Ho letto una mail interessante sulla lista di Nexa:
Salve, mi piacerebbe avere la vostra opinione sull'interpretazione che L'AGCom ha fornito sulla legge sulla par condicio, e in particolare in merito al divieto di diffondere sondaggi pre-elettorali nei 15 giorni antecedenti il voto: la società SWG è stata abilitata dall'Autorità a commercializzare una app che consente di diffondere i sondaggi anche nel periodo di black-out pre-elettorale a beneficio di coloro che la scaricheranno (costo 9.99 euro, mi pare) con tablet e smart-phone. Questo perchè, nell'interpretazione dell'AGCom questi due "terminali" non sono ritenuti "mass media" nell'accezione della legge (che pure non precisa su quali mezzi NON possano essere diffusi i sondaggi). La notizia è stata data da 'il Fatto quotidiano', sul sito dell'AGCom non c'erano riscontri, ho visto però il video visualizzabile dal sito SWG http://politicapp.swg.it/ (ma anche da youtube), in cui viene proiettato anche il testo un e mail dell'AGCom contenente queste conclusioni.
Forse la questione è anche nell'accesso a richiesta e a pagamento ai contenuti, nel vincolo a non "inoltrare" i dati, ma dovrebbe comunque prevalere la considerazione che l'accezione della legge 28/2000 proposta è un po' superata dalla attuale definizione di "mass media", o no?
Insomma mi pare che forse l'Autorità di convergenza avrebbe potuto ragionare diversamente, o no?
IMHO SWG ha formalmente ragione anche se è una lacuna assurda...
Si basa tutto sulla diffusione a una plurarita' indeterminata di soggetti.
Dato che quelli che pagano l'app sono un numero finito, loro sono fuori.
Questo però apre a dire che una app a pagamento, tipo quella dello streaming
video, non e' un mezzo di comunicazione di massa...