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...I salari di ingresso dei giovani sul mercato del lavoro, in termini reali, sono fermi da oltre un decennio su livelli al di sotto di quelli degli anni Ottanta. La recessione ha reso più difficile la situazione. Il tasso di disoccupazione giovanile sfiora il 30 per cento. Si accentua la dipendenza, già elevata nel confronto internazionale, dalla ricchezza e dal reddito dei genitori, un fattore di forte iniquità sociale. Vi contribuisce fortemente la segmentazione del mercato del lavoro italiano, dove vige il minimo di mobilità a un estremo, il massimo di precarietà all’altro. È uno spreco di risorse che avvilisce i giovani e intacca gravemente l’efficienza del sistema produttivo.
La propensione all’innovazione e la proiezione internazionale delle nostre imprese sono insufficienti a sospingere la crescita, in ultima analisi perché troppe imprese, anche di successo, rimangono piccole. I comportamenti degli imprenditori risentono anche di incentivi impropri a non crescere: un sistema fiscale con meno evasione e aliquote più basse favorirebbe la decisione di aumentare la dimensione dell’impresa.
ho cercato info in merito ma non ho capito in che modo è calcolata la mobilità occupazionale.
Qualcuno sa aiutarmi?
Grazie
Scritto da: C.la | 28/02/2011 a 13:02
come peraltro si capisce dal (3) del titolo, siamo all'ennesima analisi, di fonte autorevole, che ci dice le solite cose, ovvero che il futuro per i giovani è nero. Qui di individua come causa la scarsa propensione e proiezione internazionale. Mi sfugge come un sistema con aliquote più basse possa spingere verso l'aumento delle dimensioni di impresa.
Altra cosa che non mi piace, è che, subdolamente, vengano ascritte responsabilità di questa situazione a comportamenti di chi sbarca quotidianamente il lunario con sempre maggiori difficoltà.
Ormai di analisi di questo tipo non abbiamo più bisogno, se vogliamo evitare di finire come la Libia, è necessaria una redistribuzione di ricchezza e di privilegi che non scarichi sulle generazioni future le mancanze nostre e dei nostri padri
Scritto da: francesco | 28/02/2011 a 15:02
peralto, sommato al profilo demografico che abbiamo, non c'e' rischio di ribellione:
Secondo una studio della Population Action International, una società di ricerca statunitense, l'80% dei conflitti mondiali verificatesi tra il 1970 ed il 2000 sono avvenuti in nazioni dove il 60% della popolazione era sotto i 30 anni.
http://www.unita.it/mondo/il-mondo-arabo-si-ribella-ma-non-c-e-traccia-di-bin-laden-i-di-loretta-napoleoni-i-1.273927
Scritto da: gabriele | 28/02/2011 a 15:38
io avevo rintracciato un paper scientifico sulla cosa, ma non sono
riuscito a trovare piu dellabstract.
la cosa quindi mi torna..
Scritto da: Stefano Quintarelli | 28/02/2011 a 16:52
mi avete tolto ogni speranza.....
Scritto da: francesco | 28/02/2011 a 20:30