E' arrivato anche per me il momento di fare un post politico, grazie a questo testo che mi ha mandato un amico con il quale parliamo talvolta di temi politici. Mi sembra che la distanza storica sia sufficiente per evitare la diatriba partitica che, ricordo, non trova spazio in questo blog...
Con qualche differenza di idee, mi pare tuttavia degno di nota: (profilo dell'autore)
Statuto, governo e partiti politici in Italia
per Matteo Thun - 1878
Dichiarazione preliminare
Diffido di tutti i partiti politici. Destra, centri; sinistra con tutte le loro gradazioni m’ inducono in sospetto, perchè senza eccezione vi scorgo alcun che di fazioso. Perciò a nessuno di essi appartengo, e standomene in disparte ebbi modo di studiarli nei giornali che pretendono esserne i portavoce, nei discorsi dei loro caporali, nel cicaleccio dei pubblici e privati ritrovi, e nell’intimo conversare cogli adepti.
Nella più gran parte della stampa periodica (fuori di onorevoli eccezioni) trovo da leggere continuamente reciproche recriminazioni, personali adulazioni o calunnie, fatti svisati, maliziose allusioni, accuse avventate, critiche preconcette, opposizioni sistematiche; e ciò tutto esposto con vana o con offensiva magniloquenza, senza dignita, senza pudore, senza alcun rispetto per il principio di autorità, menando buono tutto quello che, con o senza ragione, può servire al partito professato, o all’ ingordigia di guadagno e di potere.
Nei discorsi politici, nei brindisi d’ occasione non rilevo se non se la tendenza a glorificare l'io; a mendicare effimera popolarità con inattendibili promesse; ad arruolare proseliti con nebulose proposte e coi soliti ritornelli di democrazia, di libertà, di progresso, di fratellanza, di regime economico, di protezione al lavoro, di larga istruzione gratuita, e di ampia compartecipazione al pubblico potere.
Il popolo, cui manca l’idea chiara di ciò che voglia, facilmente illuso e sedotto, si lascia trascinare ora dall’una ora dall’altra parte, solo conscio di un indefinito mal essere sociale che lo tormenta malgrado della sodisfazione d’ avere da poco tempo conquistato con l’unità e la indipendenza della patria le forme di libero governo, e ciò per opera della più illustre delle regnanti dinastie europee secondata dallo slancio goneroso della nazione.
Il governo di partiti politici è sempre settario, è di ogni altro il più autocratico ed il meno tollerante; peggiore dell’assolutismo monarchico; sospettoso d’ogni indipendenza individuale che sia di ostacolo o di freno alla sua libera azione, precario per sua natura e soggetto a frequenti evoluzioni e rivoluzioni, ora incruente ed ora sanguinose, sempre nocive alla pubblica economia ed al sacro dogma della autorità dello Stato.
Da questi fatti storici lice inferire che i partiti politici operino del pari sinistramente sulle sorti d’ Italia, e a noi preparino giorni funesti. Ii timore non è senza fondamento, ed io francamente lo attesto e vi partecipo con altri molti miei concittadini. E' perciò che diffido dei partiti politici, e non mi arruolo in nessuno di essi.
Dunque, mi si dirà, tu avversi il sistema costituzionale rappresentativo, che non può reggersi senza partiti politici? Non lo avverso, anzi l’amo ed appunto perciò dico o sostengo, che per conservarlo in alto bisogna cercar modo di distruggere i partiti politici come sono ora organizzati, i quali, a similitudine di piante parassite, distruggono quanto toccano.