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ho fatto un A/B testing introducendo una latenza in una parte degli utenti del sito del sole ed ho studiato la variazione del tasso di abbandono...
secondo voi, il risultato è che....
;-)
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preciso... nulla rilevano i singoli nomi sui quali ciascuno può avere o non avere i propri giudizi. E' il metodo ad essere criticato...
2012-04-23
Il Sole-24 Ore Sui Garanti doppia sforbiciata
Diverso il discorso dell'Autorità per le Comunicazioni, che ha già perduto un componente a novembre Gianluigi Magri è diventato sottosegretario alla Difesa e non è stato sostituito , ma ora deve prepararsi a rinunciare ad altri tre. Un problema non solo di organizzazione interna di cui però beneficeranno le finanze statali per via dei risparmi sui costi dell'apparato ma anche politico. Assottigliandosi le poltrone per effetto anche in questo caso del decreto salva Italia, che con l'articolo 23 ha ridimensionato quasi tutte le Authority , si restringono pure le opportunità per i partiti alla ricerca di spazi dove collocare propri candidati.
Repubblica Agcom, Privacy, Rai Monti contro i partiti nella sfida sulle nomine
Gianni Letta, che ha ripreso a lavorare nell’ombra dei giochi di potere, realizzando i disegni del Cavaliere Silvio Berlusconi, ha indicato Pasquale De Lise (75 anni), ex presidente del Tar del Lazio, ex presidente del Consiglio di Stato, coinvolto nella vicenda della cosiddetta "cricca degli appalti", come componente dell’Authority [dei trasporti], dopo che per raggiunti limiti di età non potrà fare il direttore generale dell’Agenzia per le infrastrutture stradali, nomina che pure Passera aveva sottoscritto. E per il Pd dovrebbe esserci Andrea Camanzi, dalemiano, già Telecom, Tim, Tecnost, Olivetti, attualmente membro dell’Autorità di Vigilanza sui contratti pubblici. Ecco, le porte girevoli delle authority: si esce dall’una, si entra nell’altra. Oppure si passa dal governo a un’autorità di controllo.
..Da allora il premier osserva guardingo i movimenti di Catricalà. Che si dice potrebbe anche provare a candidarsi alla successione di Corrado Calabrò (magistrato) alla presidenza dell’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni, in scadenza a metà maggio. Certo, se fosse vera la tesi secondo cui Catricalà non è altro che la longa manus berlusconiana all’apice del governo, il passaggio all’Agcom indebolirebbe il Cavaliere a Palazzo Chigi; dall’altra parte però lo garantirebbe in tutta la prossima decisiva partita delle frequenze. Con buona pace dell’idea che gli organismi di garanzia servano a tutelare il mercato dagli abusi di posizione dominante e i consumatori dallo strapotere dei produttori.
Nel caso in cui Catricalà scegliesse di cambiare mestiere, la sua non sarebbe più una candidatura tecnica. E il governo dei tecnici che ne penserebbe di un’operazione così smaccata? Più probabile, allora, che si cerchi un’opzione appunto tecnica. Per questo sono cresciute negli ultimi tempi le chance di una promozione di Roberto Viola, attuale segretario generale dell’Autorità, al cui interno ha maturato una lunga esperienza. Difficile che possano farcela, per effetto dei veti incrociati, Vincenzo Zeno Zencovich, giurista apprezzato ma considerato troppo vicino a Mediaset, e Fabio Colasanti, già direttore generale Information society and media della Commissione di Bruxelles, e anche per questo ritenuto un tecnico di Romano Prodi. Potrebbero rientrare tutti nella corsa per i quattro posti da consiglieri, insieme a Antonio Martusciello (Pdl, l’unico che potrebbe essere riconfermato), e i tecnici Maurizio Decina (area Pd), Giovanni Valentini (area Pd), Enzo Pontarollo (economista considerato vicino a Monti). Qui, davvero, si metterà alla prova la forza e l’autonomia dai partiti e dalle operazioni di lobby dell’esecutivo dell’ex commissario europeo
...
In scadenza anche l’autorità sulla privacy. Al posto di Giovanni Pizzetti potrebbe essere nominato l’ex segretario generale dell’authority Giovanni Buttarelli. A comporre la squadra potrebbero arrivare Luigi Manconi (Pd) e Antonio Pilati (ex Antitrust in quota Pdl).
Questa è l’Italia dei partiti delle nomine. La lottizzazione rischia di non essere molto diversa dal passato anche nella stagione dell’emergenza economica governata dai tecnici, forti di un mandato europeo. Per la lottizzazione si può usare anche la formula più nobile del patronage. Ma non cambia molto. Scrive Fabrizio Di Mascio nel suo "Partiti e Stato in Italia" uscito da poco per il Mulino: «Il patronage è esercizio motivato di discrezionalità da parte di attori politici che controllano l’affidamento di incarichi nel settore pubblico per ottenere il sostegno dei nominati alle proprie attività». E troppo spesso vale anche per gli organismi di controllo.
Repubblica: Quelle authority per niente autorevoli
Che si può fare, dunque? Prima di tutto rafforzare l’indipendenza dei commissari, attraverso criteri di nomina uniformi ma diversificati. La Corte Costituzionale ha un ottimo sistema misto: parte dei giudici viene nominata dalla magistratura, parte dal Parlamento, parte dal Presidente della Repubblica. Non necessariamente con gli stessi attori il medesimo sistema deve essere adottato anche per le autorità regolamentari (nel caso dell’AgCom, ad esempio, finora abbiamo avuto un parlamentino con esponenti di maggioranza e opposizione). Stabilire lunghi periodi di divieto di esercitare l’attività professionale dopo la scadenza della carica avrebbe viceversa effetti controproducenti. Le authority diventerebbero riserve di caccia di consiglieri di Stato e professori, mentre servono anche persone di mercato.
Scritto alle 08:31 | Permalink | Commenti (2) | TrackBack (0)
Questa la sedia a rotelle: Welkom bij YOU-Q e questa la decisione della corte europea perchè genera confusione con il marchio dei cantanti di Apple Corps, come da loro ricorso.
In effetti guardando Paul Mc Cartney di recente, l'idea di una qualche confusione di marchio con una sedia a rotelle, ad una mente semplice come la mia, può venire
Scritto alle 19:36 | Permalink | Commenti (0) | TrackBack (0)
Google ha fatto degli annunci qui: Spring-cleaning … in spring! | Official Google Blog.
Chiude
Nel frattempo, non so se avete notato che non c'e' piu' la ricerca di video nella menubar in alto. è diventato "youtube" e basta.
Youtube incontra diverse asperità regolamentari e sono in cerca di business model. licenzia 500 film da paramount (netflix trema brrr...)
Nel frattempo Vevo se ne va; una grande quota del suo traffico non viene da YT.
Vevo Out to Prove There's Life Beyond YouTube | Digital - Advertising Age.
Music-video service Vevo was born on YouTube, but it's spent the past year preparing for life beyond it via mobile apps and distribution agreements on Xbox, MTV, Boxee and most recently, Facebook. Today, Vevo says that 30% of its video views in the U.S., Canada and Europe are coming from outside YouTube. That was before Vevo launched on Facebook last fall -- the social network is now its fastest-growing distributor and responsible for 100 million views as well as 20 million to 25 million "shares" of music videos each month.
Scritto alle 19:24 | Permalink | Commenti (3) | TrackBack (0)
E' qualche giorno che mi frulla questa riflessione che vorrei condividere..
1) Ho scritto qualche giorno fa che Internet è un bene comune, articolando la motivazione che succintamente riassumo in "Internet è una dimensione dell'esistenza".
2) Internet (=digitalizzazione ed interoperabilità) impatta anche la produzione, ne diviene il backbone. L'economist ha un bel servizio sulla rivoluzione nella produzione, portata da Internet, che non è solo marketing...
The digitisation of manufacturing will transform the way goods are made—and change the politics of jobs too
Per molti versi è coerente con quanto sostengo nel video che ho registrato per il master del sole 24 ore che trovate qui. Non c'è contrasto con la delocalizzazione, per il trattamento dell'informazione; è indubbio che una parte della produzione fisica ritorna on-shore, a causa di molti effetti tra cui la prossimità dei distretti e le conseguenti economie di skill, ma anche i costi di trasporto e l'aumento dei costi di produzione partecipano nel processo. Lo scenario che mi pare emerga è quello in cui non ci sia uno schema prevalente ma che, a seconda delle attività, del settore e del grado di maturazione delle imprese, ci sia un po' l'uno ed un po' l'altro. (piuttosto non va molto a fondo sul fatto che le relazione lavorative diventino in molti casi più lasche a causa della facilità di scambio dell'informazione e della specializzazione).
io credo che però si vada anche oltre.
3) internet è l'interfaccia utente del mondo fisico.
Un sistema è caratterizzato dalla sua interfaccia utente. Se c'è il clackson nell'auto ma non c'è il pulsante nell'abitacolo, quella funzione per te non esiste.
sempre di più l'interfaccia utente al mondo fisico si dematerializza. E' ovvio per i beni che nascono digitali, lo è meno (anche se è evidente) per servizi e beni materiali.
i tre quarti delle camere d'albergo italiane sono vendute da due siti di prenotazione. le pizze si comprano con coupon ricevuti via mail. il settore di ecommerce che cresce di più è l'abbigliamento.
quando...
Wireless devices capable of holding the full digital representation of our lives, will be in everyone’s pockets in the next 10 years and become the gateway of our transactions and relations, making the immaterial experience another dimension of existence.
se non sarai nell'interfaccia utente, non esisterai.
(si.. ci sono sempre gli effetti di bordo... basta accontentarsi di quelli)
Scritto alle 20:01 | Permalink | Commenti (2) | TrackBack (0)
La direttiva 2006/24/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 marzo 2006, riguardante la conservazione di dati generati o trattati nell’ambito della fornitura di servizi di comunicazione elettronica accessibili al pubblico o di reti pubbliche di comunicazione e che modifica la direttiva 2002/58/CE, dev’essere interpretata nel senso che non osta all’applicazione di una normativa nazionale, istituita sulla base dell’articolo 8 della direttiva 2004/48/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 29 aprile 2004, sul rispetto dei diritti di proprietà intellettuale, la quale, ai fini dell’identificazione di un abbonato a Internet o di un utente Internet, consenta di ingiungere ad un operatore Internet di comunicare al titolare di un diritto di autore ovvero al suo avente causa l’identità dell’abbonato al quale sia stato attribuito un indirizzo IP (protocollo Internet) che sia servito ai fini della violazione di tale diritto, atteso che tale normativa non ricade nella sfera di applicazione ratione materiae della direttiva 2006/24.
Resta irrilevante, nella causa principale, la circostanza che lo Stato membro interessato non abbia ancora provveduto alla trasposizione della direttiva 2006/24 malgrado la scadenza del termine a tal fine previsto.
Le direttive 2002/58/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 12 luglio 2002, relativa al trattamento dei dati personali e alla tutela della vita privata nel settore delle comunicazioni elettroniche (direttiva relativa alla vita privata e alle comunicazioni elettroniche), e 2004/48 devono essere interpretate nel senso che non ostano ad una normativa nazionale, come quella oggetto della causa principale, nella parte in cui tale normativa consente al giudice nazionale, dinanzi al quale sia stata proposta, da parte di un soggetto legittimato ad agire, domanda di ingiunzione di comunicare dati di carattere personale, di ponderare, in funzione delle circostanze della specie e tenuto debitamente conto delle esigenze risultanti dal principio di proporzionalità, i contrapposti interessi in gioco.
Scritto alle 14:07 | Permalink | Commenti (8) | TrackBack (0)
"If a breach [of a court order] is brought to their attention then they will take action. But they can't act as a policeman on their network; I don't think that's necessarily helpful. They do need to act responsibly and clearly need to abide by the laws of the land," said Grieve.
Scritto alle 08:32 | Permalink | Commenti (0) | TrackBack (0)
The Supreme Court agreed Monday to decide the global reach of U.S. copyright law, in a case testing whether an overseas purchaser of a copyrighted work may resell it in the United States without the copyright holder’s permission.
... The first-sale doctrine generally allows the purchaser of any copyrighted work to re-sell or use the work in many ways without the copyright holder’s permission. That’s why used bookstores, libraries, GameStop, video rental stores and even eBay are all legal. But how the doctrine applies to foreign-purchased works — the so-called grey market — has been a matter of considerable debate.
Scritto alle 08:25 | Permalink | Commenti (0) | TrackBack (0)