Technology Policy Institute - U.S. Broadband Prices Have Remained Stable. (istituto presieduto da Carly Fiorina, ex CEO di HP)
quinti nelle offerte residenziali e primi nelle offerte business
Note: Box plots show median (diamond), 25th to 75th percentiles or interquartile range (shaded box), values within 1.5 times the interquartile range (whiskers) and outliers (dots).
Valori apparentemente del tutto inconsistenti con quelli pubblicati la scorsa settimana dall'OECD: http://www.oecd.org/document/54/0,3746,en_2649_33703_38690102_1_1_1_1,00.html
Scritto da: Paolo Magrassi | 16/12/2010 a 12:03
Ma sono prezzi sostenibili oppure facciamo come nel mobile che diamo un botto di dati salvo poi diminuirli quando i clienti diventano troppi? Perchè nel secondo caso vallo a spiegare agli utenti che i prezzi di prima erano volutamente "sottocosto"...
Scritto da: Marco | 16/12/2010 a 12:05
@Paolo: i prezzi OECD sono del 2009, questi apparentemente del 2010. i primi guardano il prezzo mensile, i secondo il prezzo tenendo conto anche delle promozioni in fase di acquisto per una durata contrattuale pari in tutti i paesi
@Marco: sul broadband fisso sono sostenibili con le performance che abbiamo..
Scritto da: Stefano Quintarelli | 16/12/2010 a 12:36
Mah. I ragionamenti sulla media per me lasciano il tempo che trovano. Quelli interessanti a mio parere sono quelli di ingresso (prendiamo ad esempio il quartile), che determinano l'accessibilità della banda larga alla maggioranza della popolazione, e quelli di fascia alta (prendiamo l'altro quartile, e gli outliers) che generano margini elevati per gli operatori, e così li fan crescere.
In entrambi i casi, da quel che si capisce, non siam messi così bene, a danno della collettività e dell'industria. Non è che qualche player illuminato vuole fare qualche ragionamento sulla segmentazione dell'offerta?
Scritto da: gallodidio | 17/12/2010 a 10:25
La metrica fa immaginare che l'offerta Italiana sia fra le più efficienti e che goda di ottima salute.
Il che non fa il paio con la penetrazione broadband, di certo non fra le migliori.
Da qui le considerazioni/ipotesi potrebbero essere molte. A me non dispiace lo scenario dove, per sostenere dei prezzi un-affordable, viene meno la disponibilità di servizi a una frazione della popolazione che una collettività libera e democratica dovrebbe assicurare. E chissà se magari una parte dei ricavi del traffico voce di aree in digital divide servono a finanziare una prezzo vantaggioso per offerta dati?
Scritto da: Flavio1 | 17/12/2010 a 18:45
Stefano, il Technology Policy Institute è un think thank sponsorizzato da aziende che sono direttamente e materialmente interessate a investimenti federali sulle telecomunicazioni.
L'Ocse è un organismo molto ma molto più indipendente.
Ritengo che i dati vadano letti innanzitutto sotto quest'ottica.
"If tortured long enough, data will confess anything" [Paolo Magrassi]
:-)
Scritto da: Paolo Magrassi | 17/12/2010 a 22:30