


lorenzo

@vincenzo: sei vai dietro al whois per beccare questo ed altri cybersquatter non vai molto lontano. Piuttosto segui altri indizi e scoprirari che gli ignoti non risiedono lontano da casa di Beppe Grillo (nel senso geografico). Diciamo che sono faccende tra genovesi..

Dario Salvelli

Ne parlavo anni fa, possibile che se ne siano accorti solo ora? Fossi Grillo me la prenderei con chi gli cura la comunicazione più che (legittimamente) scagliare ora fior d'avvocati:

http://www.dariosalvelli.com/2007/11/il-typosquatting-e-lequivoco-sul-web-beppe-grillotv

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