Tutto da leggere l'articolo di Juan Carlos de Martin su Repubblica "Cosa rischiamo se si supera il confine della privacy"
Ci ricorda che, rispetto a prima {dell'internet mobile}, siamo tracciati, ci sono abondanti informazioni pubbliche su tutti, lasciamo metadati dappertutto, ci sono i trojan per intrudere bersagli ed acquisire dati
per questo motivo, non è saggio indebolire la cifratura perche' la matematica non distingue tra buoni e cattivi e una volta indebilita per i buoni, ne possono beneficiare anche i cattivi.
come non concordare ?
questo si inserisce in un momento in cui fa notizia l'opposizione di Apple a indebolire i sistemi di controllo di accesso ai suoi dispositivi.
in USA il dibattito monta, e ci sono alcune proposte di legge che vorrebbero imporre la backdoor nella cifratura, con parere negativo del presidente della commissione parlamentare.
Riguardo l'ultimo punto toccato da Juan Carlos, segnalo che nel frattempo un giudice decide che l'FBI deve rivelare il software trojan usato per hackerare più di 1000 bersagli.
E se quel software fosse un eseguibile, che se ne fa ?
Come noto penso che non sia costituzionalmente compatibile l'uso di trojan che abbracciano un range estremamente ampio di funzioni, senza i meccanismi di garanzia previsti per altri sistemi di captatori giuridicamente consolidati.
Sono un notaio in pensione, con qualche infarinatura informatica anche se inadeguata per capire varie tecnicalità. Ogni argomento - questo in particolare perchè entra in strutture profonde delle nostre comunità - deve essere comprensibile per tutti, per questo scopo trovo chiare le opinioni di Guido Scorza (il bilanciamento fra le due opposte posizioni - Apple, giudice - "" non può essere lasciata né ad Apple, né a nessun altro soggetto privato "" http://scorza.blogautore.espresso.repubblica.it/2016/02/18/non-puo-essere-apple-il-garante-per-la-privacy/ ).
Apple afferma il suo esclusivo diritto dovere di tutelare il cliente, ma dimentica che il cliente è anche cittadino.
Credo che all'origine di questo confronto stia la comprensibilità (tale per la maggioranza degli utenti) dei codici digitali. Col digitale noi (persone, umani) sempre più spesso comuninichiamo, creiamo relazioni, agiamo, soltanto attraverso l'interposizione di strutture "artificiali": le comprendiamo oppure no?
Credo che questa sia la domanda iniziale.
In proposito trovo interessante seguire il caso FBI VS Michaud ( http://motherboard.vice.com/read/judge-rules-fbi-must-reveal-malware-used-to-hack-over-1000-computers-playpen-jay-michaud ) e confrontare i principi che vi verranno affermati con quelli che verranno affermati nel caso Apple.
Scritto da: Alessandro Marzocchi | 20/02/2016 a 11:59