(AGI) - Bruxelles, 21 nov. - "L'aliquota Iva sugli ebook deve essere quella standard che per l'Italia e' il 22%." Lo spiega una fonte della Commissione Ue, sottolineando che se la legge di stabilita' fosse applicata con un'aliquota ridotta del 4% sugli ebook, "si profilerebbe una violazione delle regole Ue e quindi una procedura di infrazione contro l'Italia." La fonte precisa che la Commissione ha gia' avviato procedure di infrazione contro Francia e Lussemburgo proprio per aver modificato l'aliquota Iva sugli ebook da quella standard a quella ridotta. I due paesi sono stati deferiti nel 2013 alla Corte di giustizia Ue. La Commissione intende modificare la legislazione europea in materia di Iva, spiega la fonte, sottolineando che l'obiettivo e' che "beni e servizi simili siano soggetti alla stessa aliquota Iva". E tuttavia, la fonte sottolinea che "non si puo' dire che un ebook e' equivalente a un libro stampato, a causa di considerazioni legali, formali ed economiche." Martedi' prossimo a Bruxelles, i ministri della cultura Ue si riuniranno per discutere anche dell'Iva applicabile agli ebook, ma il tentativo guidato dalla presidenza italiana di trovare un compromesso per la revisione delle attuali regole e' destinato a fallire per l'opposizione di numerosi stati.
certo, si puo' decidere di infrangere le regole. lo faccio ogni volta che mi capita di parcheggiare su un marciapiede.
poi arriva la multa che devi pagare. quindi, oltre a perderci in gettito, devi finanziare anche la multa.
ma si puo' decidere di farlo.
peccato che non sia vincolato alla reintroduzione di diritti ai cittadini associando la riduzione dell'IVA ad una licenza d'uso che consenta di prestare, regalare, rivendere libri digitali usati (c'è una sentenza della corte europea di giustizia che dice che si può fare per il software usato, non si capisce perche' per analogia non si possa fare per i libri). Basterebbe che chi mette un DRM lo tolga o metta un DRM interoperabile.
io presentero lunedi un emendamento in tale senso.
pero' mi stupisce questa campagna degli editori. chiedono di abbassare l'iva cosi' fanno un po' di margine in piu'. ma nel frattempo fanno cause in europa contro amazon perche' e' amazon fa i prezzi e non gli editori.
ma secondo voi, quando l'iva diminuisce, se amazon fa i prezzi, secondo voi aumenta i margini degli editori o riduce i prezzi ?
e se amazon riduce i prezzi, gli altri e-bookstore che faranno ?
mah.
Lo supponevo qui: http://blog.quintarelli.it/2012/12/un-libro-%C3%A8-un-libro-%C3%A8-un-libro.html#comment-6a00d8341c55f253ef017ee66d9d43970d
Riguardo all'emendamento relativo alla modifica legislativa nell'ordinamento nazionale faccio rilevare che sarebbe inutile (e fors'anche controproducente per le ragioni espresse nei commenti a questo post: http://blog.quintarelli.it/blog/2013/10/robe-da-matti-sulla-censura-dei-libri-in-usa.html ). Un risultato concreto si potrebbe raggiungere solo con una revisione e contestuale omogeneizzazione delle aliquote di tutti gli Stati UE. E' l'ennesima conferma che la moneta unica non basta più, bisogna procedere celermente verso gli Stati Uniti d'Europa con legislazioni uniche per la difesa, il fisco e la giustizia.
Scritto da: Eurolegal.it | 21/11/2014 a 19:00
[...] peccato che non sia vincolato alla reintroduzione di diritti ai cittadini associando la riduzione dell'IVA ad una licenza d'uso che consenta di prestare, regalare, rivendere libri digitali usati [...] io presentero lunedi un emendamento in tale senso.
bravo :-)
(comunque, per rispondere a Eurolegal, dal 2015 non importa più quali aliquote abbiano le varie nazioni, visto che si pagherà l'Iva corrispondente alla nazione dell'acquirente... il che significa anche che con buona probabilità anche le accuse contro Francia, Germania e Lussemburgo cadranno)
Scritto da: Maurizio Codogno | 21/11/2014 a 21:31
Premessa: sacrosanta e condivisibile la posizione sui DRM, contrario all'IVA agevolata su un fattore limitante come il DRM.
Secondo me la storia dell'IVA sugli ebook della UE è un po' come la storia della lunghezza delle banane: ci si concentra sui dettagli per non affrontare i veri problemi. Uno Stato dovrebbe essere libero di decidere di modulare l'IVA e le tasse come vuole, la UE dovrebbe vigilare sul totale del gettito, non sulla sua modulazione.
Mi direte "ma così uno stato potrebbe fare dumping su una categoria merceologica" vero, ma lo fa su una, sue, poche. Se ogni Stato facesse dumpig su poche categorie diverse tra loro ci guadagnerebbero i cittadini consumatori che andrebbero a prendere le cose dove costano meno. Si crea mercato, concorrenza. LA UE deve solo dare poche regole chiare, non rompere le scatole sui dettagli.
E' un regime fiscale completamente diverso, ma ogni Stato USA ha un'IVA diversa dagli altri e in alcuni Stati alcune categorie sono pure esenti (ricordo un cappellino acquistato in Massachussets senza Zio Sam con il negoziante che mi diceva "qui da noi non si tassano i vestiti!") eppure non mi sembra che ci siano problemi.
Scritto da: Luigi Rosa | 22/11/2014 a 08:03
premesso che concordo pienamente sulla necessita di ripristinare INTEGRALMENTE i diritti degli acquirenti sulle opere elettroniche annoto che il tema tassazione a livello europeo a mio avviso presenta più di una criticità.
Mi spiego con una domanda: come è possibile che l'adozione dell'IVA al 4% produca una infrazione mentre un accordo con una multinazionale per tassare i profitti all'1% (mi riferisco al caso junker) non produca alcuna sanzione?
sono solo io che trovo la faccenda totalmente inaccettabile?
Scritto da: Dino Bortolotto | 24/11/2014 a 14:13
... in ogni caso gli editori non sono interessati ad abbassare il prezzo del loro prodotto ebook perché mette in pericolo quello che resta comunque il loro core business. Tutta la macchina editoriale non è interessata. Forse lo è l'autore, forse. Il consumatore, il lettore non è cosi sensibile all'argomento. Quando vedrò un bestseller in carta con prezzo eBook inferiore del 60% allora vorrà dire che gli editori hanno cambiato idea. Si, maggiore diffusione dell'eBook a basso prezzo potrebbe creare più lettori anche di libri_veri e questo può spiegare che alcuni imprenditori siano favorevoli. Ma in sostanza mi sembra un argomento per cui non spiego tutta questa "politica"...
Scritto da: Euro | 25/11/2014 a 11:22
quoto pienamente Bortolotto: "come è possibile che l'adozione dell'IVA al 4% produca una infrazione mentre un accordo con una multinazionale per tassare i profitti all'1% (mi riferisco al caso junker) non produca alcuna sanzione?".
e comunque bisognerebbe ridurre le norme e non aumentarle: non capisco perchè sia necessario fare nuove norme su questo aspetto. La norma che mette il 4% sui prodotti editoriali non prevede che ci sia il 4% di IVA su un servizio di abbonamento ad una biblioteca e quindi non vedo perchè dovrebbe applicarsi ad un servizio di abbonamento alla lettura di un testo in formato digitale. Se invece l'ebook mi viene venduto e diventa mio (al pari di un libro cartaceo) non vedo perchè non dovrebbe già essere incluso nella definizione. La norma attuale mi sembra evidenzi già che non è la forma a determinare la tassazione (una agenda, il bilancio di una azienda vengono infatti esclusi dalla categoria "libri") e quindi un "libro elettronico" è un libro. Non mi pare vi sia una restrizione esplicita sui materiali e la forma che deve avere un libro per essere identificato come tale.
Tra l'altro se un ebook venduto sotto forma di licenza di lettura di un contenuto può avere la tassazione al 4% allora anche l'abbonamento ad un sito con aree riservate che includano documenti di notizie o racconti dovrebbe subire la stessa tassazione. L'abbonamento ad una newsletter che mi manda una poesia al giorno dovrebbe nuovamente subire la stessa tassazione: no?
Scritto da: Stefano Bagnara | 26/11/2014 a 11:23
Cercando di capire di più sulle modifiche alla gestione IVA intra-UE forse ho capito il senso della "violazione" secondo l'UE: dal 1° gennaio 2015 nella vendita di servizi e di beni digitali a privati tra paesi UE chi vende deve applicare l'IVA del paese dell'acquirente (e pagarla a quel paese). Per "semplificare" una azienda può registrarsi al MOSS e pagare tutte le "IVA" nel proprio paese che poi le verserà ai rispettivi paesi). In quest'ottica è forse importante che su beni digitali e servizi vi sia una unica IVA, altrimenti diventa il delirio totale: altrimenti per vendere ad un privato di un'altra nazione, oltre alla sua aliquota IVA dovresti conoscere tutti i casi particolari di quel paese....
Tra l'altro il documento che ho letto dell'agenzia entrate dice che un extra-ue che vende ad un privato UE deve registrarsi almeno in un paese UE e pagare l'IVA del paese dell'acquirente tramite il MOSS di quel paese. Il documento dice che questa non è una novità ma che era già così... che io ricordi non mi è mai successo comprando servizi o beni digitali dagli USA che mi facessero pagare la nostra IVA.
Scritto da: Stefano Bagnara | 15/12/2014 a 11:10
se non ti addebitano l'IVA, devi autofatturartela tu.
Scritto da: Stefano Quintarelli | 15/12/2014 a 17:24
Anche se sei un privato? Con quale modalità? (un privato può autofatturarsi?)
Scritto da: Stefano Bagnara | 15/12/2014 a 21:31
non so come funzioni per i privati...
Scritto da: Stefano Quintarelli | 16/12/2014 a 11:44