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26/01/2011

Commenti

simo

sento il bisogno di un ranking dei giornalisti.

altro esempio: qualche settimana fa il New York times ha pubblicato un articolo dove si dice che Milano è una città che vale la pena visitare. Philippe Daverio commentava per radio (radio popolare credo) dicendo che come italiani ci vantiamo del fatto che un giornalista è venuto a Milano e si è esaltato per quello che ha visto. Ma è uno. una sola persona per quanta influenza possa avere e per quanto sia importante e ben percepita la sua testata, ha comunque una importanza che viene amplificata dai beneficiari del messaggio (che si vantano che il new york times ha considerato bene la loro città, come se l'intera redazione avesse fatto un plebiscito e rappresentasse l'intera città di new york).

ora io come lettore sento il bisogno di sapere cosa ne pensano gli altri lettori dell'articolo che magari ho appena letto. Il fatto che tu pubblichi un post dove smentisci un certo dato, per me è un grande valore, vorrei solo che questo feedback venisse registrato da qualche tipo di piattaforma tecnologica (per esempio, se sul sito di repubblica avessero qualche tipo di sistema di votazione... in poco tempo salterebbero a galla i giornalisti che hanno il vizietto di farla grossa giusto per farsi pubblicare...)

Paolo Magrassi

Sta di fatto che non è bello che noi italiani si compaia sempre nelle posizioni di testa delle classifiche dei furti e della ricettazione.

La gente che cracca il software e scarica song e film pirata non c’entra NULLA con l’open innovation.

Anzi, costituisce una zavorra che impedisce il dispiegarsi di una commons-based peer production alla Benkler. (Infatti, questa cultura è, in Italia, arretrata.)

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