Mi scrive Gabriele Elia e volentieri pubblico:
Il caso “Oracle vs Google” , si può avere il copyright sulle API e le implicazioni del copyright sul futuro del software
Lunedi’ 7 maggio il processo intentato da Oracle contro Google per motivi di Copyright e Brevetti Java violati da Android è giunto a conclusione della prima fase che doveva rispondere alla domanda: Google ha violato copyright di Oracle relativo a Java. La risposta è “solo in parte” ma ci sarà un appello.
Può essere interessante vedere le slide molto chiare che Oracle ha utilizzato nel processo.
Oracle sta accusando Google in particolare di violazione del copyright relativo alle API Java che Google ha riprodotto in Android. Oracle ha acquisito i diritti di Java quando ha comprato e assorbito SUN MIcrosystem che l’aveva inventato.
Facciamo un passo indietro: fin dagli anni 60 e poi soprattutto da una legge del 1976 il software è protetto da copyright negli USA (e anche in Europa), una buona sintesi si trova qui; in pratica il testo di un programma è protetto sia “verbatim”, dalla copia letterale, sia anche nella struttura generale quando essa rappresenta la possibile trasposizione di una idea (e non l’idea stessa! ), come descritto in questo caso.
Non parliamo di brevetti o patents (la questione sarebbe lunga) ma di copyright: il diritto di copia , diffusione e modifica tipicamente dei sorgenti di un software.
Sun quando creò Java protesse con brevetti e licenze soprattutto il diritto di scrivere librerie compatibili con il framework Java e la possibilità di eseguire download di librerie e componenti, tipica di Java.
Oracle nel processo invoca invece al copyright delle classi Java del framework e delle API che le rappresentano.
Non sarebbe possibile per Oracle riprodurre funzioni che hanno la stessa signature (la stessa API) di quelle Java depositate da Oracle , anche senza chiamarsi “Java”, senza violare il copyright relativo. Come descrivere bene questo post, la prassi di proteggere le API (p.es. il file “.h” in C e C++) è diffusissima anche se non sempre “enforced”.
Se passasse per inteso la posizione Oracle, secondo alcuni siamo davvero in una situazione che ucciderà l'opensource molto più dei brevetti e ucciderà anche la silicon valley e il mondo delle startup sw ... si veda p.es. slashdot.
"An article at Dr. Dobb's looks into the consequences of a dangerous idea from Oracle during their legal battle with Google: 'that Google had violated Oracle's Java copyrights by reimplementing Java APIs in Android.' The issue is very much unsettled in the courts, but the judge in this case instructed the jury to assume the APIs were copyrightable. 'In a nutshell, if the jury sides with Oracle that the copyrights in the headers of every file of the Java source base apply specifically to the syntax of the APIs, then Oracle can extract payment and penalties from Google for having implemented those APIs without Oracle's blessing (or, in more specific terms, without a license). Should this come to pass, numerous products will suddenly find themselves on an uncertain legal standing in which the previously benign but now newly empowered copyright holders might assert punitive copyright claims. Chief among these would be any re-implementation of an existing language. So, Jython, IronPython, and PyPy for Python; JRuby, IronRuby, and Rubinius for Ruby; Mono for C# and VB; possibly C++ for C, GCC for C and C++ and Objective-C; and so forth. And of course, all the various browsers that use JavaScript might owe royalties to the acquirers of Netscape's intellectual property.'"
Il controesempio in Europa: World Programming Limited e SAS
Un caso simile appena concluso in Europa riguarda due software house, il gigante SAS e la piccola WPL.
Si noti che come riporta p.es. SCL sul caso di World Programming Limited , che ha “riscritto” l’interprete di SAS (la nota software house tedesca) creando un ambiente in cui si possono eseguire i programmi SAS System e che à stata portata davanti alla Corte Europea di Giustizia con l’accusa proprio di violazione di copyright. Secondo la Corte Europea, secondo la Direttiva 91/250 sul Software …neither the functionality of a computer program nor the programming language and the format of data files used in a computer program in order to exploit certain of its functions constitute a form of expression. Accordingly, they do not enjoy copyright protection.
Quindi in Europa Oracle avrebbe avuto poche possibilità contro Google sui basandosi su temi di copyright.
Vedremo quindi come finiranno le fasi due (violazioni di brevetti) e tre (eventuali compensazioni economiche) del processo negli USA!
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