....But in a deeper sense, it called attention to the profound European commitment to privacy, one that threatens the American conception of free expression and could restrict the flow of information on the Internet to everyone....
“The framework in Europe is of privacy as a human-dignity right,” said Nicole Wong, a lawyer with the company. “As enforced in the U.S., it’s a consumer-protection right.” ...“For many purposes, the European Union is today the effective sovereign of global privacy law,” Jack Goldsmith and Tim Wu wrote in their book “Who Controls the Internet?” in 2006. ....
Article 8 of the European Convention on Human Rights says, “Everyone has the right to respect for his private and family life, his home and his correspondence.” The First Amendment’s distant cousin comes later, in Article 10. ....“The privacy protections we see reflected in modern European law are a response to the Gestapo and the Stasi,” Professor Cate said, .....“We haven’t really lived through that in the United States,” he said._
American experience has been entirely different, said Lee Levine, a Washington lawyer who has taught media law in America and France. “So much of the revolution that created our legal system was a reaction to excesses of government in areas of press and speech,” he said.
The word privacy does not appear in the Constitution,...European courts, by contrast, have Article 8....
“Europeans are likely to privilege privacy protection over both economic efficiency and speech,” Susan P. Crawford, who teaches Internet law at the University of Michigan, ....“Google is digitizing the world and expecting the world to conform to Google’s norms and conduct,” said Siva Vaidhyanathan, who teaches media studies and law at the University of Virginia. “That’s a terribly naïve view of privacy and responsibility.”
E' IMHO un bene che ci siano idee diverse e non uniformi, almeno all'inizio (perche' all'inizio siamo). Questa differenza permettera' ad entrambi (se lo vorranno) di confrontarsi per trovare una giusta via di mezzo con il collaudato sistema di tesi-antitesi-sintesi.
Scritto da: Luigi Rosa | 28/02/2010 a 09:57
concordo con Luigi, ma leggendo alcune parti di quell'articolo postato da Stefano riemerge quel volersi "dimenticare" (non voglio dire ipocrisia) che c'è stata la guerra fredda e che molti americani venivano spiati dal governo perchè *sospettati* di essere comunisti. Quindi penso che poco c'entrino la Stasi e la Gestapo con l'ordinamento legislativo europeo che ragiona sulla definizione più generale di individuo piuttosto che su quella ristretta e gretta di consumatore.
Scritto da: vincenzo vicedomini | 28/02/2010 a 10:56
ti racconto una mia esperienza diretta che penso sia emblematica
viaggiare in camper in usa e in europa e' facile, ma per due ragioni diverse.
in usa ci sono molte infrastrutture (campeggi, di eccellente qualita') per fermarsi a dormire. in europa ci sono i campeggi (mediamente di qualita' inferiore) ma ci sono anche molti parcheggi o aree pubbliche dove fermarsi.
in usa trovi molti parcheggi, ogni esercizio commerciale ha il suo, ma e' privato, dell'esercizio commerciale, ed ha le sue regole. di solito se chiedi al pastore della chiesa ti lascia sostare per la notte (magari ti fa pagare qualche dollaro), ma in genere c'e' il cartello che e' vietato sostare per non clienti/non fedeli, e comunque overnight. (piu' vero sulla east coast che sulla west coast)
una parte della consuetudine puo' essere dovuta all'urbanistica. le citta' europee si sono sviluppate prima dell'automonbile, le citta usa si sono sviluppate per l'automobile. Qui, se apri un negozio, non ti preoccupi di costruirci il parcheggio. La', generalmente, negozio=parcheggio privato (meno nei centri delle grandi citta, ma nelle piccole, piu' recenti e fuori dal centro, e' cosi).
in europa trovi degli spiazzi lungo la strada e ti fermi. in usa se lo fai, ti puo' capitare che arrivi la polizia a svegliarti nel cuore della notte e ti mandi via. (in 3 settimane di viaggio ci e' successo 3 volte).
nelle nostre molte migliaia di chilometri, abbiamo avuto spesso la sensazione che la visione "consumatore" prevalga su quella "cittadino", anche dalla disponibilita' di panchine pubbliche. ma anche di grande disponibilita' di infrasatrutture private di qualita.
non appellerei "gretto", non e' necessariamente un male, e' un criterio di allocazine delle risorse che tende a sottrarre all'amministrazione pubblica il piu' possibile. (non nutrire la bestia)
gli eccessi sono distorsioni in entrambi i casi; malaffare c'e' nel pubblico e nel privato.
Scritto da: Stefano Quintarelli | 28/02/2010 a 11:16
nel contesto del mio commento ho usato gretto per non scrivere squallido.
nulla aggiunge e nulla toglie a quanto da te scritto ed entrambi sappiamo dove è necessario che ci sia un'amministrazione pubblica e dove proprio non deve esserci.
Ma in tutto questo i diritti dei singoli individui sono gererchicamente allocati alla radice di quelli dell'individuo-consumatore.
La percorrenza top-down o bottom-up non è propriamente identica visto che si passa per regole diverse, se fosse identica allora sì. Ma può mai essere identica ?
Scritto da: vincenzo vicedomini | 28/02/2010 a 11:51
se proseguiamo su questa discussione diventa rima economic, poi politica, poi filosofica.
diamo per scontate cose che non lo sono, ad esempio che la proprieta' come la intendiamo nel mondo materiale si applichi nel mondo immateriale, ma la proprieta' e' un concetto mutevole con le convenzioni sociali.
ad esempio, adesso, se hai dei soldi sono tuoi e va tutto bene e non devi mostrare nulla a nessuno. ma se quei soldi sono in un conto alle cayman si inverte l'onere della prova e tu sei colpevole di qualche reato a meno che non dimostri di essere innocente.
potremmo arrivare a pensare che emigrare e' un furto alla societa' e che deve essere rimborsata l'educazione ed i servizi assistenziali ricevuti nel paese, incluso i sussidi indiretti tipo i bassi prezzi dei trasporti...
Scritto da: Stefano Quintarelli | 28/02/2010 a 12:00
Concordo, anche se alcuni esempi che hai portato sono un po' delle forzature rendono l'idea (è vero, si potrebbe pensare che emigrare sia un furto alla società ma in una società democratica che guarda ai diritti dell'individuo anche questa mi pare sia una libertà socialmente non contrastabile).
Il problema di fondo è quello di sempre: USA e Europa si basano su "piattaforme" economico/sociali diverse.
Scritto da: vincenzo vicedomini | 28/02/2010 a 12:57
e aggiungerei, le differenza sono sono solo eocnomico-socialei ma anche legislative e politiche, e non solo tra europa e USA, ma in ogni altro paesze del mondo
nel senso che, come chiariva al meglio quel libro citato di goldsmith e wu (che ho tradotto in italiano nel 2007, peccato che la casa editrice nostrana sia fallita subito dopo, rgb media, e quindi con scarsa circolazione in italia) internet e' sempre piu' soggetta a leggi e culture nazionali, dove ciascun paese fa come meglio cred, in sostsnza, e l'utopia di una rete universale in tal senso era e rimane, appunto, un'illusione utopistica
illusione che inizialmente (vedasi la dichiarazione d'indipendenza del cyberspace di mr. barlow) e' servita a far penetrare il digitale un po' ovunque, ma e' arrivata l'onda delle "frontiere" commerciali online e dei relativi blocchi dei business in vari paesi-regioni per non danneggiarsi a vicenda (amazon non consegna certi materiali in certi paesi, lulu.con non e' accessibile fuori gli USA, mipare, Yahoo, Google, eBay hanno specifici siti per vari paesi con norme diverse, etc.
e tale onda si e' presto estesa fino a imporre analoghe differenze legislative nei diversi paesi, come ben ribadiva quel libro - ergo:
the Internet is not unlike other technologies that have come before and therefore the Internet is not likely to displace territorial government.
Scritto da: bernardo.parrella | 28/02/2010 a 20:12