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27/03/2013

Commenti

Eurolegal.it

E' una questione molto complessa che merita una riflessione approfondita ed a 360 gradi (ovvero da tutti i punti di vista degli attori coinvolti). Sono comunque considerazioni per la maggior parte condivisibili (anche se, a mio modesto parere, non del tutto). Il sistema attuale penalizza non solo gli editori (per le ragioni ottimamente rappresentate da Quintarelli) ma anche e soprattutto i c.d. "prosumers" che - sic stantibus rebus - sono demotivati (e finanche scoraggiati) dal creare propri contenuti ed alimentare l'ecosistema.

Dino Bortolotto

Concordo pienamente con l'analisi, il che mi porta a ribadire che alcuni finti liberisti hanno per anni parlato nel passato di libero mercato e concorrenza, quando in realtà eravamo in presenza di oligopoli consciamente od inconsciamente mascherati.
Ora che in alcuni settori la produzione può essere svolta senza che le vecchie economie di scala possano agire a protezione delle rendite di posizione spero che i vecchi beneficiari capiscano cosa significa stare dalla parte di chi non ha alcuna protezione.
Il VERO liberismo (quello che intendeva Adam Smith) tende prima o poi a cancellare le economie di scala perché esisterà sempre un modo tecnologico nuovo per produrre grandi quantità in modo efficiente ed efficace senza dover concentrare la capacità produttiva in pochi individui; in altri termini l'evoluzione naturale della tecnologia è quello di creare processi produttivi sempre meno concentrati (così funziona l'evoluzione darwiniana) ... oserei dire che non è un caso che le rivoluzioni tecnologiche iniziano nei garage e non nelle multinazionali :-)

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