Ho scritto in passato diverse cose sulla questione demografica italiana e su come pesa su decisioni e su futuro.
- 11/2008 Non è un paese per giovani reprise con un confronto demografico tra molti paesi
- 12/2008 Non è un paese per giovani reprise 2 con considerazioni sul debito procapite
- 06/2009 Perchè in Svezia si e in Italia no ? circa i temi politici della modernità nei due paesi
- 07/2009 Aggiornamento dei conti sul debito pubblico per persona lavorativa (ditto)
- 10/2010 La frattura sociale italiana con considerazioni sulla rappresentanza politica del futuro
- 02/2011 Non è un paese per Giovani (3) con considerazioni della Banca d'Italia
- 05/2011 Quanti stagisti ci vogliono per cambiare una lampadina ? circa i bassi salari dei giovani (carichi del peso della flessibilità)
- 06/2011 Non è un paese per giovani (n) - con considerazioni da The economist
- 08/2011 E la prostata come va ? con delle decisioni di Mediobanca in tema
- 11/2012 In Italia la vita inizia a 55 anni - con delle considerazioni sulle età dei nominati
usavo i dati dell'US Census Bureau che ha i dati di tutto il mondo.
qualcuno mi diceva che forse non sono corretti, allora li ho confrontati adesso con i dati dell'ISTAT con i dati aggiornati ad adesso della popolazione *residente*.
questo è il file: Download Tavola_pop_res
ISTAT
US CENSUS
(sorry per l'inversione dei colori, me ne sono accorto ora).
diciamo che mediamente la fascia di età "produttiva" sia quella tra 25-65. il senso del ragionamento non cambia.
oggi, con tutti i problemi che abbiamo per pensioni e spesa sanitaria siamo ca.
- 33,2M di persone nella fascia 25-65 e
- 27,5M di persone nel resto
come dire che 1 persona in fascia "produttiva" sostiene circa 0,83 persone in altre fasce (giovani, anziani)
se continua cosi' (se non migliora e non peggiora) tra 20 anni in italia ci saranno ca.
- 27,6M di persone nella fascia 25-65 e
- 31,1M di persone nel resto.
come dire che 1 persona in fascia "produttiva" sosterrà circa 1,13 persone in altre fasce
da 0,83 a 1,13 è un bel 36% di carico in più.
IMHO ogni politico dovrebbe avere questi numeri stampati nel cervello e pensarci ad ogni affermazione che fa.
Il problema della democrazia è che gli eletti non devono necessariamente tenere conto del futuro.
Prendere atto di questi numeri ed affrontare il problema è estremamente anacronistico: nessuno prenderebbe più un voto dopo aver detto agli italiani che per sostenere il sistema bisognerà aumentare le tasse del 36% o decurtare le pensioni del 36%.
L'unica soluzione plausibile sarà quella di assicurarsi che la maggior parte di coloro che oggi hanno tra i 35 e 55 anni arrivino alla tomba senza passare dalla pensione. Tra le due scelgo di lavorare fino a 100 anni... ma non sono molto felice.
Probabilmente verrà legalizzata l'eutanasia: se a 90 anni ti stufi di lavorare lo stato non potrà permettersi di metterti in carcere per tentato suicidio..
La riduzione delle pensioni porterà poi sempre di più pensionati ad emigrare in paesi con tassazione ridotta in modo da campare meglio con la pensione italiana meno tassata: questo significa che non entreranno nemmeno più quelle tasse.
Concretamente, cosa si può fare per arginare il problema?
- Fare entrare immigrati in grado di lavorare nella fascia dai 20 ai 30 anni (voglio vederlo il politico che va a dirlo in TV!)
- Incentivi per le famiglie (fiscalmente oggi conviene restare single).
- Incentivi sul secondo figlio (non solo economici visto che la classe media è forse quella che prolifica meno e non credo per questioni economiche).
Che poi se trovi il modo di aumentare le nascite adesso allora tra 20 anni avrai una situazione ancora peggiore visto che tutti i nati "extra" saranno nel calderone di quelli "a carico".
Quindi mi rimane solo la soluzione degli immigrati e dell'eliminazione della pensione... ad occhio saranno necessarie entrambe ma si farà solo la seconda.
Scritto da: Stefano Bagnara | 21/08/2015 a 20:10
Ma non bisogna preoccuparsi, tanto la pensione è un diritto acquisito, no?
Scritto da: Stefano Bagnara | 21/08/2015 a 20:12
Il limite superiore della fascia produttiva si innalza nel tempo. Se oggi lo consideriamo a 65, tra 20 anni potremmo considerarlo a 70.
Non che questo risolva il problema, ma riduce un minimo il calcolo dell'aumento del carico.
Comunque non c'é da preoccuparsi, tra 20 anni un robot produrrà quello che oggi producono 50 persone, e staremo quasi sempre in vacanza.
Scritto da: Davide | 22/08/2015 a 01:29
Domanda indiscreta a cui ovviamente puoi non rispondere: tu ti consideri un politico? (emoticon del ghigno satanico che non so se esiste)
Scritto da: RiccardoC | 23/08/2015 a 00:23
Aggiungo la mia ricetta:
- immigrazione nella fascia 20-30, cercando di attrarre non solo raccolgitori di pomodori ma anche ingegneri (di tutti i generi), fisici, chimici, medici eccetera
- pensione (rigorosamente contributiva) a cui accedere con flessibilità (quando lo si desidera dopo i 65 anni) ma con rendite che disincentivino fortemente il ritiro dal lavoro per tutte le professioni non usuranti. Se vuoi andare in pensione a 65 anni ci puoi andare ma la pensione sarà quello che sarà.
- ammortizzatori sociali funzionanti per tutte le cause di impedimento reale al lavoro (malattia- anche in età avanzata, perdita del lavoro, etc).
I pensionati a 60 anni, con un'aspettativa di vita di altri 20-30 (non scommetterei sull'esattezza dei dati, ma sono abbastanza certo che è superiore ai 20 anni), anche se hanno 42 anni di contributi, non hanno ragione di esistere con l'attuale demografia e l'attuale accantonamento per la pensione, a meno che non appartengano a poche, selezionate categorie di lavori veramente usuranti che in quanto tali è giusto che siano sovvenzionati dalle altre categorie.
Sono una eccezione storica degli ultimi 30-40 anni che non ha alcun precedente nella storia dell'uomo e che non è sostenibile (nel senso che non è **mai** stata sostenibile se non in presenza della schiavitu, che mi risulta essere non più socialmente accettabile, oppure di un prelievo per accantonamento della pensione ben superiore a quello attuale, il che non è desiderabile per nessuno)
Scritto da: RiccardoC | 23/08/2015 a 00:46
non più di quanto mi consideri un tennista.
la mia professionalita' e' altra
Scritto da: Stefano Quintarelli | 23/08/2015 a 09:08
giusto per la precisione..
il "contributivo" nella pensione e' solo il metodo di calcolo. non i versamenti.
mi spiego, con il meccanismo di calcolo contributivo si determina quanto bisogna dare a ciascuno.
poi si fanno pagare le tasse, si raccolgono i dindi e si distribuiscono secondo quei calcoli.
Scritto da: Stefano Quintarelli | 23/08/2015 a 09:24
le riserve sono 98Bn https://www.bancaditalia.it/compiti/riserve-portafoglio-rischi/valuta.pdf
i pagamenti trimestrali 1Q13 sono stati 204Bn
di cui 79,7Bn a enti previdenziali e 28,8Bn a sanità
http://www.rgs.mef.gov.it/_Documenti/VERSIONE-I/Attivit--i/Contabilit_e_finanza_pubblica/Trimestral/2015/2015-03/All.pdf
Scritto da: Stefano Quintarelli | 23/08/2015 a 09:48
Solo un dubbio: la proiezione a 20 anni come e stata fatta?
Grazie!
Scritto da: Luca Venturi | 23/08/2015 a 22:58
mantenendo gli attuali trend. tieni presente ch eè la popolazione residente, include quindi gli stranieri residenti, non puo' essere fatta diversamente
indubbiamente può essere cambiato tutto, ma per farlo occorre decidere una politica.
potremmo attrarre 100.000 25enni ingegneri, quindi nessuna fascia è immutabile, ma se non facciamo niente come non abbiamo fatto negli ultimi 30 anni, questo è il trend.
Scritto da: Stefano Quintarelli | 24/08/2015 a 09:42
Tra vent'anni ancora con questa storia del lavoro e dell'occuppazione?? Ma siamo ancora fermi a Bretton Woods e Adam Smith??
I politici dovrebbero tenere a mente che io tra vent'anni voglio 5 androidi che lavorano al posto mio e non 10 stagisti/precari/schiavi che non riescono neppure a tenermi fermo il cucchiaio della minestrina!
Male che vada resta la profezia di John Maynard Keynes sul lungo periodo e, dopo vent'anni in cui i politici si sono scordati del cambio climatico... almeno i miei 5 android se la godono!
Scritto da: Bubbo Bubboni | 24/08/2015 a 10:11
lungi da me l'idea di banalizzare (non sarebbe neanche giusto chiamare "tasse" i versamenti che determinano la pensione calcolata con il metodo contributivo).
Il problema è che la materia è complessa e che bisognerebbe spiegare sempre le cose per bene senza fare confusione, mentre poi uno si trova sulla prima pagina del più importante quotidiano dei titoli allucinanti tipo questo di oggi:
«Prima in pensione per creare nuovi posti di lavoro» (Camusso)
http://www.corriere.it/economia/15_agosto_24/camusso-ridurre-l-eta-pensionabile-niente-sconti-seconde-case-50a8f40e-4a1e-11e5-bdc5-ee9c5a368093.shtml
Ora,io non so se la Camusso davvero pensi queste cose, o se il giornalista non ha capito nulla dl pensiero della Camusso, o se ancora il titolista ci ha messo del suo. Il problema è che in una materia così delicata e compllessa nel 2015 si mandino messaggi devastanti come questo.
Scritto da: RiccardoC. | 24/08/2015 a 14:43
Non so.. 20 anni fa i miei genitori sono andati in pensione a meno di 50 anni (mamma MOLTO meno): in questi 20 anni hanno viaggiato il mondo in camper. Quella è vita, altro che androidi che ti imboccano la minestrina quando andrai in pensione a 80 anni e la goduria maggiore sarà avere l'ultima versione dell'androide che mentre ti da la minestrina ti canta anche la tua canzone preferita...
Scritto da: Stefano Bagnara | 31/08/2015 a 22:31
Sìsì, tutti in camper!
Quello che conta è cogliere che un futuro post-industria 3.0 e un futuro che continua con questa cretinata della piena occupazione non sono compatibili tra loro.
Non ho dubbi sul fatto che il futuro, come il passato, sia coerente. Quindi quando si pensa ad un aumento folle di produttività e di evoluzione tech ma nell'ambito di miti economici che erano vecchi quando Pacioli dava ripetizioni di matematica... qualcosa non torna!
Scritto da: Bubbo Bubboni | 01/09/2015 a 21:10