I bitcoin sono una "internet of money".
un registro condiviso e distribuito in cui tutte, tutte le transazioni vengono registrate.
per fare bene una roba come BTC servono competenze rilevantissime di economia, teoria monetaria, tecnologia, marketing...
e con quelle competenze schierate, è progetto che richiede molto, molto tempo.
non riesco proprio a pensare che sia stato fatto da una sola persona e mi sembra strano che un team di geek cosi' articolato possa tenere segreta cosi' a lungo la propria attività e composizione...
secondo voi, quale interesse avrebbe potuto spingere a realizzare (e finanziare) un progetto del genere ?
Non so se sia possibile che una sola persona crei da solo un sistema così complesso come il bitcoin, sicuramente rappresenta il più grosso esperimento che le teorie dell'economia monetaria abbiano visto... e ne sta invalidando parecchie. Questo è già di per se un motivo per creare un progetto del genere.
Poi se devo esprimere un parere se il bitcoin rappresenta la moneta del futuro allora rispondo no, sarà sicuramente una criptovaluta ma non il bitcoin così come lo conosciamo ora.
Scritto da: Nodeconomics | 14/10/2014 a 00:08
Secondo me più che un interesse iniziale, di un singolo o di un ristretto gruppo, quello che vediamo oggi è un lavoro di una comunità che lo perfeziona giorno per giorno. Questo interesse collettivo è il miglior esempio di eterogenesi dei fini (rispetto a queli iniziali).
Scritto da: massimochi | 14/10/2014 a 01:14
Non credo che ci sia stato alcun finanziamento per realizzarlo.
Molte persone fanno cose, semplicemente perché gli piace farle.
Satoshi pareva avere motivazioni profonde contro il sistema bancario:
- https://bitcointalk.org/index.php?topic=5141.0
- Jan. 3, 2009: The Times 03/Jan/2009 Chancellor on brink of second bailout for banks.
Ce ne sarebbe anche un'altra di frasi, che mi pare fosse su una mailing list, ancora più "forte", ma che ora non trovo.
Scritto da: HostFat | 14/10/2014 a 02:26
Oltre alle considerazioni già fatte nei precedenti commenti (che la spinta possa venire da pochi e una folta comunità contribuire al suo perfezionamento), c'è da considerare la sua natura eminentemente anarchica e decentrata, per cui, se proprio dobbiamo ipotizzare qualche tipo di finanziamento "centralizzato", deve necessariamente trattarsi di un qualche filantropo libertario, non certo una qualche istituzione governativa...
Scritto da: hronir | 14/10/2014 a 08:36
Mah, secondo me, è nato come è nato Linux. Il Linus Torvarlds della situazione ha buttato l'amo e tanta gente si è buttata su di esso, a pesce.. Quando l'idea è veramente buona ed accattivante riceve consensi e supporto.
Il Bitcon, anni fa, non era messo meglio della tante criptovalute oggi presenti su Internet, c'è voluto il crackdown di Silkroad per far capire alla comunità mondiale che Bitcoin non era solo un sistema asservito solo ai pagamente della darknet.
Bitcoin, purtroppo, non sta funzionando, giusto appunto per la sua natura decentralizzata ed anarchica non piace alle banche ed agli stati che lo stanno boicottando..
Io credo che la moneta elettronica, grazie alla sua tracciabilità interessi molto agli stati. Tanto che ci sono stati che stanno progettando di lanciare la loro moneta elettronica di stato. Ma di certo non vogliono Bitcoin che è decentralizzato, gli stati hanno tutto l'interesse a controllare la moneta che sta in circolo ed immetterla nel circuito nella quantità che volgliono quando serve. Di certo non amano lasciare il controllo ad un algoritmo di controllo inflazionistico e ai miner.
Scritto da: Gianni | 14/10/2014 a 10:36
Questo non è come una versione di unix per cui c'erano tanti semilavorati ed esempi per cui qualcuno si è messo lì ed ha fatto una propria versione.
Qui ci sono tante innovazioni concettuali interdisciplinari ed ha ragione Quinta a chiedersi cui prodest.
Fateci caso, Silk road e' stata beccata grazie ai BTC.
Uno non puo' restare anonimo. anche se credi di esserlo e non ha mai scambi convertendo con altre valute, avra' transazioni con tante altre persone che invece saranno palesi ed attraverso le interazioni di questi si possono stringere le maglie attorno a chi crede di essere anonimo.
Con quello che hanno fatto certe agenzie di intelligence negli ultimi anni, ci sorprenderebbe se tra qualche anno si venisse a scoprire che e' stato un progetto che è servito a fermare tutte le piccole virtual currencies che potevano emergere in paesi a "dubbia controllabilita'" introducendone una globale totalmente tracciata ?
Scritto da: A pensar male | 14/10/2014 a 12:35
capisco l'attrattiva del complottismo ma resterei ai dati disponibili.
Satoshi è difficile che sia uno ma è anche difficile che sia più di uno (tenere il segreto e tenere segrete le relazioni tra partecipanti è più complesso).
io credo che una persona - non una persona qualsiasi - possa avere scritto il codice del primo bitcoin, probabilmente facendosi aiutare su alcune questioni ma senza far collaborare direttamente nessuno. il primo codice era (dicono gli esperti) scritto maluccio, gli hanno dovuto mettere un sacco di toppe, era addirittura compatibile solo con OS Windows (non mi ci vedo l'NSA che fa una cosa del genere, ma è mia opinione personalissima).
il vero colpo di genio è nella parte di logica sottesa, la soluzione del dilemma dei generali bizantini, e nell'aver applicato un sistema crittografico che peraltro avevano scritto altri (in questo caso proprio l'NSA).
sempre contro teorie che giudico complottiate: l'idea di mettere fuori gioco le criptovalute inventandone una che funziona così bene è contraddittoria, come debellare le armi da fuoco regalando kalashnikov. Inventarla per affossare Silk Road più che contraddittorio è anacronistico, non rispetta il prima e il dopo. E cmq i bitcoin del gestore - che non erano conservati malamente online - non li hanno ancora trovati e sono più di quelli che hanno sequestrato.
Scritto da: Gabriele | 14/10/2014 a 12:56
Nessun complotto, pero' - di fatto - il gestore sta al gabbio. E lo hanno beccato grazie ai BTC. Non li hanno fatti certamente apposta, ha però dimostrato che funzionano anche per beccare gli anonimi.
Sono stati monipolati enti planetari di standardizzazione con fior di esperti che guardavano codici e protocolli. chi lo avrebbe detto o pensato, prima di leggerlo sul giornale ?.
Rilasciare un ref implementation è cosa normale.
Scritto da: A pensar male | 14/10/2014 a 13:11
il gestore è al gabbio ma i bitcoin mi sembra siano stati determinanti quanto la General Motors se un delinquente viene preso mentre fugge in auto dopo la rapina. i bitcoin, come sono stati fatti, non funzionano anche per beccare gli anonimi. Al contrario funzionano proprio per mantenere l'anonimato. Se poi i wallet vengono tenuti online, come tutte le cose online, diventano vulnerabili. Una delle prove migliori è - ammesso che effettivamente non sia stata l'NSA a inventarli e a inventarsi tutto - pur sapendo che la prima transazione l'ha fatta Satoshi, non siano riusciti a capire chi sia.
Scritto da: Gabriele | 14/10/2014 a 14:11
Perche' tu assumi che non sia una invenzione pensata a tavolino e che ci sia qualcuno da scoprire
Assumi che i BTC non sono stati determinanti nelle tracce che hanno fatto ingabbiare il tipo.
Assumi che altrimenti si saprebbe.
Non si puo' escludere.
Scritto da: A pensar male | 14/10/2014 a 14:30
..e per il funding, chi ti impedisce quando sei sviluppatore di minarti 10000 btc? Quando il bitcoin non vale nemmeno un centesimo di dollaro e la difficulty è quasi a zero e tutto sta girando su una piattaforma di test. Per fare test e per ritrovarti con 10 milioni di dollari quando il valore arriva a 1000.
Scritto da: Gianni | 14/10/2014 a 20:05
come e' nato bitcoin?! e' proprio una bella domanda.. se si potesse rispondere sarebbe utile anche solo per capire se c'e' da fidarsi o meno nell'usarlo.
alla domanda "quale interesse c'e' dietro alla nascita delle crittovalute..", secondo me non ci sono risposte definitive sulla base degli indizi che abbiamo noi "esterni"; ovviamente chi ha partecipato al progetto, la risposta "giusta" la conosce, pertanto la risposta alla tua domanda ovvero "l'interesse" esiste.. non e' il parto del caso.
ora quindi vorrei esporre gli indizi che ho raccolto; premetto giusto che:
- ho una formazione ingegneristica informatica, piuttosto che economica
- ho cominciato a studiarlo da qualche mese, quando tutto sostanzialmente era gia' ben avviato,
- non ho approfondito piu' di tanto le tracce in merito alla storia precedente (che magari sono utili per inquadrare meglio il contesto e rispondere parzialmente alla domanda iniziale)
- ho fatto qualche transazione (ma solo di test, per capire il flusso dei dati; mi domando quanti ne parlano per esperienza diretta e non per sentito dire)
questi mi sembrano i punti che ho notato di piu':
- il pubblico registro (ledger) e' tutto fuorche' anonimo. sarebbe meglio chiamarlo "pseudonimo"; questo potrebbe giustificare il discorso "e' tutta farina di NSA per dare una finta sicurezza ai malfattori di internet", ma la cosa e' talmente palese che nessuno un minimo furbo ci cascherebbe (eppure quelli di silk road..)
- la funzione di "moneta" e' la piu' nota ora, ma in realtà la tecnologia è gia' usata per transazioni di tipo "notarile" (non ripudiabili, firmate, con timestamp) come atti di compravendita
- che non sia possibile "manipolare" il registro non e' sempre vero in quanto di recente
una "mining pool" aveva superato come potenza di "hash" il 50% del totale e quindi "avrebbe potuto" avvallare un ledger arbitrario
- tanta gente ne parla e lo usa ma non ha le cognizioni di base della tecnologia per "usarlo" con proprieta' quindi ci aspettano un monte di "truffe" che NON dipendono dalla tecnologia stessa. i problemi sono di tipo PEBKAC! :-)
- il valore di scambio con altre valute "statali" si stabilizzerà quando le transazioni "reali" supereranno (in valore) le transazioni "speculative" (senza beni reali).
- nello specifico del bitcoin, secondo me l'assenza di una forma di inflazione programmata (presente in altre crittovalute), incentiva l'accaparramento di un bene scarso invece della circolazione.
- il gruppo di lavoro che sovrintende l'evoluzione del progetto (bitcoin foundation) rischia di essere un (il) punto debole del sistema, come tutte le volte che qualcosa è gestito da umani.. c'e' la peer review, ma ci vuole qualcuno che la faccia (e come insegna shellshock non e' sempre cosi' scontata..)
questi sono i primi spunti che mi vengono in mente; come detto nulla dicono di quale interesse ci sia dietro, a parte il fatto che una "valuta decentralizzata condivisa" toglie sicuramente potere ai sistemi centralizzati (..A meno che non abbiano capacità computazionale rilevante per manipolare il ledger)
Scritto da: andrea v | 14/10/2014 a 21:43
Ma veramente l'hanno beccato intercettando dei documenti falsi che si era fatto spedire dal Canada. Poi intercettando le sue email e le comunicazioni hanno capito cosa faceva. A quel punto un agente sotto copertura si è finto killer a pagamento e lui lo ha assoldato per far fuori uno che lo ricattava. Non mi sembra che i BTC centrino qualcosa.
Scritto da: pof | 15/10/2014 a 11:36
L'errore di fondo sta nel considerare il Bitcoin l'inizio di qualcosa. Gli Exchange più antichi hanno iniziato facendo trading di Linden Dollar.. e poi hanno aggiunto il supporto per Bitcoin. Il seme era stato gettato molto prima, la criptmoneta è stata un perfezionamento.
Scritto da: Gianni | 16/10/2014 a 09:11
Condivido in pieno le tue osservazioni. Non mi curerei poi tanto dei problemi di tipo tecnico, la rete bitcoin è ancora in beta e il problema del cosiddetto "51% attack" stanno lavorando per risolverlo. Il problema che si è presentato quando CEX.IO ha raggiunto il 51% è stato fonte di grande imbarazzo.. la rete è rimasta in piedi solo perchè erano dei "buoni"...
Il problema principale che io vedo è che ad oggi la rete Bitcoin, lo dico con molta amarezza, e solo uno schema Ponzi naturale, fin quando (quando?) sarà solo terra di operazioni di speculazione il valore non si stabilizzerà e la bollla prima o poi si sa scoppia..
Scritto da: Gianni | 16/10/2014 a 09:13
Qualche settimana fa mi sono imbatutto in questo articolo
https://www.cryptocoinsnews.com/extropian-roots-bitcoin/
che lega la nascita di Bitcon al movimento Extropian: ecco, quello mi sembra un ambiente che potrebbe avere delle caratteristiche allineate alle tue domande. E forse anche le risposte.
Mi sono divertito a far girare Sloccount sulla directory "src" contenuta del rar della versione 0.1.0 di bitcoin e sloccount ti darebbe ragione. Eccoti i numeri:
Total Physical Source Lines of Code (SLOC) = 9,988
Development Effort Estimate, Person-Years (Person-Months) = 2.24 (26.89)
(Basic COCOMO model, Person-Months = 2.4 * (KSLOC**1.05))
Schedule Estimate, Years (Months) = 0.73 (8.73)
(Basic COCOMO model, Months = 2.5 * (person-months**0.38))
Estimated Average Number of Developers (Effort/Schedule) = 3.08
Total Estimated Cost to Develop = $ 302,757
(average salary = $56,286/year, overhead = 2.40).
SLOCCount, Copyright (C) 2001-2004 David A. Wheeler
Chissà se, in maniera simile all'analisi statica del codice, esiste un modo per determinare in quanti o quante risorse potrebbero essere state necessarie per scrivere un determinato articolo (nel caso specifico il paper di Nakamoto)...
Scritto da: Giampaolo Mancini | 17/10/2014 a 00:13
E' molto interessante e può darsi che sia anche così ma secondo me rimangono congetture. Il Kernel di Linux chi lo ha finanziato? Qualche loggia massonica finlandese?
Io ricordo che quando avevo 16 anni scrissi più di 2000 linee di codice e solo perchè volevo giocare a scopa d'assi con il computer.. E le scrissi in una settimana. Ho ancora i tabulati dei sorgenti, con dentro degli algoritmi illeggibili, ma mi facevo di cocaina a quei tempi? Ricordo anche che a quei tempo mi lessi due libri di probabilità applicata ai giochi e scrissi un programma per fare i sistemi del totocalcio.. quando hai un'idea si scrive di getto, da programmatore non mi sembra una cosa tanto inverosimile.
Può pertanto essere esistito un Nakamoto con nozioni di algoritmi p2p e crittografia che ha scritto tutto di getto, solo per vedere se era capace di farlo. Non escludo che frequentasse certi ambienti, con certe idee che circolavano.. ma la prima scrittura può essere beneissimo frutto di un singolo che ha lavorato nella sua cantina.
Scritto da: Gianni | 17/10/2014 a 10:18
27 mesi/uomo per fare un coding normale. non grandi innovazioni di base che non trovi in librerie esistenti.
(i valori economici poi sono bassi, rispetto ai salari attuali)
e questo non tiene conto dell'analisi e progettazione.
Scritto da: Stefano Quintarelli | 17/10/2014 a 13:23
anche Ventafridda ha fatto il "Ventix", ma esisteva fior di documentazione e modelli.
comunque, ammettiamo che sia possibile che sia stato scritto da una persona. bisogna ammettere che e' anche possibile che sia stato scritto da un team. poi, ci dividiamo sulle probabilita' di una o l'altra opzione...
Scritto da: Stefano Quintarelli | 17/10/2014 a 13:26
Quelle analisi sono estremamente indicative: ci sono progetti che ho scritto in due settimane da solo e che passate in quei tool parlano di 4 anni di lavoro uomo.
Scrivere il software dietro a bitcoin in realtà non la vedo come una cosa particolarmente difficile: un programmatore smart per me può averlo fatto tranquillamente.
Concordo, invece, sulla complessità della parte teorica: non saprei prendere una decisione su quante siano le probabilità che ci sia stato un "potere" finanziatore o meno. Tu sembri avere una idea su chi stia traendo vantaggio dal sistema (e quindi possa essere accusato di averlo finanziato in primo luogo) ma hai lanciato il sasso e ritirato la mano... facci vedere cos'hai nell'altra mano così abbiamo più elementi per valutare....
Scritto da: Stefano Bagnara | 17/10/2014 a 16:55