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Scritto alle 16:44 | Permalink | Commenti (8) | TrackBack (0)
Vedi sotto, dati *molto* interessanti.
tutti noi ci siamo convinti che internet, con l'accesso diretto alle informazioni, determinasse la sostanziale fine dei bundle.
D'altronde, se a uno piace una canzone, si compra direttamente quella. perchè dovrebbe prendere tutto un album ?
Anche per i giornali, se uno è interessato ad un contenuto, lo becca con il motore di ricerca o su un social network e ci va direttamente, senza passare dalla testata. Il punto di vista dell'aggregatore editoriale non serve.
E poi c'e' la microframmentazione delle audience, la coda stralunga per cui uno trova la sua micronicchia e questo ammazza il prodotto rivolto alle audience più ampie.
Non è quello che sta accadendo alla TV ?
A giudicare dai dati citati sotto, però, forse non è così (e per la TV confondiamo il mezzo tecnologico con il contenuto fruito).
Gli album "hit" stanno facendo record di vendite in USA sia come ricavi che come unità (mica qui in Italia, dove il 50% della gente e' analogica).
Ma il dato interessante è che fanno il record ANCHE i singoli associati.
Forse il fatto è che il consumo complessivo di media aumenta di molto e notiamo di più il fatto relativamente nuovo, il contenuto unbundled.
Forse l'industria musicale che è stata colpita per prima (è il contenuto di minor dimensione in byte tra quelli che che necessitano di un riproduttore per essere fruiti), tra visioni apocalittiche e reazioni sopra le righe, ha già imparato qualcosa più degli altri su come reagire al cambiamento portato dalla digitalizzazione.
Forse come consumatori stiamo ancora assestandoci (che diamine, sono solo 10 anni dall'inizio della banda larga...) e dopo la relativa novità del contenuto unbundled torniamo a rivalutare il bundle (in questo caso l'album).
Stiamo vivendo anni interessanti, di profonda trasformazione.
Dobbiamo sperimentare ed essere pronti a cambiare idea.
How strange that Godin would write that last sentence in the year Adele's "21" has sold the most albums - 5.68 million in the U.S. alone - of any album since 2004 (that was iTunes Music Store's first full year, a time when consumers had far less choice). The truth is you CAN justify spending millions of dollars to produce (and market) a record in the long tail world. In fact, a major label with a global presence NEEDS to spend millions on a hit record.
...Through Dec. 25, the top ten albums in the U.S. accounted for 6.13 percent of all album sales, according to Nielsen SoundScan. That's down slightly from 6.23 a year earlier but up considerably from 4.28 percent in 2006. Interpretation: Album buyers are more drawn to a small handful of hits than they were six years ago.
What about hits' unit sales? Let's compare 2011 sales to those of 2010 and five years earlier in 2006. The No. 10 album of 2011 sold far fewer units than the No. 10 album of 2006 (1.15 million versus 1.79 million). But album sales were especially hit-heavy in 2011. Adele's "21" sold 5.68 million units through December 25, far more than the No. 1 album of 2010 (3.35 million) or the No. 1 album of 2006 (3.69 million). And while "21" sold fewer units than Usher's 2004 hit "Confessions," "21" has a much larger share of year-to-date album sales (1.76 percent for "21" versus 1.18 percent for "Confessions"). Interpretation: Not only is "21" a hit in terms of units, it's a monumental hit in terms of market share.
...Digital track sales have also become more hit-heavy. The top 10 tracks of 2011 have a 3.07-percent share of all track sales, about even with 2010 (3.03 percent) and up from 2006 (2.52 percent). Same with the top 20, top 100 and top 200. The top track of 2011, Adele's "Rolling in the Deep," accounted for 0.46 percent of all track sales. That's a higher share than achieved by the top track of 2010 (0.37 percent) and 2006 (0.34 percent).
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Oggi ho accettato ufficialmente la proposta del Sole24Ore, così dal 1° gennaio sarò la persona a cui citofonare se qualche sito del Gruppo24Ore si affossa sui motori.
Scritto alle 19:59 | Permalink | Commenti (3) | TrackBack (0)
Non è troppo complicato...
Occorrono:
Istruzioni:
that's all folks.
in questo video viene mostrato il procedimento per i passi 4-10
Scritto alle 12:11 | Permalink | Commenti (5) | TrackBack (0)
La risposta non è scontata. Mi pare inevitabile che le aziende arrivino ad un codice di condotta, ad una social media policy..
Scritto alle 11:02 | Permalink | Commenti (0) | TrackBack (0)
Sanzioni per complessivi 900mila euro al gruppo Apple per pratiche commerciali scorrette, qui il relativo comunicato dell’Antitrust, e qui il provvedimento per esteso: da leggere Toh c’era chi scommetteva di no! e invece avevamo proprio ragione: Quel vizietto di Apple sulla garanzia di conformità biennale
Scritto alle 10:54 | Permalink | Commenti (13) | TrackBack (0)
Scritto alle 10:42 | Permalink | Commenti (0) | TrackBack (0)
Scritto alle 14:52 | Permalink | Commenti (7) | TrackBack (0)
Mi chiede Dario approfondimenti a quando risale il primo dominio Internet italiano.
Il dominio di primo livello ".it" è stato registrato il 23 dicembre 1987.
Ritengo assai probabile che anche il dominio di secondo livello cnr.it risalga agli stessi giorni (Bisognerebbe chiedere a Laura Abba, Blasco Bonito, Stefano Trumpy, Daniele Vannozzi.. e mi scuso per chi dimentico...)
qui e qui potete vedere l'elenco dei 10 domini di secondo livello del 1989, da un manuale sull'uso della mail del CNR di milano.
Vi invito a conoscere l'ottimo lavoro (in particolare qui per i dominii, qui per i provider) di conservazione della memoria di Internet in italia compilato dall'amico Giorgio Giunchi..
Scritto alle 21:55 | Permalink | Commenti (1) | TrackBack (0)