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27/02/2012

Commenti

Dario

Grazie, as usual

Luca

Per le Capex domestic Stefano il comportamento anomalo (una tantum) del 4Q11 è dovuto alla gara per le licenze mobili 4G/LTE per cui Telecom Italia ha speso €1.223 milioni e infatti formalmente assegnate il 3 ottobre 2011. Per quanto riguarda le divisioni mobile e wireline della BU Domestic è corretto come dici che si tratta di un double counting in gran parte dovuto ai ricavi della divisione mobile per la terminazione delle chiamate fisso-mobile effettuate dai clienti di Telecom Wireline.
Entrambi gli aspetti sono meglio esplicitati nel comunicato stampa relativo ai risultati preliminari del full year 2011 ("Comunicato stampa - Risultati preliminari FY 2011") di Telecom Italia della Bu Domestic: a pag 9 per gli investimenti industriali in cui sono citati gli investimenti per la gara LTE e a pag 15 per la suddivisione dei ricavi della BU domestic nella matrice ricavi segmento cliente (TOP; Business, Consumer, Wholesale) suddivisi per segmento servizio (fisso e mobile) dove nella tabella si dice in nota "Nella visione per tecnologia fisso – mobile i valori esposti sono al lordo delle elisioni intersettoriali"

Luca

Aggiungo che sebbene la terminazione Mobile per le chiamate da clienti Telecom Italia a clienti TIM sia un servizio wholesale "reso" da TIM a Telecom Wireline, i corrispondenti ricavi sono attribuiti alla divisione mobile di Telecom (TIM) e non alla BU National Wholesale che invece comprende oltre ai ricavi verso i concorrenti (OLO) per servizi unbundling, bitstream, wholesale line rental e linee affittate anche i ricavi per servizi di terminazione o trasporto (fonia) fissi sempre resi agli OLO

Stefano Quintarelli


grazie!

GmC

Io trovo incredibile il modo in cui stiano sostanzialmente non affrontando il nodo dell'OTT TV, lasciando così scoperto il mercato (unico caso in Europa, per non parlare degli USA) mentre l'IPTV muore.

Erano partiti bene con CuboVision, purtroppo sbagliando il business model (volevano fare il negozio, dovevano fare il mall gestendo i pagamenti), ma c'era tempo per riprendersi e intanto ridurre il costo del device... invece hanno fatto quell'idiozia di lanciarsi su Intel, andando verso un'architettura più costosa ed immatura, tanto per far cavalcare a qualcuno dei soliti il business delle app su meego (mai arrivato).

Quando è stato chiaro che le scelte fatte erano sbagliate, invece di correggere la rotta hanno buttato a mare tutto.

Oggi potrebbero offrire un dispositivo analogo alla prima versione a 49 Euro, ed una versione Android a 99 Euro. Ne venderebbero a cataste.

Cristoforo Morandini

La chiusura Telecom Italia è sempre l'occasione per fare un punto. Oltre ai chiarimenti di cui sopra, mi sembra che si debba comunque ricordare come:
1. EBITDA. Il 75% dell'EBITDA continua comunque a provenire dall'Italia (meno del 65% dei ricavi). Sud America è la locomotiva, ma la cassa...
2. CAPEX. L'impegno previsto è consistente e nel 2012 si aggiunge il tema FTTC (non FTTH), che genera nuove attenzioni sul cash flow e quindi ulteriore attenzione ai costi operativi
3. MOBILE. La difficoltà della crescita mobile (ricavi e margini), proprio mentre parliamo dell'esplosione del mobile broadband e del connected world sembra paradossale, ma è effetto di concorrenza e dinamica terminazione. Le tensioni sui modelli di remunerazione e sulla "distribuzione/re-distribuzione" del valore generato ci accompagneranno nei prossimi anni
4. VOIP/IPTV. I risultati VoIP e IPTV sono due temi ormai quasi "anacronistici". Stupisce che rimangano come KPI...

Le TLC italiane rimangono l'unico settore caratterizzato dalla continua deflazione. Il segno meno di TI rimane un "problema", a maggior ragione se la crisi colpisce ormai anche tutti gli operatori alternativi.

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