Contesto: nei giorni immediatamente precedenti la dichiarazione sotto (la votazione per AGCOM fu il 6 giugno), online c'era stato un putiferio, soprattutto su twitter (a partire dal 13.5, arrivando a un twit ogni pochi secondi) di persone che avrebbero gradito la mia nomina in AGCOM.
il 04.06.2012 «Pd e Pdl evitino derive populiste Monti non fa magie, ora tocca a noi».
Pier Ferdinando Casini la vede in questo modo. Sia a sinistra che a destra c' è oggi troppa gente che «sta perdendo la testa»... A chi si riferisce? «Basta pensare ....a chi ritiene di farsi dettare l' agenda dal popolo di Internet
Qui avevo intuito che forse il terzo polo si sarebbe ricomposto ed io, candidato di FLI, MPA, API, IDV e qualcun altro, a quel punto, potrei essere stato sacrificato sull'altare della ritrovata "intesa politica"; intesa che c'è effettivamente stata anche con il PD (che ha graziosamente lasciato al terzo polo un posto in AGCOM tra "i due che spettavano al PD")
23.06.2012 Bersani: ''Noi non abbiamo padroni'' - Video Repubblica - la Repubblica.it.
Ci ho provato a spiegargli che quelli che comprano le salsicce sono il popolo dell'aria, ma non sono stato capace.
Una volta le persone andavano alle feste del partito e applaudivano o fischiavano o prendevano la parola e criticavano (servizio d'ordine permettendo, in taluni casi).
Oggi sono esattamente le stesse persone che fanno esattamente lo stesso via internet. Sono la ricchezza di ogni partito, la loro base elettorale, i loro potenziali elettori!
Nel primo caso (alla festa della salsiccia) danno aria alle corde vocali, nel secondo caso pigiano tasti in rete, ma è ESATTAMENTE LO STESSO (per la verità, in rete scripta manent e quindi forse meriterebbero addirittura più attenzione...)
Quelli di Bersani e Casini sono due punti di vista diversi ma simili.
In entrambi i casi i due segretari percepiscono che
- ci sono voci che si manifestano su internet (da persone che ai "bei tempi andati" avremmo chiamato "il popolo delle salsiccie")
- lo vivono come una "forzatura", una pressione indebita. Come fosse vietato parlare al conducente.
La dichiarazione di Bersani arriva 20 giorni dopo quella di Casini (giorni densi di critiche, per la verità; su questo ci torno *); non mi pare un grande lavoro dei suoi collaboratori se in tutto questo tempo non sono riusciti a spiegare bene la cosa.
Da quello che ha detto, Bersani pare pensare che ci sia un "padrone di internet", un grande potere condizionante.
Mi sbaglierò, ma anche nella frase di Casini mi pare ci sia un velo di un simile riferimento perchè quando dici "il popolo delle quote rosa" piuttosto che "il popolo delle quote latte", piuttosto che il "popolo dell'X" c'è un implicito riferimento ad una struttura più o meno organizzata.
In alcuni colloqui, dopo il voto parlamentare, ho avuto chiara la sensazione che molti pensino che esista un grande vecchio, un potere occulto di Internet, con ingenti capitali investiti in campagne online.
(*) L'eco mediatica successiva tutta negativa, per taluni dietrologi sta a dimostrare in modo chiaro che "alcuni poteri si sono mossi".
Questo è coerente con l'impressione del "padrone" che arriva via internet.
D'altro canto è più che comprensibile, oserei definirlo ovvio.
I vertici dei partiti sono abituati a parlare in chiave Old media, dove per avere un effetto simile a quello che si è scatenato, effettivamente devi avere "potere" e soldi. (e mi riferisco a ciò che c'e' stato negli old media, più che sui new media)
Nel mondo con l'informazione basata sugli old media, c'era un oligopolio della comunicazione; pochi che erogano e riescono a catalizzare l'attenzione. Bastava osservare queste leve, tenere sotto controllo questi punti, ed avevi il polso della situazione.
L'arrivo di twitter, se il tema "risuona" nelle persone, aiuta a costruire rapidissimamente l'audience che converge su siti web e blog, dove non c'e' barriera alla pubblicazione; non c'è più l'oligopolio della comunicazione.
Qui si forma opinione ed è ovvio che se si supera una certa soglia, poi la cosa esplode sugli old media.
Lo avevano spiegato bene ad Obama quelli di Blue State Digital (che gli hanno gestito la campagna online) quando gli avevano fatto mettere la pubblicità in un cartellone a bordo strada in un simulatore di guida di una consolle di videogiochi. Pochi dollari che hanno generato un polverone, ripreso da tutti gli old media: "use new media to generate old media".
Funziona così. Le idee, prima passano su internet.
Questa cosa, per chi conosce solo un mondo e modalità di comunicazione radicalmente diverse, è fonte di disorientamento.
A mio avviso le persone che si occupano di questi temi nei partiti falliscono nel loro compito se non riescono a scalare internamente nelle gerarchie e non riescono a far comprendere ai vertici questa mutazione. Nelle aziende, la strategia Internet è cosa da amministratore delegato!
Per un periodo relativamente breve il modello di comunicazione dei vertici di partito è andare in televisione, dire delle cose, poi vedere i sondaggi per capire l'effetto. (funziona bene in buona parte della popolazione che è ancora legata solo agli old media; il futuro è già qui ma non è distribuito in modo uniforme)
Non è sempre stato così; c'era un periodo in cui i partiti avevano una struttura di antenne sul territorio in grado di ascoltare, interloquire e riportare informazioni, commenti, ecc.
In definitiva non sarebbe difficile, basterebbe ascoltare ciò che gli elettori gli stanno dicendo (online), magari interloquendo.
Secondo me, sarebbe meglio se esortassero a parlare al conducente; anche perchè un conducente cui piace dialogare, i passeggeri lo troveranno di certo.
UPDATE: Come mi ha segnalato Michele, entra bene in questo discorso considerare cosa ha detto il Capo dello Stato il 28 maggio, ovvero il lunedì prima delle dichiarazioni riportate sopra:
Napolitano: ''Fuga dalla politica è catastrofe per la democrazia'' - Adnkronos Politica.
"Adesso guai se invece della corsa alla politica, ci fosse la fuga dalla politica, questo veramente sarebbe la catastrofe della nostra democrazia e la nostra società".
i partiti "sono la cinghia di trasmissione tra le istituzioni e i cittadini".
Il web è un "importante canale di partecipazione - osserva -. Attenzione, però, nessuno può condurre direttamente al luogo delle decisioni politiche".
"Nessun equivoco", precisa, sul fatto che non spettino al capo dello Stato le scelte di governo per fronteggiare la crisi economica e favorire l'occupazione, soprattutto tra i giovani, ma il ruolo di "ascolto, riflessione e attenzione" proprio del capo dello Stato.
Sarebbe il caso di cambiare TUTTI gli autisti :-) Non stanno a sentire
Scritto da: Arturo | 23/06/2012 a 21:55
cosi alla fine accompagneranno solo quelli che non hanno voce, che saranno sempre meno, fino a quando dovranno rottamare il torpedone
Scritto da: Stefano Quintarelli | 23/06/2012 a 22:11
a pensarci forse c'è un'altra ipotesi: che capendo di non riuscire a confrontarsi con le persone usando internet abbiano escogitato di tentare di convincerle che c'è un grande vecchio dietro internet, un padrone di internet facendo l'analogia con la televisione, così magari pensano che qualcuno si spaventi e il fenomeno rallenti...
Scritto da: Stefano Quintarelli | 23/06/2012 a 22:19
tutti lo hanno preso come una critica a grillo, ma grillo mica va direttamente nel luogo delle decisioni!! ci va con i voti!!
mi e' chiarissimo che si riferiva a te.
aveva detto anche Se le porte e le finestre le trovate chiuse, cercate di spalancarle, anche con qualche spintone.
lui aveva capito cosa stava succedendo ma pierferdi e bersani no.
Scritto da: Marco O. | 24/06/2012 a 12:55
Dire che la rete non va assolutamente usata per prendere decisioni politiche è comunque un segno di aver capito che la rete potrebbe tranquillamente essere usata per prendere decisioni politiche, scrivere leggi decenti, mettere in discussione bilanci e tagli, ecc. ecc.
La lezione degli indignados spagnoli sembra essere incredibilmente arrivata a destinazione.
Dopotutto quello di stabilire le sanzioni per i peccati è sempre stato un modo pratico per sapere quali peccati vengono effettivamente commessi.
Ora sarebbe interessante vedere se la rete continua con il sostegno ai candidati a questo o quello, se serve per accurati sondaggi e invio di utilissime proposte oppure se diventerà un luogo alternativo alla gerontocrazia e ai suoi protocolli comunicativi verso i sudditi.
Scritto da: Bubbo Bubboni | 24/06/2012 a 13:42
La butto lì, non tiratemi i pomodori per favore. Ma questa classe di vecchi (mentalmente) politici non piace più a nessuno o almeno a pochi. Men che meno a me.
Perchè non rilanciare #quinta4president, ma questa volta del Consiglio? Per quale partito? Uno da inventare di sana pianta, niente destra, sinistra, centro, ma sano buon senso, trasparenza e onestà (fatto non scontato).
Scritto da: Daniela | 24/06/2012 a 23:13
Forse alludono a Casaleggio.
Se non sbaglio il Blog di Beppe Grillo ha appoggiato la tua candidatura e i partiti non devono aver gradito.
Se fosse questo il riferimento a mio modesto avviso qualche fondamento lo avrebbe.
Mi sono sempre chiesto se Grillo interagisca davvero in rete o la usi solo come fosse un surrogato della TV, dalla quale e' stato cacciato.
Ha mai risposto ad un commento del suo seguitissimo Blog ? Se non ha mai risposto, i suoi non sono post, ma comunicati stampa old-media (seppur diffusi via web) e nella migliore tradizione della comunicazione old-media nasce il sospetto che siano scritti a piu' mani con il supporto di uffici stampa e studi di comunicazione.
Niente di particolarmente grave, ma verrebbe meno il sillogismo secondo il quale dalla rete viene la politica migliore, Grillo e' nella rete, Grillo e' la politica migliore.
Scritto da: Francesco Pasqualini | 25/06/2012 a 00:15
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il blog di Beppe Grillo ha commentato una volta sola la mia vicenda, dopo che c'era stato il voto in Parlamento e non lo ha fatto per sostenere me ma per criticare i partiti (come tutti i giornali, peraltro)
Scritto da: Stefano Quintarelli | 25/06/2012 a 00:29
OK pero' agli occhi dei partiti (e non solo) potrebbe risultare che Grillo abbia egemonizzato il popolo della rete e quindi che tutto cio' che proviene o e' sostenuto dalla rete sia in qualche modo riconducibile a lui.
Quello che voglio dire e':
1) forse l'equazione Grillo=rete non e' cosi' vera (vedi mio commento precedente)
2) l'equazione Grillo=rete rischia in alcuni casi di penalizzare altre iniziative che nascono in rete (perche' vengono identificate come grillismo, antipolitica ecc)
Grillo e' in rete o usa la rete ?
Scritto da: Francesco Pasqualini | 25/06/2012 a 14:51
e' una semplificazione che torna certamente utile
Scritto da: Stefano Quintarelli | 25/06/2012 a 15:00
Che i partiti pensano PER ORA di poter lasciare i voti del "popolo della rete" a qualcun altro lo abbiamo già visto.
I sondaggi del lunedì del TG di LA7 danno al 20% il movimento cinque stelle.
Considerando che hanno combattutto la rete in tutti i modi evitando di finanziarla ed agevolarla è legittimo che non si siano mai accorti (o non si sappiano spiegare) che il "popolo della rete" è composto dal 60% degli italiani.
Se ci fosse veramente un "popolo della rete" e ci fosse un partito a rappresentarlo allora avrebbe maggioranza assoluta, senza nemmeno bisogno di stringere accordi.
Credo anche che sia troppo aspettarsi che chi passa la maggior parte del tempo a contare poltrone possa accorgersi di queste dinamiche. Lo capirà solamente quando gli si toglierà l'hobby della poltrona. Fortunatamente noi (popolo della rete) stiamo lavorando per questo, e forse nel giro di qualche anno ce la faremo. Purtroppo non credo che ci si riuscirà per le prossime elezioni, ma quelle dopo...
Continuo a pensare che se avessero fatto un bel "partito dei pirati" anche in Italia ne avremmo viste delle belle.
Scritto da: Stefano Bagnara | 26/06/2012 a 17:15