Corriere di oggi: "L'investimento in Metroweb, che controlla 320 mila chilometri di rete in fibra ottica, sarebbe il primo passo di F2i all'interno delle tlc,"
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Corriere di oggi: "L'investimento in Metroweb, che controlla 320 mila chilometri di rete in fibra ottica, sarebbe il primo passo di F2i all'interno delle tlc,"
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Da leggere !. (qui il tutto)
10 minuti ben spesi (evidenziazioni mie)
esempi: La nostra produttività ristagna perché il sistema non si è ancora bene adattato alle nuove tecnologie, alla globalizzazione....
giustizia civile: la durata stimata dei processi ordinari in primo grado supera i 1.000 giorni e colloca l’Italia al 157esimo posto su 183 paesi nelle graduatorie stilate dalla Banca Mondiale...
I fondi strutturali comunitari attualmente a nostra disposizione sono stati spesi solo per il 15 per cento: quelli non spesi ammontano a 23 miliardi,...
Oggi il 60 per cento dei laureati è formato da giovani donne: conseguono il titolo in minor tempo dei loro colleghi maschi, con risultati in media migliori... le retribuzioni sono, a parità di istruzione ed esperienza, inferiori del 10 per cento a quelle maschili...
Occorre un maggior numero di imprese medie e grandi che siano in grado di accedere rapidamente ed efficacemente ai mercati internazionali, di sfruttare i guadagni di efficienza offerti dall’innovazione tecnologica...
Fra le imprese manifatturiere con almeno 10 addetti, quelle in cui sia il controllo sia la gestione sono esclusivamente familiari sono il 60 per cento in Italia, meno del 30 in Francia e in Germania...
Quale paese lasceremo ai nostri figli? Tante volte abbiamo indicato obiettivi, linee di azione, aree di intervento. A distanza di cinque anni, quando si guarda a quanto poco di tutto ciò si sia tradotto in realtà, viene in mente l’inutilità delle prediche...
Scritto alle 19:52 | Permalink | Commenti (0) | TrackBack (0)
MF di oggi scrive un articolo su Metroweb. Supponendo che sia attendibile, facciamo due conti.
Dice che A2A ha deciso di vendere adesso (Fase1) il suo 23,5% di Metroweb e che F2I assieme a IntesaSanPaolo compreranno questo ed anche il restante 76,5% Stirling.
A2A ha anche prestato dei quattrini a Metroweb con l'opzione di convertire il prestito in capitale, cosa che farebbe (Fase2) dopo avere venduto la sua quota attuale a F2I+Intesa. Cioè, in Fase1 vende il 23,5%, in Fase2 converte il suo debito in capitale diventando così nuovamente azionista, dice l'articolo, per il 25%.
Nel 2006 (Fase0), quando Stirling comprò la maggioranza, la valutazione era 230 milioni con un debito di 200 milioni (ovvero gli azionisti avrebbero messo 30 milioni di cui 23 Stirling e 7 A2A)
La valutazione di Metroweb sarebbe ora, in Fase1, 435 milioni.
Se in Fase2 A2A converte il suo prestito in capitale e rimane con il 25% della società, significa che il prestito era di 145 milioni. infatti 145/(145+435)=25%.
Dice l'articolo che la cessione del 23,5% genera per A2A una plusvalenza di 38M.
E qui un conticino non torna.
Se aveva il 23,5% di una cosa che era costata 230M, l'investimento iniziale era 54M. Se adesso vende il 23,5% di una cosa che vale 435M, la quota sono 102M. La differenza tra 102 e 54 fa 48M, non 38M. Ci sarebbe una differenza di una decina di milioni, in meno..
Ovvero, ma forse ho capito male o forse i numeri non sono giusti, A2A avrebbe investito inizialmente 7 milioni e avrebbe fatto un prestito di cui, adesso, il valore residuo è 145M, portandosene a casa 45M (38+7). Una serva non addentro i sofisticati meccanismi della finanza potrebbe ritenere che A2A abbia impegnato nel 2006 circa 152M, nel 2011 se ne riprenderebbe 45 e rimarrebbe impegnata per 145M, con la possibilità di prendere una partecipazione di minoranza. Un rendimento del capitale impiegato pari al 4,56% annuo, se non ho sbagliato i conti, per un investimento non strategico (mio personalissimo giudizio).
Dice l'articolo "È probabile che il management dell'utility (ndr. A2A) preferisca attendere di conoscere nel dettaglio i programmi del neosindaco, Giuliano Pisapia, prima di prendere ulteriori decisioni."
Oddio, forse anche la decisione da parte di A2A di vendere, presa ieri, secondo l'articolo (il secondo giorno di elezioni comunali), forse si sarebbe potuto attendere qualche giorno per sentire cosa ne pensava il nuovo sindaco, ma evidentemente il livello della cosa è abbastanza un dettaglio nel complesso della gestione comunale e/o c'erano altre ragioni che rendevano la decisione improrogabile.
Dice l'articolo che il prezzo valuta l'azienda 11 volte l'ebitda che sarebbe 40,6M (quindi più precisamente 10,7 volte l'ebitda)
Non è la stessa cosa, ma così, per un raffronto scolastico spannometrico, la Abertis che è leader europeo nelle infrastrutture autostradali ha una capitalizzazione di 11,8Bn a fronte di un ebitda di 2,5Bn. Ovvero un moltiplicatore 4,7 (che a me pare uno stra-moltiplicatore).
Earthlink ha comprato Deltacom a ottobre 2010 per un moltiplicatore pari a 4,7 volte l'EBITDA per una rete di 26.300km in 14 stati degli USA, con 35 anelli metropolitani e che serve oltre 32000 clienti.
Dice l'articolo che l'ebitda è stato 40,6M su un fatturato di 51M, con un utile netto di 12,6M.
Dice l'articolo che c'era una incognita "clausola Fastweb, il primo cliente di Metroweb che pesa per l'80% del fatturato, in pressione per una revisione delle condizioni del contratto sulla base di tariffe più favorevoli". Infatti Fastweb avrebbe il diritto allo status di migliore cliente, avendo diritto ad ottenere condizioni pari alle migliori offerte fatte da metroweb.
Supponiamo, come puro esercizio scolastico, che Telecom abbia avuto da Metroweb prezzi inferiori del 10% a quanto pagato da Fastweb. L'80% del fatturato dovrebbe essere scontato del 10%. Il nuovo fatturato risulterebbe così di 47 milioni e non di 51. L'ebitda diverrebbe di 36,6 e non di 40,6.
Se il prezzo rimanesse ai 435M che dice l'articolo, il moltiplicatore risulterebbe circa 12 volte l'ebitda.
Tutto questo per arrivare alla conclusione: io non mi intendo di finanza e mi piacerebbe imparare qualcosina... Qualcuno mi puo' mostrare una azienda di infrastruttura di accesso in fibra con valutazioni simili ?
Scritto alle 19:35 | Permalink | Commenti (0) | TrackBack (0)
Corriere della Sera di oggi:
LASCIAMO I BAMBINI FUORI DA FACEBOOK PER CHIUDERE LA PORTA AI PEDOFILI
Non se ne parla quasi mai sui giornali, nei bar o sul web. Quasi a voler scongiurare il fantasma
Già, proprio "quasi mai"...
dell'orco e a volere dimenticare le nostre responsabilità. Ma la pedofilia viaggia su Internet alla velocità dei social network, scientificamente irraggiungibile per noi genitori.
per costruzione... più facile chiedere ad altri di occuparsi della cosa che imparare e stare vicini ai figli...
È per questo che non può passare sotto gamba la leggerezza con cui Mr. 12,5 miliardi di dollari, il fondatore di Facebook Mark Zuckerberg, ha tranquillamente anticipato alla Cnn che in futuro si potrà pensare a dare libero accesso sul più dilagante sito di social network anche ai bambini (sì bambini, non chiamiamoli teenager o adolescenti in questo caso) al di sotto dei 13 anni.
perchè oggi, invece ? ah, già, i bambini leggono i terms of service, vedono che dice "non puoi entrare" e si astengono. proprio così.
Zuckerberg, che ha sottolineato come in cantiere non ci sia un progetto come questo, parla come se fosse un neo-sociologo ma in realtà pensa a Wall Street e alla sua quotazione da 50 miliardi di dollari, già attesa come l'evento storico che farà impallidire la divinità Google.
vuoi mettere ? pensa proprio a quello. E' essenziale per la IPO di facebook. senza, sarebbe un flop.
.... La responsabilità maggiore rimane in carico a noi genitori prima di tutto.
quando ho letto questa frase ho pensato "adesso finisce con un "però"..
Ma che almeno gli Zuckerberg e affini del web 2.0 che stanno rivoluzionando la nostra vita non dimentichino di avere un ruolo sociale anche fuori dalla Rete. Saranno realtà virtuali, forse, ma i danni sono veri.
giusto, propongo anche di chiudere oratori, asili, scuole e anche le famiglie. dopotutto il maggior numero di casi di vioilenza sui minori, succede in famiglia.
Scritto alle 09:00 | Permalink | Commenti (8) | TrackBack (0)
Penso che l'essenza della net neutrality sia una incompatibilità strutturale tra i tempi della giustizia e la velocità dei fenomeni tecnologici.
mi spiego...
Gli "over the top" hanno paura che gli "under the hood" facciano pratiche anticompetitive a loro danno (e a ragione! è successo!). Per questo chiedono norme che stabiliscano "ex-ante" divieti per gli "under the hood". Diversamente, con il rischio di queste pratiche anticompetitive, chi si mette a innovare ? con il rischio che poi l'"under the hood" ti chiuda il traffico ?
Gli under the hood sono aggravati finanziariamente, e il valore esce dal loro perimetro (gli SMS diventano skebbini, ad esempio) e anche un po' invidiosi. Gli over the top diventano stelle mondiali con crescite stellari (i cocchi di mamma dei mercati finanziari) e loro invece appaiono grigi e noiosi gestori da utilities..
Aggiungiamo che gli over the top possono fare pagamenti alternativi mentre gli under the hood (fino ad oggi) no; gli OTT possono usare i dati delle reti sociali degli utenti, gli UTH no (hanno il dettaglio delle nostre telefonate e la frequenza di chiamate!); gli OTT possono usare i dati di localizzazione e gli UTH no; gli UTH devono anonimizzare tutti i dati dopo qualche mese e gli OTT no, e via dicendo.
Gli UTH ex monopolisti, inoltre, hanno anche degli obblighi per cui devono dare la materia prima anche ai concorrenti e gli OTT, pur se dominanti, invece no.
C'e' una asimmetria di flessibilità regolamentare. Non la l'assenza di regole di cui talvolta si sente demagogicamente raccontare, ma, in alcuni aspetti di business, c'è una diversa flessibilità regolamentare.
E' comprensibile che gli UTH vedano come fumo negli occhi ulteriore regolamentazione "ex-ante" che proibisca in partenza di offrire servizi usando la loro risorsa principale (il traffico) che gli consenta di guadagnare un po' di euro in piu' per pagare i debiti, svalutare gli avviamenti (iscritti in contabilità a valori da new economy...), distribuire dividendi per non fare crollare il titolo ed evitare rincari del costo del debito (che potrebbe innescare spirali perniciose).
Anche perchè ci sono clienti che questi servizi li comprano da sempre ed è giusto continuare a venderglieli (penso ai collegamenti voip che facevamo prima del 2000 tra le sedi di aziende!)
Negli UTH, oltre all'invidia per gli OTT c'e' anche la speranza che nutrono sempre di riuscire a combinare qualcosa di buono nei servizi OTT anche loro.
Una pia illusione.
"là fuori" ci sono 200 milioni di ragazzi che sanno come vivono senza bisogno di fare focus group. In un UTH ci sono al massimo qualche centinaio di cattedratici o sperimentatori che per fare una prova di qualunque cosa devono seguire un iter di approvazione giurassico.
Un po' come se un cuoco, ogni volta che cucina un piatto, dovesse seguire le regole di validazione di un farmaco...
Gli UTH dicono agli OTT (ed è vero) "non avete bisogno di nuove regole; le norme ci sono tutte; ci sono le norme della privacy, antitrust, codice civile". E' vero. Il problema è che si applicano valutando le situazioni ex-post, dopo che si sono verificate; solo allora si va a vedere se il comportamento era abusivo...
Gli OTT dicono agli UTH (ed è vero) "se tu mi freghi, ora che il tribunale mi dà ragione io sono morto. e questo inibisce l'innovazione perchè di fronte a questo rischio non si innova". Le norme che intervengono ex post consentono valutazioni autoptiche...
Vi immaginate se, contro una sospensione di un calciatore, la squadra facesse ricorso al TAR e poi al Consiglio di Stato ? Le sentenze definitive arriverebbero quando il giocatore ha già cessato le attività!
Ci vorrebbe una classe di giustizia a sè, come la giustizia sportiva, con tempi velocissimi: settimane.. Ma mi pare poco praticabile ;-)
Ecco, questa è l'essenza della questione, secondo me.
Hanno ragione entrambi ed entrambi hanno i loro validi motivi, ed entrambi rappresentano industrie che danno lavoro a un numero di persone confrontabile.
Penso quindi che, finchè cercheremo di definire norme per gli operatori che impongano comportamenti ex-ante, non ne usciremo. E quindi le norme non arriveranno.
E allora gli UTH intanto stanno un po' attenti a non comportarsi troppo male, perchè se lo facessero si conclamerebbe che gli OTT hanno ragione e la politica avrebbe un forte incentivo ad introdurre una regolamentazione ex ante. E allora gli UTH dicono che la questione net neutrality non si pone e che è una soluzione in cerca di un problema.
Ma è proprio impossibile fare un passo avanti ?
penso che si potrebbe fare, se cambiassimo punto di vista.
Se invece di parlare di obblighi per gli operatori si parlasse di diritti degli utenti, senza l'ambizione di risolvere in un colpo solo tutte le questioni.
Ad esempio, nella consultazione pubblica sulla neutralità della rete fatta dall'AGCOM, come nnsquad abbiamo suggerito che:
Nelle reti in cui il segmento di accesso è dedicato ed in assenza di carenze strutturali di risorse, l’utente, sul suo segmento di accesso alla rete, ha il diritto di stabilire liberamente, senza costrizioni o forzature, ed essendo adeguatamente informato, quali servizi a valore aggiunto o politiche di gestione del traffico acquistare incrementalmente rispetto all’accesso base ad internet (best effort).
Penso che poterbbe essere accettabile da entrambe le parti, non toglie nulla a nessuno e mette dei paletti di garanzia.
Scritto alle 18:31 | Permalink | Commenti (20) | TrackBack (0)
Keynote - e-G8 from lessig on Vimeo.
Scritto alle 13:49 | Permalink | Commenti (1) | TrackBack (0)
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ovviamente il pensiero di Sarkò è noto e difficilmente condivisibile
L’Internet civilisé selon Sarkozy » OWNI, News, Augmented.
dimostra una certa insipienza... (cfr. commissario Kroes più oltre) Web aperto o regolamentato se ne discute al primo "eG8" - Repubblica.it.
"A costo di essere impopolare, voglio dirvi che non potete rifiutare un minimo di regole e valori comuni. Non si può - rimarca il presidente francese - veicolare il Male senza ostacoli né ritegno
penso che sia bene che si parli del tema.
occorre che si approfondisca e che il tema entri nell'agenda.
Il report di McKinsey è molto chiaro. Internet è IL fattore di crescita economica.
Anche cose come questa non possono essere ignorate.. Cisco sued for helping China build Golden Shield - Yahoo! News.
WASHINGTON – Members of the Falun Gong spiritual movement have filed a lawsuit against Cisco Systems Inc. accusing it of supplying the Chinese government with computer-networking equipment used to spy on and persecute dissidents.
Anche perchè la reazione ci sarà e l'organizzazione dal basso (come dimostrano i fatti in spagna, maghreb, ecc.) non è arrestabile. Ovviamente c'è una inclinazione al controllo
G8 vs INTERNET.
As a host of the G8, France’s president Nicolas Sarkozy wants to step up centralized control over the Internet. He has convened world leaders to a summit aimed at working towards a “civilized Internet”, a concept he borrowed from the Chinese government. By creating fears such as “cyber-terrorism”, their objective is to generalize rules of exception in order to establish censorship and control, thereby undermining free speech and other civil liberties. They will package this policy using words like “democracy” and “responsibility”, but look at their acts. ....
Our imaginations, through all kinds of media we create and publish, help us protect our rights and a free Internet. As world leaders gather at the end of this month, we must all come together and use our creativity to reject any attempt at turning the Internet into a tool of repression and control.
ma non sono riusciti a tenere segreto ACTA e quando il tema arriva in pubblico e nell'agenda, beh, penso che alla fine il buon senso prevarrà...
Prendiamo per esempio le piu' recenti dichiarazioni del commissario Kroes sul tema del filtraggio
EUROPA - Press Releases - Neelie Kroes Vice-President of the European Commission responsible for the Digital Agenda Protecting and saving children International Missing Children’s Day 2011 Brussels, 25 May 2011.
There is no doubt that this "brave new world" does present risks as well as opportunities for our youngsters. Exposure to harmful content, bullying, grooming, psychological and physical abuse, sexual harassment; these risks continue to exist "off-line" and it would be naïve to think they do not exist, in one form or another, "on-line".
We need to work on education and awareness. We must realise that an 8-year old child has different needs than a 16-year youngster. We must also realise that our ability as parents and educators to "order" our youngsters what to do is limited, especially in a hyper-connected world.
Everyone should have the technological instruments to ensure that children and youngsters can enjoy the huge benefits of the digital world, avoid its worst elements, and handle its unpleasant aspects. Innovation in developing user-friendly and efficient parental control tools and age-rating systems is one way we are exploring.
But we cannot, and should not, put our children and youngsters in a digital glass cage, hoping they will never encounter any harmful or illegal content online. This will simply not work.
Al G8 c'è già stata una conferenza stampa imporvvisata da Zimmermann (portavoce della Quadrature du Net), Jeff Jarvis (professore di giornalismo a NYU), Larry Lessig, Julliard (direttore di Reporter Sans Frontières), Yochai Benkler (Harvard's Berkman Center for the Internet) e Susan P. Crawford che è stata fino al 2009 l'assistente speciale di Obama per le policy su scienza, tecnologia ed innovazione
[EN] La société civile s'en va t'en guerre à l' e-G8 from OWNI on Vimeo.
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Scientists of Karlsruhe Institute of Technology (KIT) have succeeded in encoding data at a rate of 26 terabits per second on a single laser beam, transmitting them over a distance of 50 km,
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IP law must adapt to change. Digital communications technology involves routine copying of text,
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