penso che una universita' (parlo degli usa) abbia come obiettivo dimostrare una buona conversion tra matricole in ingresso e primo salario in uscita, per scalare le classifiche e cosi' attrarre nuovi studenti. un obiettivo di medio-lungo periodo.
penso che i MOOC abbiano principalmente come modello fare pagine viste per beccare pubblicità.
perso che i MOOC raggiungano una base di persone già motivate sugli argomenti che consultano.
penso che le Università lavorino per formare anche le persone che che sono meno motivate
per questo credo che i MOOC siano più media che università e possano fornire un contributo integrativo, ma non una reale alternativa alle universita'
I MOOC possono essere considerati come istruzione erogata in modalità asincrona non bloccante, facendo un parallelo con le moderne applicazioni WEB (esempio nodejs vertx playframework).
Il corso non si blocca se il prof deve correggere i compiti o preparare una lezione.
Più in generale possiamo fare un paragone con il paradigma Reactive http://www.reactivemanifesto.org/.
I MOOC sono infatti: Reactive, Event driven, scalable, resilient, responsive.
Scritto da: francesco pasqualini | 26/03/2014 a 15:15
e totalmente soggettivamentee discrezionali
Scritto da: Stefano Quintarelli | 26/03/2014 a 19:09
Ovvero ? cosa intendi ?
grazie
Scritto da: francesco pasqualini | 26/03/2014 a 19:34
che se hai l'obiettivo di avere un diploma dalla università x nella facoltà y devi fare anche la materia z e devi sorbirti la pallosissima lezione w, cosa che non è con il mooc
Scritto da: Stefano Quintarelli | 26/03/2014 a 20:55
ah ok, e' vero.
Pero' non mi sembra che il loro modello sia quello della vendita pubblicitaria.
Se sono corretti i dati di questa info grafica http://elearninginfographics.com/the-rising-power-of-moocs-infographic/ ...
Ad un MOOC gratuito si iscrivono mediamente 30.000 persone. Molte di queste magari comprano i libri dell'insegnante o il certificato che viene rilasciato a pagamento a chi lo vuole (per esempio su Coursera).
Considerato che ci sono 5 milioni di studenti che frequentano MOOC, forse il volume di affari indotto giustifica le piattaforme.
La cosa interessante e' che cercano di ottimizzare l'efficacia didattica. Probabilmente i MOOC saranno uno stimolo di miglioramento anche per le universita' e le scuole medie.
Potrebbero essere usati per aggiornare gli insegnanti. Gli insegnanti migliori potrebbero essere incaricati di produrre un MOOC cosi' uno studente di una scuola che non si trova bene con il suo insegnate avrebbe la possibilita' di seguire anche lezioni di altri. E quel MOOC magari sarebbe di esempio anche per altri insegnati.
In classe i prof potrebbero ogni tanto, anche per interrompere routine, far studiare alcuni argomenti sui MOOC. Mi sembra offrano tante opportunita' interessanti.
Vedremo cosa ci diranno le statistiche sulla efficacia di questi MOOC.
Scritto da: francesco pasqualini | 26/03/2014 a 22:51
Stavo cercando info sui mooc giusto in questi giorni..!
Ho una domanda per Stefano...da informatico e imprenditore consiglieresti un mba /emba per completare un profilo con laurea in ingegneria e diversi anni di esperienza all estero...?
Nel senso... a tuo avviso si tratta di competenze ben spendibili o si tratta di marketing delle universita' e nella realta' il network di conoscenze, specialmente in italia, gioca tuttora un ruolo predominante?
Scritto da: riflettevo | 05/04/2014 a 11:36
Recentemente ho letto il curriculum di uno che negli hobby scriveva qualcosa tipo "I am passionate about MOOCs and I like learning new [etc, non ricordo]".
Mi son dovuto "googlare" MOOC perche' era un acronimo che non avevo mai sentito.
E ho fatto le seguenti considerazioni:
1. C***o, ma sono vecchio?
2. Questo ragazzo e' una persona molto preparata o il MOOC e' semplicemente terra di conquista per i nuovi geek?
3. Era scritto fra gli hobby, onesto. Ma se fosse stata una sezione dell'education (che so, diploma in XY, Stanford University, Online Course, Coursera). Come l'avrei/avremmo presa?
Sicuramente non lo considererei al pari di un titolo/corso universitario "tradizionale", e mi infastidirebbe chi provasse a spacciarmelo come tale (quindi: piena sintonia con Stefano). Ma devo ammettere che se presentato nel modo corretto (che so, training, technical competencies, etc), e se rilevante rispetto alla posizione specifica, gli darei una chance. Cioe' lo vedrei in modo positivo se durante l'interview questa persona mi dimostrasse di aver effetticamente acquisito delle competenze specifiche. (alla fine non e' molto diverso dal prendersi dei libri e studiare da solo. Nessuno si sognerebbe di dire che ha la laurea, ma se uno le cose le impara sul serio, tanto di cappello.)
Scritto da: Alessandro | 05/04/2014 a 16:45
+1
Scritto da: Stefano Quintarelli | 05/04/2014 a 21:18
quanti anni hai ?
Scritto da: Stefano Quintarelli | 05/04/2014 a 21:18
35.
Quello a cui sarei interessato sarebbe integrare il mio profilo professionale con delle competenze gestionali..
Condivido il punto sotto esposto da Alessandro... uno puo' sicuramente imparare certe cose da solo, con dei libri o con dei MOOC.
Sicuramente un corso post laurea offerto da una universita' offre un migliore supporto all'apprendimento ( legato alle dimensioni delle classi ) e una "certificazione" dell'esperienza ( in parte legata al prestigio dell'universita' stessa ).
Dall'altro lato si tratta di un investimento "significativo" e di cui non è sempre facile misurare il ROI.
Scritto da: riflettevo | 06/04/2014 a 15:37
dipende dove andrai a lavorare, credo. Se vai a lavorare in una azienda non grande, penso tu possa avere occasione di dimostrare direttamente sul campo di avere appreso; se vai a lavorare per una azienda piu' grande, viene privilegiato il titolo.
questo perchè chi fa il recruiting nelle aziende piccole e' qasi sempre l'imprenditore o qualcuno a lui vicino, che cmq. sa nel merito della materia. chi fa il recruiting nelle aziende grandi è un esperto di recruiting, che usa metodi piu' stereotipati in quanto edve poter scalare come numero (e quindi meno nel merito, per il quale si affida a valutazioni/certificazioni di terzi, come ad esempio le universita' blasonate)
ma questo e' solo un parere, una cosa che penso. non ho dati per affermarlo con certezza.
Scritto da: Stefano Quintarelli | 06/04/2014 a 16:59
Non sono molto d'accordo, se non sul fatto che MOOC e università possano essere strumenti integrativi (acquisizione conoscenza - verifica conoscenze).
Uno dei primi servizi che ha offerto MOOC è stato KhanAcademy organizzazione no-profit che non vive sicuramente di pubblicità, basta visitarlo per capirlo. Gli MOOC hanno lo scopo di raggiungere chiunque sia interessato all'argomento, da chi è "semplicemente interessato" a chi lo conosce e lo vuole approfondire fino a chi lo "deve" conoscere anche se non interessato (studenti che "devono" passare corsi non graditi, dirigenti che "devono" aggiornarsi e così via). Dire che le università lavorino per formare anche le persone che sono meno motivate è un'ossimoro. Se uno studente si è iscritto ad un'università o è motivato o ha sbagliato a iscriversi, oltretutto togliendo risorse a chi magari quella motivazione l'aveva. Se sulla sua strada uno studente trova un corso che non gli piace ma che "deve" superare probabilmente un MOOC lo può solo che aiutare; non per questo non è motivato a passare tale corso e di conseguenza motivato a conoscere i contenuti del corso.
In definitiva credo che i MOOC siano un'alternativa all'università per quanto riguarda l'apprendimento. Chiaramente i servizi offerti sono simili, non uguali. Rimane sempre necessaria la verifica delle competenze acquisite da parte di un ente terzo, personalmente non faccio distinzione sul "come" chi vuole imparare acquisisce le conoscenze. Bisognerebbe riformare il metodo di acquisizione del titolo di laurea che al momento oppone una barriera importante al suo conseguimento per vie diverse da quella tradizionale. In pratica è come se per sostenere l'esame teorico per la patente B fossi obbligato a iscrivermi ad una scuola guida. La realtà è che posso comperarmi la marca da bollo e fare l'esame preparandomi autonomamente, sarà poi il test a verificare le mie competenze. L'università non funziona così, o meglio i singoli corsi possono essere riconosciuti ma vi sono importanti barriere che scoraggiano tale pratica....
PS alcuni docenti già fanno un'integrazione ad-hoc, registrando le proprie lezioni e rendendole disponibili agli studenti (anche a quelli assenti chiaramente). L'università (pubblica) dovrebbe cercare di diffondere la conoscenza nel più efficace dei modi, quindi anche rendendo disponibili lezioni registrate non solo ai suoi studenti ma a tutti i cittadini che ne vogliano fare uso! Come sempre è la parte normativa che va adeguata alla tecnologia che corre e alla realtà che avanza molto più velocemente della burocrazia.
PPS i MOOC ci sono da prima che internet fosse popolare, forse qualcuno si ricorda "RAI Nettuno" che trasmetteva corsi universitari, o i programmi sempre RAI per eliminare l'analfabetismo in Italia nel dopoguerra. La "O" di "online" andrebbe cambiata, ma il senso del servizio era lo stesso. La loro importanza è già affermata nella realtà dei fatti, bisogna integrarli nell'aspetto del titolo e della valenza normativa e forse nella cultura delle persone...
Scritto da: Steven | 07/04/2014 a 11:58
Ho frequentato diversi MOOC e trovo il seguente intervento veramente appropriato (se non avete tempo ascoltate almeno l'ultimo minuto http://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=slscHD40r78#t=1057):
http://www.youtube.com/watch?v=slscHD40r78
Attraverso un MOOC uno studente puo' avere degli strumenti di base per valutare l'universita', ma molti di piu' per valutare un professore ed i suoi assistenti (chiarezza di esposizione, capacita' di trasmettere interesse alla lezione etc);
attraverso un MOOC un'universita' puo' sapere quanto vale il professore;
attraverso un MOOC un professore che riceve feedback dalle migliaia di studenti che hanno frequentato il corso ha un metodo meritocratico per essere valutato;
Saluti,
Marco
Scritto da: Marco | 15/04/2014 a 10:13